Quella del “portare sfiga” è forse l’etichetta più ingiuriosa e infamante che si possa attribuire a qualcuno. E Marco Masini è uno di quegli artisti che se l’è portata dietro per anni, in uno dei momenti più bui della sua lunga carriera nella musica.
Classe 1964, fiorentino doc, Masini si è raccontato in una lunga intervista per Il Corriere della Sera, in cui ha ripercorso tutti i momenti salienti della sua storia: dal successo del brano “Disperato” nella categoria “Novità” del 40esimo Festval di Sanremo, allo stop terribile del 2001, fino al ritorno in scena nel 2004 con la bellissima “L’uomo volante”, che vinse il Sanremo di quell’anno.
Marco Masini e la vergognosa diceria: “Non mi rovineranno la vita come a Mia Martini”
Successi, dischi venduti, singoli che hanno scalato le classifiche. Ma anche quel periodo buio che per un po’ di tempo ha praticamente cancellato la presenza di Marco Masini in tv. Oggi il cantante dice: “Non volevo ritirarmi, solo avvisare i miei fan che non era colpa mia se non mi si vedeva più in giro”.
Poi, nel 2001, l’annuncio di non voler cantare più: “Non mi rovineranno la vita come a Mia Martini“, era stata la denuncia di Masini. L’idea di finire come lei, uccisa, tra le altre cose, anche da quelle voci terribili, dall’ignoranza del pregiudizio e dalla cattiveria umana, lo faceva rabbrividire.
Marco Masini e il periodo buio: “Eros Ramazzotti è tra quelli che più mi hanno difeso”
Le televisioni non volevano più Marco Masini come ospite. E la sua casa discografica arrivò a comunicargli: “Ci spiace, ma sei un prodotto invendibile”. Oggi Masini spiega che a far partire quelle voci velenose e infamanti sia stato un addetto ai lavori: “Lo stesso che, ogni volta che mi si nominava, faceva le corna o altri scongiuri. I colleghi, gli amici, per fortuna mi sono rimasti vicini”.
Nello specifico, a stargli particolarmente vicino fu Eros Ramazzotti. Il cantante di Più bella cosa, infatti, è “tra quelli che più mi hanno difeso“, ha ammesso Masini. Che poi conclude: “Qualche sbaglio posso pure averlo fatto. Nella scrittura, nel modo di socializzare. L’ho capito e sono cambiato. Mi sono evoluto. Non è stato facile, però avevo la certezza che il tempo aggiusta tutto. C’è chi non arriva a fine mese, quelli sono problemi, io nel complesso mi ritengo molto fortunato”.
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