A Malta l’aborto è ancora illegale: ecco la legge più restrittiva d’Europa

Malta, tra i Paesi più conservatori e cattolici in Europa, possiede anche la legge più restringente sull’aborto. La pratica è assolutamente vietata, anche nei casi di stupro, incesto, malformazione del feto.

Naomi Di Roberto
Naomi Di Roberto
Naomi Di Roberto, classe 1996. Sono una giovane giornalista pubblicista abruzzese, scrivo di temi globali, scienza e geopolitica. Ho una laureata in Lettere, una Magistrale in Editoria e Giornalismo ed un Master in "Comunicazione della scienza/giornalismo scientifico". Nella vita inseguo senza sosta il mio sogno: scrivere.
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Malta, aborto ancora totalmente illegale. A pochi km dalla nostra Italia c’è il Paese con la legge più restrittiva d’Europa sull’interruzione volontaria della gravidanza (come lei, solo la Città del Vaticano e San Marino). Non ci sono statistiche ufficiali, ma si stima che siano circa 500 le donne maltesi (su una popolazione di 460mila) che, ogni anno, si spostano in altri Paesi per abortire: Sicilia, Olanda, Regno Unito. Solo quest’ultimo Paese documenta ufficialmente gli aborti da Malta, in media sarebbero circa 60 l’anno.

I tempi di attesa molte volte sono decisamente lunghi e, per tale ragione, sempre più frequentemente le donne decidono di intervenire con aborti clandestini, nonostante tutti i possibili rischi. Questo elemento diventa così centrale in una situazione come quella creata dall’emergenza sanitaria che ha limitato totalmente gli spostamenti. 

A Malta aborto negato in ogni circostanza

A Malta, insomma, l’aborto non è consentito. Nemmeno per i casi di stupro, incesto, malformazione del feto, gravi condizioni della madre. Perfino la Polonia, rinomata per la questione, possiede una legislazione meno stringente, e che consente la pratica almeno nei casi in cui la madre si trovi in pericolo di vita o stupro. La donna che abortisce ed il medico che la aiuta possono rischiare fino a tre anni di carcere. 

Secondo l’articolo 243 del codice penale di Malta, il medico/ostetrica/farmacista che consapevolmente prescrive o somministra mezzi per ottenere l’aborto spontaneo, rischia una reclusione tra diciotto mesi e quattro anni. A ciò si aggiunge la revoca della licenza di esercitare la professione. Secondo l’articolo 241 (1) Chiunque, con qualsiasi cibo, bevanda, medicinale o violenza, o con qualsiasi altro mezzo, causerà l’aborto spontaneo di una donna incinta, sia che la donna sia consenziente o meno, dovrà, per convinzione, essere passibile della reclusione da diciotto mesi a tre anni.

Articolo 241 (2) La stessa punizione sarà assegnata a qualsiasi donna che procuri il proprio aborto spontaneo o che abbia acconsentito all’uso dei mezzi con cui l’aborto è stato procurato. Queste leggi risalgono al periodo coloniale britannico e non sono mai state modificate.

Ricordiamo inoltre che il divorzio è stato introdotto tramite un referendum solo nel 2011. Nel 2017, invece, sono stati permessi matrimoni tra persone dello stesso sesso. 

Malta, aborto ancora tabù: una questione di diritti

Il Parlamento Europeo  ha invitato gli Stati membri a garantire ai propri cittadini l’accesso continui ai servizi riproduttivi (aborto compreso) durante l’emergenza sanitaria. 

Il testo, adottato il 17 marzo 2020, si occupa della risposta coordinata dell’Unione Europea alla pandemia e contiene una sezione dedicata proprio alla “protezione della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti fondamentali”.

Il Parlamento ha così invitato gli Stati membri a garantire  l’accesso sicuro e tempestivo alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi. Ma anche ai servizi sanitari necessari per tutte le donne e le ragazze durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, in particolare l’accesso alla contraccezione, compresa la contraccezione d’emergenza e la cura dell’aborto.

Leggi anche: Polonia, in vigore la legge contro l’aborto: in migliaia protestano a Varsavia

A Malta aborto negato, casi in aumento durante la pandemia

“In realtà il governo maltese non ha tentato di di riformare il disumano divieto totale di aborto, che vieta l’interruzione della gravidanza in qualsiasi circostanza, compresi i casi di stupro e incesto. Il divieto di aborto è diventato più efficace e le donne con gravidanze indesiderate stanno soffrendo più che mai” si legge sul blog dell’associazione Voice for Choice. Quest’ultima si pone come obbiettivo l’idea di depenalizzare l’aborto a Malta, regolarizzandolo come qualsiasi altra procedura medica. Quest’associazione fa parte di una prima ondata di attivismo che tenta di sostenere il cambiamento, organizzazione che ha organizzato anche la prima manifestazione pro-aborto a Malta nel 2019, prima della pandemia.

“Sappiamo attraverso i fornitori di pillole abortive che il numero di donne che accedono alla pillola abortiva online è in forte aumento”, dichiara ancora l’Associazione sul proprio sito web “soprattutto dal 2020, quando sono state implementate le restrizioni di viaggio”.

Molte donne, insomma, acquistano illegalmente dall’estero la pillola del giorno dopo (Mifepristone e Misoprostol) ma, affinché sia efficace, deve essere assunta entro le dodici settimane e non sempre le consegne riescono ad essere rispettate. La decisione di abortire, dunque, deve essere immediata in quanto, proprio dopo le dodici settimane, l’unica soluzione diventa il viaggio all’estero. Quest’ultimo fattore comporta due diverse considerazioni. 

Innanzitutto, non tutte le donne hanno la possibilità economica di potersi spostare all’estero (soprattutto durante la pandemia), e soprattutto, le pratiche successive a questa tempistica possono essere più costose ed invasive per la donna.

Malta, aborto: si può aprire una breccia?

Malta aborto è ancora illegale: ecco la legge più restrittiva d’Europa

Ad oggi, esistono diverse Associazioni umanitarie e volontari che spingono affinché l’aborto divenga un diritto per tutte le donne maltesi. Tra queste troviamo Women on Web e Women Help Women, organizzazioni conosciute per la fornitura di pillole per l’aborto in Paesi ove la pratica non è permessa. Esiste inoltre un gruppo di medici maltesi, Doctors for Choise, che si batte proprio per la decriminalizzazione del reato di aborto. 

L’idea è quella di seguire nazioni come l’Irlanda, ma anche l’Argentina che forse, pian piano, si stanno aprendo ad una legislazione più permissiva sull’argomento. Sono proprio i vari attivisti a sottolineare che il tipo di educazione sessuale insegnata nelle scuole porta i docenti a parlare contro l’interruzione volontaria della gravidanza.

Secondo quanto dichiarato da TheAtlantic, i preservativi sono venduti in farmacie e supermercati ma la pillola anticoncezionale, legalizzata nel 2016, non è sempre disponibile. I farmicisti, dichiara sempre il quotidiano inglese, possono astenersi dal venderla in base alla loro posizione morale sull’argomento. C’è da tenere in considerazione anche che i tassi di aborto tendono ad essere più alti nei Paesi in cui l’aborto è illegale, proprio perché gli individui hanno un accesso limitato ai contraccettivi.

A Malta aborto ancora illegale: il dibattito sul tema

Insomma, l’aborto a Malta è ancora illegale, in qualsiasi caso. Tonio Fenech, ex ministro delle finanze, e ad oggi coordinatore del “Catholic Voices Malta” , gruppo che promuove i valori cattolici sull’isola, ha dichiarato alla BBC che la società maltese è ancora molto contraria all’aborto.

Crediamo che la soluzione non sia nel sacrificare un altro essere umano, ma piuttosto nel cercare di sostenere la madre per avere anche quell’opportunità di apprezzare il bambino, in un ambiente in cui ha la possibilità di continuare a vivere la sua vita. 

Che questa percezione possa realmente cambiare?

Leggi anche: Argentina, sentenza storica: il Senato approva la legalizzazione dell’aborto

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Naomi Di Roberto, classe 1996. Sono una giovane giornalista pubblicista abruzzese, scrivo di temi globali, scienza e geopolitica. Ho una laureata in Lettere, una Magistrale in Editoria e Giornalismo ed un Master in "Comunicazione della scienza/giornalismo scientifico". Nella vita inseguo senza sosta il mio sogno: scrivere.
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