La voce di Joker conquista l’Italia, Adriano Giannini premiato come miglior doppiatore

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Ogni grande storia è figlia del suo luogo e del suo tempo, racconta un’esperienza unica attraverso il mezzo espressivo che le è più congeniale. Ma, poiché le storie sono popolate di persone, se ben raccontate hanno la capacità di far immedesimare chiunque, rendendo universale un messaggio concepito altrove e, spesso, in un’altra lingua. A patto, ovviamente, che si riesca a portare a destinazione quel messaggio senza danneggiarlo. Da quando la pellicola ha dato nuova vita all’arte del raccontare, donando mezzi di espressione innovativi ai cantastorie dell’era moderna, la sua diffusione è andata di pari passo con il lavoro, non sempre visibile agli occhi, di chi fa in modo che la settima arte possa essere apprezzata ovunque senza limitazioni. Nel nostro paese, la tradizione del doppiaggio è parte integrante del panorama culturale nazionale: l’Italia vanta professionisti del settore apprezzati a livello mondiale già da diverse generazioni. Tutti ricordano Ferruccio Amendola ─ indimenticabile su Travis Bickle, Rocky e Raymond Babbitt ─ la cui voce riusciva a bucare lo schermo tanto quanto le interpretazioni degli attori protagonisti. Ma anche il lavoro dietro le quinte non è da meno: basta pensare al franchise de I Simpson per rendersi conto di quanto un adattamento magistrale sia stato in grado di rendere giustizia a una delle serie animate dal più devastante impatto sociale e culturale degli ultimi decenni. È per questo motivo che, da oltre dieci anni, il Gran Premio Internazionale del Doppiaggio è un appuntamento che raccoglie sempre più seguito e sostenitori, sia dal vivo che sul web. L’edizione di quest’anno, undicesima in calendario, si è svolta ieri sera presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma e ha visto la rinomata Spencer & Lewis a capo della comunicazione e le media relations. E proprio quest’anno è arrivato in forma ufficiale il riconoscimento di Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, che si è espresso in favore dell’evento appoggiandolo pubblicamente. Filippo Cellini, ideatore della manifestazione:

Siamo entusiasti del riscontro e dell’apertura ricevuta dalle Istituzioni, che premia il percorso compiuto fino a qui e riconosce valore a un settore che costituisce a tutti gli effetti un’eccellenza del panorama artistico e culturale italiano.

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Tra vecchie e nuove voci, a vincere è la professionalità

Del resto basta guardare i nomi che si sono avvicendati sul red carpet per rendersi conto della professionalità e dello spessore artistico di ospiti, conduttori e opere premiate. A cominciare da Pino Insegno e Monica Marangoni, che hanno fatto gli onori di casa, fino a Luca Ward, uno dei doppiatori più amati del panorama italiano, che ha conferito il Premio alla Carriera a Pino Colizzi, voce di Michael Douglas, Jack Nicholson e Robert De Niro, per il quale ha raccolto l’eredità del già menzionato Amendola. 15 le categorie in gara: dalla Direzione all’Adattamento, passando per il Mixage fino ad arrivare alle Migliori Voci. Tra i premiati, Toy Story 4 come Miglior Film d’Animazione, BoJack Horseman per la Miglior Serie TV Animation, Francesca Draghetti per il Miglior Adattamento con La vita in un attimo, mentre i due storici doppiatori Francesco Pezzulli e Domitilla D’Amico si sono aggiudicati il titolo di Miglior Voce Maschile e Femminile. Ma a dominare la serata è stato il capolavoro più discusso di questa stagione cinematografica: Joker di Todd Phillips, che si è aggiudicato i due premi più ambiti: Miglior Film e Miglior Voce Maschile 2019 ad Adriano Giannini, che ne ha doppiato il protagonista. È stato proprio Giannini a dominare la serata: riuscire a riportare in un’altra lingua e in un’altra cultura una performance attoriale universalmente acclamata dalla critica come quella di Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck non è un lavoro semplice. È un compito per il quale la performance richiede talento, professionalità e soprattutto rispetto: rispetto per il lavoro su cui si va a intervenire, per l’attore che ha messo se stesso nel ruolo, per il pubblico che merita di ricevere lo stesso carico emotivo e interpretativo di chi usufruisce della pellicola in lingua originale. In questo, l’interpretazione di Giannini è pienamente all’altezza delle aspettative. L’attore, al momento della premiazione:

Volevo condividere questo premio con tutte le persone che mi hanno insegnato in qualche modo questo lavoro.

 

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