La grande fuga verso Sud

Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro, giornalista da quando si usavano le macchine da scrivere, si occupa oggi di innovazione digitale, nuovi media, e-democracy.
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Chiusa la Lombardia e altre 14 province, nuove zone rosse e allargamento di quelle definite gialle. È l’aspetto fondamentale del nuovo Dpcm anti Coronavirus del premier Giuseppe Conte che, durante la conferenza stampa di presentazione del provvedimento, in piena notte a Palazzo Chigi, definisce senza mezzi termini “inaccettabile” la pubblicazione della bozza, da parte dei media, avvenuta qualche ora prima della firma. Ed è su questo aspetto che si concentrano le attenzioni: il provvedimento, mai così importante e imperativo, è stato fatto circolare dagli stessi ambienti di Palazzo Chigi che li avrebbero dovuti tutelare, preannunciandoli alla stampa in maniera disordinata e permettendone così la pubblicazione anzitempo.

I treni presi d’assalto

L’effetto è stato quello di una valanga: al preannuncio dell’estensione della zona rossa a tutta la Lombardia, con conseguente divieto a uscirne, migliaia di meridionali residenti a Milano hanno dato un vero e proprio assalto ai treni, raggiungendo le regioni del Sud senza aver prima fatto alcun controllo sanitario. Si ha la sensazione che in queste giornate così critiche per la tenuta del sistema-Paese, in cabina di regia a Roma vi sia più improvvisazione che professionismo. E che proprio chi dovrebbe gestire con più attenzione e rigore la comunicazione di crisi, sia finito del tutto nel pallone. Leggi anche: Coronavirus, gli effetti positivi sul mondo

Il “colabrodo” sta a Palazzo Chigi

Per capire cosa è successo: la bozza ai Presidenti delle Regioni in via ufficiale è stata recapitata alle 20:50 e per il Governo doveva essere restituita entro le 22:00. Il Corriere della Sera ha pubblicato la notizia alle 20:12. Immediatamente dopo tutti hanno preso a far circolare le bozze del Decreto, generando il panico. Appare chiaro che “il colabrodo”, come ormai tutti lo chiamano, abita al primo piano di Palazzo Chigi. E su Facebook sono arrivati puntualmente i post di quanti, soprattutto tra gli addetti ai lavori, chiedono “Dimissioni immediate del responsabile dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi”.

Le barricate dei governatori

La polemica prosegue domenica con gli amministratori meridionali pronti a fare le barricate per bloccare l’esodo partito dalle zone rosse verso il sud del Paese subito dopo la fuga di notizie, e ancora prima dell’approvazione del provvedimento. Si legge nel Dpcm pubblicato domenica sulla Gazzetta ufficiale che è vietato entrare e uscire:

Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.

Leggi anche: Coronavirus, l’arma per sconfiggerlo si chiama Intelligenza Artificiale

Cosa prevedono le nuove misure

Le misure, che includono tra l’altro il blocco degli impianti nei comprensori sciistici delle aree colpite, sono in vigore e avranno validità fino al 3 aprile. Sospese le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali, e attenzionati locali e ristoranti che, in caso di mancato rispetto delle norme di prevenzione, saranno chiusi. L’obiettivo è rallentare il più possibile l’epidemia, in un momento in cui la Lombardia è costretta a iniziare il trasferimento di pazienti ricoverati in terapia intensiva nelle Regioni confinanti per insufficienza di posti letto. Le norme più restrittive, con particolare attenzione al taglio degli spostamenti dalle aree più colpite, puntano a limitare soprattutto gli assembramenti. Scuole, Università e corsi, in Lombardia e nelle 14 province interessate dal provvedimento rimarranno chiusi fino al 3 aprile e “al fine di mantenere il distanziamento sociale – specifica il Dpcm – è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa”.

Giustizia e cultura, motori fermi

Sul fronte della giustizia, per due settimane sarà applicata la ‘sospensione feriale’ che prevede il blocco dei processi penali e civili ‘non ugenti’, e su quello sanitario è già in atto il potenziamento dei posti letto negli ospedali, come disposto dal ministero della Salute. Infine restano chiusi, in tutta Italia, cinema, teatri, musei e cancellate rappresentazioni e concerti. E anche fuori dalla zona rossa le restrizioni sono diffuse, con le scuole che rischiano di rimanere chiuse più a lungo e la sospensione di tutte le attività che prevedono assembramento pubblico, dai musei alle palestre, dai corsi di ballo ai congressi professionali, senza escludere l’Angelus del Papa a San Pietro e le partite di calcio, tutte giocate a porte chiuse. Leggi speciali, varate sull’eco del crescente numero dei contagiati dal coronavirus, senza precedenti. Così come senza precedenti sono le fughe di notizie che possono essere concausa della diffusione del virus “nei polmoni dei nonni, genitori, famigliari che state raggiungendo”, ha scritto su Facebook il Presidente della Regione Puglia, Emiliano. Sono tempi difficili, occorrerebbero professionalità adeguate. E vanno scongiurate ambiguità e incertezze che rendono imbarazzante la gestione della crisi da parte della comunicazione di Palazzo Chigi. Leggi anche: Coronavirus, l’eclissi planetaria di tutto ciò che davvero terrorizza di Aldo Torchiaro

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