Coronavirus, gli effetti positivi dell’epidemia sul mondo

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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Sarebbe superfluo ribadire i danni enormi che l’Epidemia da Coronavirus ha generato nel solo corso di un mese. E quelli per la salute non sono fra i primi. Il panico è degenerato in psicosi, la psicosi in razzismo e il razzismo in idiozia. Ma ad avere la peggio nel mondo e in Italia è l’economia:

Le ricadute saranno pesanti.

A dichiararlo è il commissario europeo con delega all’Economia, Paolo Gentiloni. E saranno pesanti anche sul breve periodo a causa delle misure di isolamento che gravano su Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Si tratta delle tre regioni in grado da sole di incidere su circa il 40% del Pil. Ancora c’è incertezza sui numeri finali ma si intravedono già i danni economici del virus che vuole l’Italia come suo focolaio in Europa. Se si considera il prolungarsi della crisi fino a maggio, secondo la stima di Confcommercio, la perdita si aggira fra i 5 e i 7 miliardi di euro.

Oltre a danni assodati, ci sono dei cambiamenti positivi su cui vale la pena riflettere

1. Scomparsa dell’inquinamento, il cielo da giallo torna a essere azzurro

Nella scia di contagi e morti, incoraggiante è invece l’effetto del Coronavirus sulla disperata condizione dell’inquinamento in Cina. La concentrazione di biossido di azoto nell’atmosfera crolla vertiginosamente. Ce ne rendiamo conto guardando le foto diffuse dalla NASA: il cielo ha cambiato colore, da gennaio a febbraio, in un solo mese, da giallo torna a essere azzurro. Il miracolo è dovuto senza dubbio al rallentamento economico provocato dall’epidemia del coronavirus, hanno detto gli scienziati dell’Agenzia spaziale americana. L’effetto è stato provocato dallo stop temporaneo delle fabbriche cinesi, al fine di contenere il virus. In più a influire sul miglioramento delle condizioni dell’inquinamento è stata la riduzione della circolazione delle auto, che da Wuhan si è diffusa nel resto del Paese, con milioni di persone in quarantena.

2. Città più vivibili, aria pulita e una vita a misura d’uomo

Prendiamo ad esempio la città di Milano, è fra le migliori per qualità della vita ed efficenza ma non si respira. Non solo Milano nelle ultime settimane ma tutta la Lombardia torna a respirare. Dopo l’emergenza inquinamento per i livelli allarmanti di polveri sottili, la regione gode finalmente di aria pulita e a confermarlo sono i dati dell’ARPA. A gennaio Milano era nell’elenco di Legambiente delle città più inquinate. Il 18 febbraio il capoluogo lombardo aveva superato per 35 volte i limiti consentiti di PM10 dall’inizio dell’anno (oltre i 50 µg/m³). Ma oggi l’epidemia di Coronavirus ha invertito la rotta della concentrazione di polveri sottili. La classica polvere rossa che aleggiava sulla Pianura Padana al momento è assente, lo confermano i dati forniti dall’ARPA Lombardia, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente.

3. Lo smartworking come soluzione green, famiglie più unite anche grazie a scuole chiuse

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 febbraio 2020 ha sospeso tutti i servizi educativi e i viaggi di istruzione, i musei e cinema sono stati chiusi, invitando la popolazione ad adottare norme virtuose per evitare la propagazione dell’epidemia e per il contenimento del contagio da Coronavirus in Lombardia e in Veneto. Così sono state adottate soluzioni lavorative d’emergenza, troppo spesso sottovalutate per la risoluzione di svariati problemi, come lo smart working e il telelavoro. Gli spostamenti si limitano, insieme alluso di automobili e veicoli a motore. Per il futuro prossimo questo tipo di soluzioni può essere adottato per rispondere all’emergenza ambientale delle polveri sottili, per ottimizzare i ritmi di vita e migliorarne la qualità soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano, per avere un approccio più local dei quartieri in cui si vive, per fare economia sui costi degli spostamenti e per dare la possibilità alle mamme di lavorare da casa e accudire i figli. I bambini e le maestre della “buona scuola” approfittano in questi ultimi giorni di staccare un po’ la spina dai ritmi aziendali del sistema istruzione al giorno d’oggi. Stanno nelle loro case e riscoprono un tempo analogico, i bambini studiano a casa. Milioni di famiglie italiane sono in crisi a causa delle scuole chiuse, non si trovano nemmeno baby sitter e di certo i genitori non possono lasciare i figli da soli, ma di sicuro, seppur forzatamente, questo disagio potrà essere inteso come un modo per riappropriarsi del tempo personale e dei propri affetti che i ritmi lavotativi hanno ridotto all’osso. Sono effetti positivi emersi di conseguenza. Indesiderati perché non li abbiamo voluti, ma che comunque ci accendono lampadine su come poter migliorare la qualità della vita, anche una volta che usciremo dall’emergenza Coronavirus. Leggi anche: Coronavirus, l’eclissi planetaria di tutto ciò che davvero terrorizza   di Silvia Buffo

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Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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