La campagna di Joe Biden, siamo agli sgoccioli

Chi è Joe Biden in corsa alle presidenziali USA 2020, quali la sua storia personale, le sue battaglie, i punti della sua campagna elettorale?

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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È testa a testa tra Donald Trump e Joe Biden, in corsa alle presidenziali USA 2020. Il vantaggio del candidato Dem si assottiglia dai 10 punti di solo due settimane fa ai 7,1.

Mentre Trump affronta il rush finale a colpi di tre comizi al giorno, in questi ultimi giorni di campagna elettorale Joe Biden si concentra sugli stati del sud, baluardo del suo contendente, e conquista 20 senatori repubblicani con una lettera che definisce il presidente “una minaccia allo stato di diritto”. Gli stati in bilico sono Florida, Georgia, Iowa, North Carolina, Ohio e Arizona.

Ad oggi le votazioni anticipate, sia per posta che di persona, sono state oltre 70 milioni, pari a più della metà dell’affluenza totale alle urne nelle elezioni del 2016. L’enorme mole di voti per corrispondenza potrebbe richiedere giorni o settimane per essere conteggiata Più che di Election Day si prevede di parlare di un “Election Month“, dato che chiunque perderà contesterà il risultato elettorale.

Il Primo della lunga fila dei sostenitori di Joe Biden è Barak Obama. Biden è stato suo vice per tutti gli 8 anni da presidente e ne è diventato amico fraterno. “Condividiamo gli stessi valori” ha dichiarato, anche le figlie e le mogli sono legate da una forte amicizia. Il rapporto tra Obama e Biden si può dire unico nella storia presidenziale USA. Tutti e due in diverse occasioni hanno raccontato di aver affrontato insieme i due mandati di Obama spalla a spalla e a volte discutendo a toni alti, ma sempre nel rispetto reciproco e del bene comune degli americani, un miraggio per l’amministrazione Trump, che invece ha visto avvicendarsi numerosi licenziamenti in tronco e sostituzioni di membri dello staff per i continui attriti interni.

Tanta è la stima di Obama per Biden, che nel 2017, al momento di dover lasciare la Casa Bianca, sorprese il suo vice presidente conferendogli la “Presidential Medal of Freedom”, una delle due massime decorazioni degli Stati Uniti, insieme alla Medaglia d’oro del Congresso. Al momento della consegna Biden si girò di spalle tirando fuori un fazzoletto dalla tasca per asciugarsi le lacrime di commozione che fino a quel momento aveva trattenuto a fatica, dimostrando di essere un uomo sensibile, modesto, discreto. Ma torniamo più indietro ancora.

Leggi anche: C’era una volta il west: la sfida Trump-Biden

Chi è Joe Biden?

Per Obama è stato “Il miglior vice presidente che l’America abbia mai visto”. Ha detto anche che “Se non riesci ad ammirare Joe Biden come persona, hai un problema”, per questo è riuscito a conquistare il cuore degli americani.

77 anni, di una piccola cittadina del Delaware, Joe discende da una famiglia irlandese cattolica, “Il tipo di famiglia che ha costruito il paese”, dice Obama. Inizia la sua carriera nel servizio pubblico da giovanissimo. A temprarlo le parole della madre: “Nessuno è meglio di te e tu non sei meglio di nessuno”. E ancora: “Se cadi alzati, alzati!”. Certo è che si è trovato a terra Joe, almeno due volte ha passato bruttissimi momenti nella sua vita personale. Nel 1972 perse la prima moglie e una figlia in un incidente stradale, i figli Hunter e Beau sopravvissero pur se Biden dovette affrontare un lungo periodo di ricovero in ospedale dell’amatissimo figlio Beau, veterano militare in Iraq e procuratore generale dello stato del Delaware, perso poi prematuramente nel 2015 per un tumore al cervello. Ma lui si è sempre rialzato, ha trovato conforto nella fede e grazie ai suoi tanti amici e sostenitori. “La fede ci vede meglio nel buio”, ha detto, intervistato in un talk show proprio nel 2015.

La morte del figlio Beau scosse moltissimo gli americani che si erano identificati nel padre di un veterano, probabilmente scomparso proprio a causa delle sue missioni militari. Il contegno, l’umiltà e la semplicità di Biden, un uomo con un incarico politico così alto, e la sua tenacia nel rialzarsi e riprendere le sue battaglie per i diritti avevano impressionato l’opinione pubblica.

Leggi anche: Elezioni Usa: per Biden scende in campo Barack Obama

Le battaglie di Joe Biden

Sin da giovane Joe si è sempre battuto per i diritti allo studio, per l’università accessibile a tutti, per l’assistenza sanitaria gratis per tutti, per eliminare le disuguaglianze, per la ricerca contro il cancro, per il controllo del possesso delle armi e dell’utilizzo di armi militari nel paese, per i diritti dei migranti e degli afro-americani per i diritti delle donne e la parità di genere, affiancato dalla seconda moglie Jill. Ha nominato infatti una donna come sua vice: la asiatica-americana Kamala Harris, già suggerita proprio da lui al Senato nel 2017.

Tutte le sue battaglie sono enucleate nei punti della sua campagna elettorale, una campagna condotta con misura ed equilibrio, mai sbrodolato, mai impositivo, un ego contenuto, tutto quello a cui gli americani e i cittadini del mondo non sono abituati a vedere in un presidente degli Stati Uniti.

Per questo Biden appare “moscio”, “un uomo senza carisma”, che non regge bene il dibattito serrato con una retorica istrionica e aggressiva. Lui è niente chiacchiere, solo sostanza. Ed è convinto che i cittadini americani vogliano concretezza, soluzioni. “Non penso che la gente voglia la rivoluzione, penso che voglia i risultati” ha detto, ad esempio, in merito alle polemiche sulle proteste Blacklivesmatter.

Biden, un politico globale

Nel momento in cui ha deciso di candidarsi alle presidenziali, Biden ha allargato la propria visione, ha fatto un campo totale sui problemi che affliggono l’intero pianeta e vuole rivedere il ruolo degli Stati Uniti nelle battaglie globali, prima tra tutte quella della pandemia. La non gestione dell’emergenza sanitaria da parte di Trump ha reso gli USA il paese con più contagi al mondo, a quota 8,5 milioni in questi giorni. Le numerose violazioni dei diritti umani, sia nei confronti degli afro-americani che dei migranti, stridono fortemente con i valori su cui sono stati costruiti gli Stati Uniti.

Inoltre “Lo slogan ‘America first’- ha dichiarato –  troppo spesso ha portato gli USA ad essere ‘America alone’, in un mondo in cui il destino delle nazioni mai come ora è intrecciato: la pandemia, il cambio climatico, la proliferazione delle armi nucleari, il terrorismo nazionale e internazionale, la guerra cibernetica, le nuove tecnologie di distruzione, migrazioni di massa, nessuno di questi problemi globali può essere risolto dall’America alone, o da nessuna nazione che corre da sola”.

Dunque vorrebbe restaurare l’immagine degli USA, deteriorata e deturpata dall’ultimo presidente: “Questa mia campagna elettorale è un tornare indietro all’anima di questa nazione. La ragione per cui siamo stati in grado di essere i leader del mondo non è stata l’esempio del nostro potere ma il potere del nostro esempio”.

Ce la farà?

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