L’Unione Europea sarà vittima del Covid-19?

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
spot_img

A Roma si discute mente Sagunto brucia. Sono giorni ormai che l’Europa si interroga sul da farsi per fronteggiare le emergenze economiche legate all’espansione dell’epidemia da coronavirus. I Ministri delle Finanze, in rappresentanza dei vari governi, stanno discutendo ininterrottamente, collegati in videoconferenza, circa la possibilità di emettere i cosiddetti Coronabond o, come sono strati più recentemente e più correttamente definiti, gli Eurobond. Si tratterebbe di emettere dei titoli di Stato che nella pratica non sarebbero garantiti solamente dal singolo paese, come ad esempio avviene per i BTP o per i Bund che sono emessi rispettivamente da Italia e Germania, ma direttamente dall’Unione Europea.

L’ipotesi titoli condivisi

L’ipotesi era stata ventilata in un primo momento dalla presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen, poi, probabilmente in seguito a delle pressioni, lei stessa aveva ritrattato questa affermazione salvo poi confermarla nuovamente in seguito all’indignazione del governo italiano. Attualmente i rappresentanti dei vari governi stanno cercando di trovare un punto comune per aiutare i paesi in maggiore difficoltà. Si sono creati all’interno dell’eurogruppo due blocchi contrapposti che sono composti rispettivamente da Italia, Spagna e Francia da una parte, Germania e Olanda dall’altra. In particolar modo occorre registrare il silenzio della Germania, complice della forte opposizione del governo olandese. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha alzato il tiro affermando che se l’Unione Europea non è in grado di dare una risposta a questa crisi potrebbe essere la “fine del sogno UE”. Leggi anche: Coronavirus, perché la Grecia ha pochissimi contagi?

Il silenzio dei potenti è qualcosa di criminale?

Dopo un no di fatto, derivato da un primo incontro, alcuni dei giornali tedeschi hanno definito in modi diversi l’Italia. Da una parte occorre evidenziare la reazione di Die Welt, che afferma che “in Italia la mafia sta aspettando i soldi dell’UE” il ministro degli Esteri Di Maio ha immediatamente chiesto alla cancelliera tedesca Angela Merkel di dissociarsi da questa affermazione. D’altro canto occorre registrare un parere autorevole di un altro giornale tedesco Der Spiegel, “il rifiuto tedesco è non solidale, gretto e vigliacco”. Non si può fare a meno di notare come in questa situazione l’Europa più che un’unione appaia essere una riunione di condominio nella quale ognuno vuole una abitazione solo per sé, magari lontano dagli altri. L’unione assume un suo significato nel momento in cui occorre addossare le spese condominiali ai condomini più poveri ma non condivide in maniera equa le spese per gli spazi comuni né eventuali surplus. Il paragone del condominio è un po’ pesante ma rende bene l’idea quello che accade.

Settant’anni fa la voglia di rosolvere problemi insieme. Oggi è il contrario

Poco più di un secolo fa divisionismi e gelosie interne agli stati europei portarono il vecchio continente a perdere il suo ruolo di preponderanza sulla scena politica internazionale che di fatto trovò la fine, dopo più di due millenni, nella Grande Guerra. Nei venticinque anni intercorsi, tra l’inizio inizio della prima guerra mondiale e quello della seconda, si è avuto inizialmente un avvicinamento dei vari stati anche grazie all’interessamento degli Stati Uniti del presidente Wilson. Il Trattato di pace di Versailles attribuì alla Germania e all’Austria-Ungheria tutte le spese di ricostruzione per la guerra che queste due potenze avevano causato. Leggi anche: 3,7 milioni di italiani lavorano in nero, quando il reddito di emergenza?

Gli stati che oggi si oppongono sanno cosa significa non pagare un debito

Seguirono poi i tempi del piano Young per supportare le occasioni di rilancio economico avallati dalla politica americana che aiutarono la Germania a ripagare il proprio debito e a evitare di dover sostenere costi eccessivi. Tutto questo non impedì disordini socio politici che portarono poi alla seconda guerra mondiale. Ancora una volta i paesi europei litigiosi da una parte e dall’altra, quasi come gli dei descritti nell’Iliade di Omero al momento del duello tra Ettore e Achille, non avevano saputo coalizzarsi per rilanciare se stessi, la propria economia, il proprio peso politico sullo scacchiere internazionale. Alla fine della seconda guerra mondiale si ipotizzò la nascita di una Unione Europea, anche in questo caso il piano Marshall sempre di ispirazione americana, ha aiutato la Germania a ricostruirsi e a pagare le spese di guerra che sono state sostenute dagli Stati Uniti al fine di ricostruire l’Europa. Ci sono ovviamente moltissimi motivi di carattere politico che conducono a una opportunità ghiotta e giustificata per gli Stati Uniti nel ricostruire l’Europa a proprie spese. L’elemento fondamentale è tuttavia la Germania che non ha mai saldato in tutto e per tutto il proprio debito con la comunità internazionale.

La fine dell’Europa?

Nel 1957 con il Trattato di Roma si sperava in una comunità europea che potesse dare pace e prosperità all’Europa, istituendo uno spazio europeo comune nell’economia, nella politica e nel mercato. Questo sogno è durato circa 70 anni ma ha iniziato ad assumere le sembianze di un incubo già da tempo. Non è necessario gettare il bambino con l’acqua sporca, non tutto quello che è derivato da questi 70 anni di unione europea è sbagliato. Ci sono stati dei risvolti positivi e potrebbero essercene ancora se solo ci si rendesse tutti conto che quando ci si trova sulla barca, in balia della tempesta e lontano dalla riva, sarebbe più opportuno rimanere insieme piuttosto che controremare. L’Unione Europea è un’organizzazione internazionale che sa avere una propria moneta ma non sa esprimere una politica comune in materia di esteri o di difesa ma una politica monetaria zoppicante che ne compromette l’economia. In questo modo si genera un’unione a due velocità che non sarà efficace per perseguire gli scopi che i firmatari del trattato, 63 anni fa, si erano prefissi. Staremo a vedere se tra le vittime del covid-19 ci sarà anche l’Unione Europea. Leggi anche: Senza rispetto per gli animali non avremo un futuro   di Domenico Di Sarno

spot_img

Correlati

Mostrate due mummie aliene al Parlamento del Messico. Ma cosa c’è di vero?

Mummie aliene in Messico? Una rivelazione sorprendente che avrebbe dovuto sconvolgere il mondo. La...

Russia, gruppo Wagner scatena la guerra civile: “Mosca si prepara all’assedio”

La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe essere vicina ad una svolta. Ieri il...

Trovati vivi 4 bambini nella giungla dopo 40 giorni: come hanno fatto a sopravvivere?

Quattro bambini dell'etnia huitoto, o meglio quattro fratelli, sono stati incredibilmente messi in salvo...
Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
spot_img