Jomo: cos’è e perché può rendere la tua vita più bella

In un mondo di iperconnessi, godersi la vita senza l'ansia di perdersi qualche notifica è possibile solo grazie alla pratica della Jomo. Scopriamo di cosa si tratta e perché può migliorarci la qualità della vita.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Jomo è l’acronimo inglese di Join of Missing Out ed indica la gioia di perdersi qualcosa e di trascorrere le giornate in modo leggero e spensierato, senza l’ansia di stare sempre a controllare le notifiche sullo smartphone.

In un mondo in cui veniamo continuamente assorbiti e rapiti dai social, praticare la Jomo diventa non solo indispensabile, ma anche utile per riappropriarci della vita.

Si celebra il singolo momento senza la paura di perdersi qualcosa di meglio.

Jomo: di cosa si tratta nello specifico

Questo termine nasce per la prima volta nel blog dello scrittore Anil Dash nel 2012 che lo definisce come una soluzione necessaria alla pressione di stare sempre sul pezzo di molti giovani.

Il New York Times ne parla per la prima volta in un articolo del 2018 e subito dopo comincia ad entrare nel vocabolario comune.

La controtendenza guidata dalla Jomo indica la capacità di godersi i momenti semplici e genuini della vita. Privilegia le attività del dolce far nulla e il rilassamento, vivendo in pace con se stessi.

Nata dalla stanchezza e dal senso di oppressione legato al dover per forza fare qualcosa o al partecipare obbligatoriamente ad un evento importante, la Jomo nasce come antidoto all’iperconnessione.

Seguire questa tendenza non significa privarsi della tecnologia, ma assumere un approccio più responsabile verso internet.

In questo modo, la Jomo diventa uno stile di vita in cui si è consapevoli di potersi godere qualunque momento presente, senza dover sviluppare la paura di aver perso qualcosa.

Accogliere questa pratica significa depurare mente e corpo dall’ossessione di dover svolgere qualche attività.

Leggi anche: “I giovani e l’utilizzo delle tecnologie”: Corecom Lombardia pubblica la prima vera inchiesta italiana

Jomo: quali sono i benefici e come si pratica

Lo scopo della Jomo è quello di essere felici nel posto in cui siamo e di evitare di controllare ossessivamente le notifiche dello smartphone.

I ritmi giornalieri sono molto più tranquilli e rilassati, il tempo assume maggiore valore e si sviluppa il piacere di svolgere piccole azioni quotidiane senza la pressione che esercita il mondo virtuale.

Le caratteristiche comportamentali che definiscono questa pratica sono:

  • Spensieratezza e leggerezza
  • Allontanamento dalla realtà virtuale e dall’iperconnessione
  • Relax
  • Vivere le giornate liberamente senza sentire la pressione di internet
  • Concentrarci sul qui ed ora
  • Imparare a dire di no
  • Concentrarsi sul come ci si sente e non su come si appare
  • Non confrontare la propria vita con quella degli altri

Sposare la formula della Jomo ci aiuta a migliorare lo stile di vita e a concentrarci sulle attività che davvero ci rendono felici.

Ad esempio limitare l’uso dei social media consente di rivalutare gli spazi intimi e privati, ma soprattutto di tenere lontana la vita dal palcoscenico digitale.

Leggi anche: Digital Detox: 7 modi per disintossicarsi da smartphone e computer

Quali sono le differenze con la Fomo?

Mentre la Jomo indica la gioia di perdersi qualcosa, la Fomo, Fear of Missing Out, è la paura di essere esclusi dalle tendenze e dagli eventi mondani.

La necessità di vivere sempre iperconnessi genera ansia e malessere all’idea di perdersi un evento. Tra i comportamenti di questo fenomeno troviamo:

  • Ansia sociale
  • Uso eccessivo dei social
  • Controllare le notifiche
  • Bisogno di postare qualsiasi aspetto della vita sui Social Network
  • Senso di inadeguatezza costante

Il desiderio principale della Fomo è quello di controllare compulsivamente social e notifiche per rimanere sempre in contatto con il mondo esterno. Questo bisogno genera però l’ansia di dover mostrare a tutti i costi di svolgere esperienze piacevoli e di essere presenti agli eventi.

Leggi anche: Una pausa dai social di 7 giorni ci rende più felici e meno ansiosi: lo studio 

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