India, la comunità Jenu Kuruba sfrattata dalla riserva delle tigri: “Chi conosce la foresta meglio di noi?”

Continua in India la lotta di una famigerata comunità indigena, i Jenu Kuruba, per evitare di essere “rimossi” dalla loro terra, nel parco delle tigri del Nagarhole.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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India. Da più di un anno è in atto una protesta al di fuori di ogni panorama mediatico: la protesta dei Jenu Kuruba, storica comunità indigena dello stato del Karnataka, nella parte meridionale del paese asiatico.

I Jenu Kuruba, famigerati perché conosciuti come “raccoglitori di miele”, vivono nelle foreste della regione e hanno come attività principale la produzione di miele e la coltivazione. Sono, inoltre, i “guardiani” delle tigri del Parco Nazionale di Nagarhole, sempre nel Karnataka. Una vocazione secolare, cuore pulsante della comunità tribale, che oggi si vede minacciata, nel suo legame territoriale, dalle istituzioni indiane.

Una continua battaglia, di una comunità di circa 35.000 persone, che va avanti dopo la decisione delle istituzioni di trasformare l’area del parco in una riserva delle tigri che ha anche una ragione turistica, con tour e tutto il resto.

Già una parte della comunità è stata obbligata a trasferirsi in zone limitrofe e, ora, rimane la strenua resistenza di una parte dei Jenu Kuruba.

Una protesta comunitaria che accusa le autorità del parco di abusi e minacce con lo scopo di farli emigrare in una non ben precisata zona e che non tiene conto dei diritti delle popolazioni indigene, garantiti invece dal Forest Rights Act sui diritti degli Adivasi, l’insieme delle comunità tribali indiane.

India, il Forest Rights Act e i diritti delle popolazioni indigene

india proteste comunità indiana

In India, il FRA, Forest Rights Act è una riforma del 2006 del governo indiano che riconosce i diritti delle molte comunità indigene presenti sul territorio del gigante asiatico. Sancisce una serie di politiche per la tutela del territorio in rapporto a queste popolazioni. 

Tra le norme, la partecipazione allo sviluppo del territorio con particolare attenzione alle diverse necessità e la simbiosi tra queste comunità e il territorio che abitano. E questa è forse la parte centrale e rivoluzionaria di questa riforma.

Nella norma si abbracciano una serie di “privilegi”, tra cui la libertà di accesso a svariate zone, alle fonti idriche, la tutela della biodiversità e l’eventuale interruzione, da parte di agenti esterni, di qualunque tipo di attività che possa compromettere l’eredità-identità naturale e culturale delle stesse realtà tribali.

I Jenu Kuruba hanno inoltrato la loro richiesta di riconoscimento dei diritti territoriali nel lontano 2009, ma ancora oggi non hanno visto riconosciuto il loro diritto di abitare nel parco di Nagarhole.

Le proteste dei Jenu Kuruba in India e l’appello per la salvaguardia del parco

india la protesta dei Jenu Kuruba

Lo scorso anno, i “raccoglitori del miele” del Karnataka hanno indirizzato anche alle istituzioni statunitensi un appello per far sì che ritirassero il loro appoggio a questo progetto. Appoggio in essere tramite la WCS (Wildlife Conservation Society), organizzazione internazionale che si occupa di salvaguardare parchi e animali.

Nonostante si parli di trasferimenti volontari, un altro punto di vista ci viene comunicato da Survival International India che, in una recente dichiarazione, parla di sfratti forzati e persecuzioni verso coloro che non voglio lasciate la loro terra nel parco. Il tutto accompagnato da gravi abusi.

I leader delle comunità protestano da giorni davanti al Dipartimento delle Foreste dell’India, affermando che loro sono gli unici ad avere le competenze per tutelare il parco e soprattutto gli animali, tra cui le famigerate tigri del parco Nagarhole, che la comunità adora come una divinità.

Il loro legame con il territorio è sancito anche dalla presenza delle tombe dei loro antenati, oggetto di venerazione dei Kuruba.

L’aria socio-politica, nell’era del presidente indiano Modi è pesante, soprattutto per chi protesta e chi è contro. Basti guardare a ciò che è accaduto agli agricoltori di Delhi, repressi pesantemente dalla polizia.

I Jenu Kuruba precisano che la loro è null’altro che una naturale richiesta di continuare a vivere come hanno sempre fatto in sintonia con la foresta e gli animali, senza pretese. E sono disposti a battersi fino alla fine per far fede alla loro tradizione tribale e proteggere quella che loro chiamano “casa”.

Leggi anche: L’albero della vita, un simbolo di rinascita e pace

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Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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