Incoronato Re Carlo III, ma è protesta: “La monarchia inglese è ancora necessaria?”

Se infatti la maggior parte dei capi di Stato e vertici Ue si è congratulata con i nuovi sovrani, c'è una fetta di popolazione che di Monarchia non vuole più saperne.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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C’era grande attesa per l’incoronazione di Re Carlo III all’abbazia di Westminister, cominciata alle 12 di oggi con il canonico ingresso accompagnato dalle trombe d’onore. Attorno alle 14.30, assieme alla Regina Camilla, il sovrano è rientrato a Buckingham Palace sulla Gold State coach, forse il simbolo più eloquente dello sfarzo lussureggiante dei reali inglesi.

Proprio quello sfarzo che molti cittadini non hanno mancato di condannare. Se infatti la maggior parte dei capi di Stato e vertici Ue si è congratulata con i nuovi sovrani, c’è una fetta di popolazione che di Monarchia non vuole più saperne.

Le proteste dei repubblicani durante l’incoronazione di Carlo III: 6 arresti

A protestare contro l’incoronazione di Carlo III è stato un gruppo di manifestanti repubblicani che, ritrovatosi prima della cerimonia a Trafalgar Square, ha urlato lo slogan (riportato anche sulle magliette) “Not My King”. Il capo del gruppo anti-monarchico “Republic”, Graham Smith, è stato arrestato durante la protesta in piazza.

Altre sei persone sono state arrestate mentre esponevano cartelli contro il Re lungo il percorso della processione prevista per l’arrivo a Westminster della famiglia reale. Ma centinaia di persone hanno continuato a protestare anche durante la cerimonia di incoronazione. La folla, composta soprattutto da giovani, si è scagliata soprattutto contro l’eccessiva e ostentata ricchezza concentrata nelle mani di una sola famiglia.

Intervistati dalla BBC, i manifestanti hanno sottolineato quanto la polizia non sembri “incline al diritto di protesta pacifica”, aggiungendo che gli agenti non hanno voluto fornire ai sei fermati motivazioni relative all’arresto. “Alcuni dei nostri cartelloni sono stati perfino fraintesi, non ci sarebbe mai stato permesso di essere visibili qui – hanno affermato – sapevano che stavamo arrivando e avrebbero trovato un modo per fermarci”.

Le proteste contro l’incoronazione di Re Carlo III si spiegano pure col fatto che la Corona inglese sopravviva essenzialmente grazie a soldi pubblici. Ogni anno, infatti, il Parlamento “paga” ai reali il cosiddetto “Sovereign grant”, il sussidio del sovrano, che nel 2021-2022 è stato pari a 86 milioni di sterline, ovvero circa 100 milioni di euro. Senza contare che, con la cerimonia di oggi, sia da considerare quest’anno pure qualche spesa extra.

Incoronazione di Re Carlo III: la Monarchia continua ad essere simbolo di stabilità

Incoronazione di Re Carlo III: la Monarchia continua ad essere simbolo di stabilità

Ma se è vero che le tesi di chi protesta contro l’incoronazione di Re Carlo III sono più che fondate, è pure vero che la Corona inglese frutta molti guadagni al Paese.

L’enorme potere di attrattiva dei reali e di tutto il mondo che li circonda, i turisti che ogni anno arrivano a migliaia per osservare il mondo della Monarchia più da vicino, sono tutti dei benefici che superano i costi. Un’analisi risalente al lontano 2017 e riportata da Il Sole 24 Ore, stimava in 1,7 miliardi tutto l’indotto che la monarchia genera per il Pil britannico.

Ma forse non si tratta solo di soldi. I Repubblicani, oltre a un cambio istituzionale, vogliono la fine di un mondo considerato ormai retrogrado, superato, lontano dal popolo e sfacciatamente lussoreggiante mentre spesso molti cittadini vivono di stenti.

Altri invece sottolineano che nel caos e nel repentino avvicendarsi degli eventi tipico del mondo di oggi, un’istituzione millenaria come la Monarchia inglese possa essere garanzia di stabilità, di riconoscimento, di sicurezza. Il dibattito continua. Quel che è certo è che, ancora oggi, tutto il mondo era incollato alla tv.

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Asia Buconi
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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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