Il ritorno a scuola nella Fase 2 in base all’andamento della pandemia

Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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In questa Fase 2 di convivenza con il Covid 19 si pensa a come tornare a scuola. Uno studio che vede impegnato il Ministero dell’istruzione, quello economico e il comitato tecnico scientifico. Ci sono al vaglio tre scenari diversi in base agli ordini di scuola e soprattutto all’andamento della pandemia.

Le varie esigenze dei bambini

La scuola è vita, è conoscenza, è il luogo dove coltivare le prime amicizie e, per i più grandi, il primo amore. Per tornare a scuola in sicurezza, sul tavolo dei lavori vanno tenute in considerazione le esigenze relazionali dei bambini, che variano in base agli ordini di scuola , con una possibile riduzione dei gruppi classe e di conseguenza, al necessità di ulteriori spazi, d’accordo con gli enti locali. Secondo quanto dichiarato a SkyTg24 il vice ministro all’Istruzione Anna Ascani:

I bambini più piccoli hanno assolutamente bisogno di recuperare una relazione in presenza. Quindi nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado, tradotto elementari e medie, noi immaginiamo di poter avere la scuola in presenza. Naturalmente riducendo i gruppi classe, quindi, facendo in modo che una classe sia divisa in due, ma moltiplicando le attività che si fanno, aggiungendo, più musica, arte, sport, creatività digitale e laboratori.

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Lo scenario per i più grandi

I bambini più grandi sono più indipendenti e, rispetto ai più piccoli, in grado di gestirsi da soli. Lo scenario che le istituzioni stanno pensando per loro prevede una suddivisione della didattica in presenza, ma proseguendo anche quella a distanza, testata durante il lockdown. Secondo la Ascani:

L’attività in presenza sarà di meno rispetto al passato e sarà integrata con la didattica a distanza, che soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado ha funzionato meglio.

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La nuova scuola con ampliamento di organico

Il Ministero dell’Istruzione si sta confrontando con quello dell’Economia per verificare la possibilità di dotare la scuola di più professionalità specializzate per le nuove attività educative. Sarà fondamentale anche l’apporto dei Comuni sul territorio, come sottolinea la vice ministra Ascani:

I Comuni hanno delle relazioni importanti con enti del Terzo Settore e associazioni che possono farsi carico di un pezzetto di queste attività educative, però per noi conta avere un organico potenziato, perché naturalmente è quello che ci permette di organizzare più attività.

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