Il regalo di Nadia Toffa: ci insegna a non avere paura

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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E forse ora qualcuno potrebbe pensare che hai perso, ma chi ha vissuto come te NON PERDE MAI. Hai combattuto a testa alta, col sorriso, con dignità e sfoderando tutta la tua forza, fino all’ultimo, fino a oggi. “Non bisogna vergognarsi di guardarlo in faccia e chiamarlo per nome il bastardo, – dicevi – che magari si spaventa un po’ se lo guardi fisso negli occhi”.

Con queste parole, pubblicate sulla loro pagina Facebook ufficiale, la redazione de Le Iene ha salutato questa mattina Nadia Toffa, classe 1979, conduttrice storica del programma che negli ultimi anni ha conquistato mente e cuore degli italiani. Così tanto che la stessa Mediaset ha organizzato un repentino cambio di palinsesto per ricordare l’inviata dallo sguardo sempre volto alla giustizia e l’incrollabile fiducia nel futuro. Del resto, quando cresci come ginnasta, la capacità di resistere al dolore, alla fatica e alle cadute diventano una forma mentis, e di questa capacità di rialzarsi sempre e comunque la Toffa aveva fatto una bandiera. Leggi anche: Cos’è la resilienza, la capacità di ricominciare

Da Brescia al piccolo schermo, una carriera al servizio della verità

In contemporanea con gli studi universitari in Lettere e Filosofia, Nadia esordisce a soli 23 anni nelle emittenti locali di Lombardia ed Emilia Romagna. Finalmente approda alle Iene nel 2009. Il successo delle sue inchieste, dalla ludopatia alle truffe delle farmacie ai danni del servizio sanitario nazionale, dallo smaltimento dei rifiuti da parte della Camorra in Campania alla prostituzione minorile e i bambini in vendita, fanno sì che la direzione decida di inserirla a pieno titolo tra gli inviati speciali del programma. Il suo lavoro come giornalista le vale numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Lucchetta e il Premio Internazionale Ischia di Giornalismo, nonché la cittadinanza onoraria di Taranto per le sue inchieste sull’ILVA. Sin dall’inizio, quello che contraddistingue il lavoro di Nadia è il suo cercare la giustizia ad ogni costo, la sua tempra battagliera sorretta da uno sguardo pur sempre fiducioso nel futuro. Il suo incoraggiamento agli abitanti della città dei due mari è un perfetto esempio del suo modo di vivere:

Questa città ce la può fare. La vita è questa, devi trasformare la sfiga in sfida.

Allo stesso modo ha vissuto la sua battaglia contro il cancro, cercando anche di fare di più. Non solo affrontando la malattia a testa alta, ma anche rendendo pubblica la sua battaglia, perché conoscere un nemico è il metodo più efficace per combatterlo e aiutare anche gli altri a farlo.

 

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Io e Totò unite contro l’afa ????! E dalle vostre parti come va? Vi bacio tutti tutti tutti N

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La grande battaglia contro il cancro

La sua lotta contro il cancro comincia due anni fa, quando nel dicembre 2017 ha un malore durante una trasferta di lavoro a Trieste. Da lì la scoperta di un tumore cerebrale e i primi interventi seguiti dai cicli di chemio e radioterapia. Da questa esperienza Nadia tira un fuori un libro dal titolo Fiorire d’Inverno, permeato come sempre di quella incrollabile forza d’animo che non l’abbandona neanche nel periodo più buio. Il rientro in studio arriva dopo due mesi, nel febbraio 2018. Sin da subito Nadia non sembra aver paura di mostrare a tutti le sue fragilità: “Questa che indosso è una parrucca”, annuncia pubblicamente in trasmissione, “Penso non ci sia assolutamente niente di cui vergognarsi, anzi”. Una battaglia che sembra finalmente vinta, fino alla recidiva nel marzo successivo. A questo punto Nadia decide di mostrarsi ancora più agguerrita di prima. Attraverso i social racconta i momenti salienti della sua battaglia, quelli di fragilità e debolezza, ma anche quelli di ottimismo. Lancia a gran voce un appello in sostegno della ricerca e della medicina tradizionale, e invita a diffidare dei ciarlatani che promettono miracoli e guarigioni divine attraverso tecniche di dubbia validità. Ringrazia di cuore chi le dimostra affetto e si scontra persino con un folto gruppo di haters quando una sua dichiarazione viene fraintesa:

Ho ricevuto critiche e tanto affetto. Affetto dalle persone che sono vicine a una persona malata, che sono state malate, da chi ha perso un familiare per un tumore, cioè da chi conosce, perché è ovvio che è difficile ‘mettersi nei panni di’, se non lo hai provato sulla tua pelle. Alle persone che mi criticano rispondo con battute, e quando gli rispondi stanno zitti, si ritirano. Le critiche? Riesco a trasformarle in forza ulteriore. Non ho mai detto che il cancro è un dono ma che io ho cercato di trasformarlo in un dono.

E così, sempre con il sorriso e accompagnata dall’inseparabile cagnolino Totò, continua fino alla fine la sua ultima grande lotta per la giustizia: quella di sensibilizzazione verso la malattia, ribadendo il diritto dei pazienti a vivere una vita normale, piena e soprattutto bellissima. Perché a volte a sopravvivere non si riesce, ma a non lasciarsi cambiare neanche dal dolore sì. Ed è la più grande delle vittorie.

Non ho paura della morte. E non vorrei mai sapere quando morirò, perché non saprei che fare. Io voglio vivere la mia vita normale, senza cambiare una virgola. La vita è stramba, ci stupisce sempre, ma anche con i lieti fine però. Ci sono persone che guariscono, persone che imparano dal dolore, dalla morte, a non avere paura. Io non ho più paura di morire.

Leggi anche: Non solo Ilva, Taranto non smette di sperare   di Marianna Chiuchiolo

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