A Roma il primo Festival del Nonsense: “Contro lo svilimento delle creatività”

Contro lo svilimento delle forme espressive, in arrivo a Roma il primo Festival del Nonsense, a cura di Giancarlino Benedetti Corcos e Sergio Bevilacqua. Appuntamento il 27 e il 28 ottobre a via della Penitenza.

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

Nonsense unica via! Lo spettro dell’austerity tra una pandemia e una guerra è quasi un sottofondo naturale. Ma come diceva Marcuse nell’Uomo a una dimensione, il rischio dell’alienazione è dietro l’angolo. Marcuse ci parlava di una palude esistenziale in cui è facile invischiarsi nelle nostre società del capitale e del profitto: quella della diserotizzazione. E che individui siamo senza l’amore, che ha realizzazione di sé solo se si manifesta?

Nell’ardua impresa, possiamo correre ai ripari, perché in fondo la libertà, che dell’amore è l’altro volto, è un modo di essere, uno stato d’animo, un’evasione. E la strada più promettente in questo senso, ce lo insegnano l’arte e la letteratura, è quella dell’evasione dal linguaggio e del linguaggio. Questo non è un tradimento, ma un gioco, un gioco pieno di significato, anzi di significati, il gioco del nonsense.

Contro lo svilimento delle forme espressive, a Roma il 27 e il 28 ottobre avrà luogo il primo Festival del Nonsense, ideato da Giancarlino Benedetti Corcos, insieme a Sergio Bevilacqua: alternerà artisti, pittori, coreografi, poeti e architetti, come Carlo Severati, Carmelo Bavaglio ed Ettore Pellegrini in un susseguirsi di libere espressioni. Sarà un’occasione per spaziare tra letture di autori classici di nonsense e produzioni originali.

nonsense

Il nonsense esperienza intensa di realtà

L’idea del respiro ossigenante è dell’artista Giancarlino, ma più che artista ama definirsi pittore. Il festival dedicato sarà un omaggio alla sua matrice anglosassone e alla letteratura irlandese, il limerick, ad autori come Edward Lear, Lewis Carroll, Tom Stoppard, tra allitterazioni e rime enfatiche, che danno corpo al nonsense d’autore.

Abbiamo dialogato con l’ideatore del Festival romano del Nonsense, Giancarlino Benedetti Corcos, che ci ha riferito come l’evento sia voluto “per percorrere strade nuove nel linguaggio fortemente in crisi da un odierno svilimento delle forme espressive…”. Racconta Giancarlino:


Protagonisti del Festival non solo gli autori sopracitati, ma anche un po’ Joyce, un po’ Gadda, Landolfi, Scialoja, Petrolini e altri.

noi siamo liberi di spaziare in una sorta di Speakers’ Corner come a Hyde park.

Chi vorrà leggere qualcosa di suo o di altri o un autore classico del nonsense può farlo e i musicisti accompagneranno il tutto.

L’arte del nonsense: spiegare il mondo tramite il suo opposto

Spiegare razionalmente il mondo, descrivendolo tramite il suo opposto rende possibile ciò che altrimenti sarebbe impossibile raffigurare. Quindi ricorrere al nonsense è paradossalmente un’esperienza di realtà.

Una consapevolezza che possiamo radicare non solo nell’800, periodo inaugurale del nonsense, ma anche andando a ritroso di tantissimo, ce lo insegna già il “Tao te ching”, conosciuto come “Il libro della Via e della Virtù”, un’opera di duemilacinquecento anni fa. Di questo assioma risalente agli albori del mondo, chiarificatore è il commento di Heidegger: “Il niente non è la pura negazione dell’ente. Al contrario il niente, nel suo nientificare, ci rinvia all’ente nella sua manifestatività”. E mentre la lacerazione del tessuto linguistico prepara il terreno per una nuova coscienza, il nonsense ne indica la strada.

Il nonsense come recupero di abilità creative

L’arte del nonsense conferma che vi è un legame tra l’esperienza del linguaggio e il distacco da sé. In questo vuoto derivante dallo smembramento del linguaggio, una forza fa irruzione nell’interiorità e la spinge fuori di sé. Aggiunge Giancarlino:

Il nonsense apre forse a un diverso modo di concepire il sense, una ginnastica mentale che attraverso strade nuove ci permette di attingere alla nostra creatività e alla comunicazione, introversa o estroversa.


Artisti, attori, poeti, architetti, musicisti, coreografe, proveranno a percorrere strade nuove.

Il ricordo vivissimo di Laura Rosso

E per immergerci di più in questa dimensione, ripensiamo alle parole di Laura Rosso. L’artista, poetessa e compagna di Giancarlino, venuta a mancare dieci anni fa– che tanto manca anche al mondo dell’arte- è fonte di ispirazione viva con “Arte Urbana”, progetto di grande sperimentazione e originalità per l’eccentrica finalità di coinvolgere in processi artistici utenze specifiche, quali ad esempio gli appartenenti ai corpi di polizia, riproponendo oggetti di loro uso quotidiano attraverso esibizioni di stampo dada e duchampiano:

Mi sembra fondamentale ed incisiva la scelta di proporre all’interno del progetto “arte urbana” strutture e situazioni che di solito sono tenute, forse non a caso, fuori da qualunque tipo di sperimentazione contemporanea.

Da vari anni porto avanti attraverso il mio lavoro artistico una ricerca di tipo linguistico filosofico. Ho approfondito testi di Wittengstein, Cassirer, Humbolt, perché parto dall’assunto che il male della società contemporanea è un male del linguaggio.

Questo mondo infatti sfugge spesso a ogni narrazione, ma ciò invece non è un male. E sulla chiave del nonsense asserisce in modo illuminante anche l’artista Livia Bigi:

Alle storie preferisco le citazioni, gli sbalzi di senso, le deviazioni, le contraddizioni, i ritiri del significato.

Le cose migliori spesso mancano le parole, le sfiorano, ma non le riempiono. La forma del nostro andare nel mondo è il vero contenuto, e spesso sfugge ad ogni narrazione.

Questo è lo stile di cui parlava Flaubert che avrebbe amato scrivere un libro che non parlava di niente.

C è una fede, un credo, una fame di vita che sfugge ad ogni contenuto per vivere semplicemente nell’inspiegabile.

Viva Giancarlino Benedetti Corcos, viva il nonsense. Grazie.

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Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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