Idrossiclorochina come terapia contro il Covid: l’ok arriva dal Consiglio di Stato

A seguito del ricorso di un gruppo di medici di base contro la decisione di AIFA di sospendere l'utilizzo dell'idrossiclorochina per le cure domiciliari contro il Covid, oggi è intervenuto il Consiglio di Stato.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Sì all’uso dell’idrossiclorochina come terapia anti Covid. È questa la decisione della III Sezione del Consiglio di Stato che oggi ha accolto, in sede cautelare, il ricorso di un gruppo di medici di base e ha sospeso la nota di AIFA dello scorso 22 luglio che ne vietava, invece, la prescrizione off label, cioè per un uso non previsto dal bugiardino del farmaco.

Il Consiglio di Stato dice sì all’uso dell’idrossiclorochina come terapia anti Covid

Diversi medici, in diverse regioni italiane, sin da marzo hanno sperimentato l’utilizzo dell’idrossiclorochina nelle terapie contro il Covid-19, riscontrando un certo successo nel trattamento dell’infezione. Il 22 luglio, però, una nota di AIFA ne vieta la prescrizione off label.

Gli stessi medici hanno chiesto un ricorso contro la decisione di sospendere l’utilizzo del farmaco nei protocolli di cura domiciliari contro il Covid. Il Consiglio di Stato, che ha valutato il ricorso, oggi scrive in ordinanza:

La perdurante incertezza circa l’efficacia terapeutica dell’idrossiclorochina, ammessa dalla stessa AIFA a giustificazione dell’ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati, non è ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l’irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale.

La scelta se utilizzare o meno il farmaco, in una situazione di dubbio e di contrasto nella comunità scientifica, sulla base di dati clinici non univoci, circa la sua efficacia nel solo stadio iniziale della malattia, deve essere dunque rimessa all’autonomia decisionale e alla responsabilità del singolo medico in scienza e coscienza.

Leggi anche: Covid-19: potrà bastare l’aspirina a salvare una vita?

Idrossiclorochina, opportunità di cura contro il Covid

idrossiclorochina
La III Sezione del Consiglio di Stato ha dato l’ok per l’utilizzo dell’idrossiclorochina come terapia domiciliare anti-Covid.

Attenzione, nessuna panacea. L’idrossiclorochina continuerà a essere prescritto secondo “responsabilità del singolo medico in scienza e coscienza”, ovviamente con consenso informato del paziente e fermo restando il monitoraggio attento del medico che lo ha prescritto.

Erich Grimaldi, l’avvocato che ha sostenuto l’istanza del gruppo, così ha commentato la decisione del Consiglio di Stato di oggi:

È stata restituita una giusta opportunità di cura agli italiani, tenendo conto delle evidenze dei territori. Siamo davvero soddisfatti.

Da oggi è consentita la prescrizione del farmaco sotto precisa responsabilità del medico e su suo stretto controllo, ai pazienti affetti da Covid nella fase iniziale della malattia.

Questo significa rispettare la professione medica, esercitata in scienza e coscienza, come abbiamo sempre sostenuto.

Tra i medici che hanno aderito al ricorso: il professore Luigi Cavanna di Piacenza, la dottoressa Paola Varese di Ovada, il dottor Luigi Garavelli di Novara, il dottor Riccardo Szumski di Treviso e il dottor Andrea Mangiagalli di Milano.

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Idrossiclorochina non è spesa medica rimborsabile

Il Consiglio di Stato sospende la nota di AIFA sull’utilizzo dell’idrossiclorochina come terapia anti Covid, ma non è oggetto di sospensione, né di contenzioso, invece, la decisione dell’Agenzia di escludere il farmaco dal regime di rimborsabilità dal Sistema sanitario nazionale in caso di prescrizione off label.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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