House of One, lavori in corso per la pace interreligiosa: cristiani, ebrei e musulmani pregheranno insieme

Un luogo di culto unico come spazio di incontro e dialogo tra fedi differenti.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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House of One, il luogo di incontro e dialogo tra diverse religioni aprirà presto a Berlino.

L’idea del pastore Gregor Hohberg di ospitare nello stesso luogo una moschea, una sinagoga e una chiesa, collegate da una sala comune che funga da punto di ritrovo e scambio, verrà presto realizzata.

Lavori in corso per la House of One

Lavori in corso per la House of One.

Un ebreo, un cristiano e un musulmano si ritrovano a Berlino a pregare insieme: quella che sembra una barzelletta sarà invece presto una realtà.

Il pastore Gregor Hohberg non solo ha lanciato l’idea, ma ha anche già coinvolto il rabbino Tovia BenChorin, poi sostituito da Andreas Nachama, e l’imam Kadir Sanci: la “churmosqagogue”, come l’ha già denominata qualcuno, vedrà presto la luce.

Lo studio Kuehn Malvezzi, che si sta occupando del progetto, sta predisponendo gli spazi affinché ciascun fedele possa disporre di un luogo adeguato alla professione della propria fede così come di aree in cui incontrare, confrontarsi e dialogare con fedeli di religioni diverse.

I lavori inizieranno il 27 maggio 2021 e il 47 milioni di euro preventivati hanno già fatto discutere.

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House of One, perché la preghiera è incontro e dialogo

House of One, perché la preghiera è incontro e dialogo.

Malgrado le polemiche sollevate da molti, preso soprattutto atto del budget che sarà necessario per la costruzione dell’opera così come dell’impossibilità di includere tutti i credo, resta da riconoscere un fatto: la pace interreligiosa a cui la struttura mira è un traguardo alto.

Avere uno spazio in cui religioni diverse possano comunicare e confrontarsi pacificamente significa gettare le basi per un rapporto bonario e di reciproco rispetto: significa, finalmente, tolleranza.

L’auspicio è quello di poter mettere finalmente fine agli estremismi religiosi e dar avvio a una convivenza pacifica tra le diverse fedi.

La tolleranza ha bisogno di spazi di incontro.

Luoghi, sedi, dove la gente possa trovarsi e parlare apertamente, discutere. Spazi in cui ci si possa mostrare senza timore, con tutte le proprie esperienze e pensieri.

I pregiudizi di solito possono essere superati attraverso il dialogo.

Una volta che conosci qualcuno, lo vedi come una persona.

Noi di House of One consideriamo parte del nostro compito il creare luoghi del genere e facilitare questo tipo di incontri.

Ha spiegato il Reverendo Gregor Hohberg, parroco della congregazione Evangelica di S. Pietro-S.Maria e Presidente della Fondazione House of One.

La sala in cui i diversi fedeli vanno a coabitare è il cuore, il fulcro della società urbana, prevalentemente laica, è il luogo dove conoscere le vari confessioni e impararne. Il Reverendo chiarisce:

Insieme, le tre religioni invitano le persone che seguono una fede diversa, o anche nessuna fede, a venire a fare domande e ad assistere a discussioni appassionanti.

Tuttavia, malgrado la nobiltà del compito della House of One, tra gli oppositori non manca chi sostiene la virtù del pluralismo religioso così come l’importanza di preservare il valore e le peculiarità dei singoli luoghi di preghiera.

Le religioni verso il dialogo

House of One: le religioni verso il dialogo.

Il progetto berlinese non è il primo volto alla costruzione di un dialogo pacifico tra confessioni differenti.

La House of Religions, in Svizzera, il Temple of all Religions in Russia, così come quella che sarà costruita ad Abu Dhab, la Abrahamic Family House sono state edificate allo stesso scopo.

Tra favorevoli e contrari alle soluzioni proposte, quel che resta è la solita paradossale evidenza: si cerca di costruire un dialogo multireligioso, ma troppi fedeli, ancora, non vogliono comunicare.

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Asia Solfanelli
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