Nell’era Covid i trasferimenti nelle grandi città crollano, tranne in una: ecco quale

Al tempo della pandemia le grandi città perdono appeal. Analizziamo nello specifico il caso di Firenze e di Bologna.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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La pandemia fa crollare i trasferimenti di residenza nelle grandi città. È quello che emerge dall’elaborazione effettuata dal Sole 24 Ore sulla base dei bilanci demografici mensili Istat, aggiornati fino a ottobre 2020, relativi alla popolazione residente nei comuni capoluogo delle 15 città metropolitane.

Covid, le grandi città perdono residenti al tempo della pandemia

Le grandi città perdono appeal al tempo della pandemia. Perché? Il lockdown imposto per contenere i contagi da coronavirus, lo stop imposto per motivi di sicurezza ai weekend nelle seconde case, il crollo del turismo. Sono tanti e diversi rispetto al passato gli elementi che pesano sulle decisioni delle persone nel lungo periodo. È per questo motivo che la scelta del dove vivere non è più scontato come una volta. Anche l’avvento dello smart working ha creato nuove esigenze: non serve più vivere vicino al luogo di lavoro, piuttosto occorre una casa con una efficace connessione internet.

Nelle grandi città metropolitane vive il 16% della popolazione italiana: i residenti sono in calo da ormai cinque anni. Soltanto Bologna e Milano da 2015 a fine 2020 hanno visto crescere il numero di cittadini registrati all’anagrafe, rispettivamente del 2,3% e del 4,1%.

In media la popolazione nelle grandi città a ottobre risultava in calo del 2,4% rispetto a ottobre 2015, con un trend costante nel quinquennio, confermato negli ultimi 12 mesi (-0,7%). A perdere più cittadini sono Catania (-6,4% in cinque anni), Messina e Reggio Calabria.

Tra le grandi città, l’unica in controtendenza è Bologna che dal 2015 ha guadagnato il 2,5% dei residenti. Mariagrazia Bonzagni, direttore dell’area programmazione, controlli e statistica del Comune di Bologna, spiega perché:

L’università, la centralità logistica e i servizi educativi rendono Bologna una città accogliente.

Leggi anche: Rivivere borghi e città del Sud è più che mai necessario. Intervista ad Anna Laura Orrico

Covid, nascite e decessi nelle grandi città

Grandi città.

Per notare ancor di più gli effetti della pandemia sulle grandi città occorre analizzare le variazioni registrate in anagrafe tra gennaio e ottobre 2020.

In media nelle 15 grandi città si rileva un incremento dell’8,9% dei decessi. Milano, nel 2020, ha chiuso il bilancio demografico in negativo: +21% di decessi (oltre 4mila morti in più nel 2020), ma anche il forte calo delle nascite (più di mille nati in meno).

Il virus ha rallentato i cambi di residenza: nelle città metropolitane le iscrizioni anagrafiche sono crollate in media del 23% e le cancellazioni dell’8,7 per cento.

Grandi città, il caso di Firenze

Grandi città Firenze.

Enrico Conti, consigliere comunale con delega ai servizi demografici di Firenze, ha spiegato che nello specifico caso della città fiorentina, l’andamento demografico appare stabile e in linea con le tendenze demografiche note a livello italiano.

A Firenze negli ultimi 4 anni a partire dal 2017 si è verificato un incremento delle verifiche sulla residenza, a cura dei servizi demografici ed è questa la causa della perdita registrata del 5,6% dei cittadini:

Questa attività ha avuto la conseguenza di cancellare dall’anagrafe a partire dal 2017, 21.205 persone di cui 9.772 stranieri pari al 46,1% del totale degli irreperibili.

Il consigliere comunale Enrico Conti spiega che lo svuotamento del centro storico di Firenze è dovuto al cambiamento degli stili di vita, e alle scelte urbanistiche a favore della limitazione del traffico veicolare.

Leggi anche: Comprare casa nel 2021? È l’anno giusto, ecco perché

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Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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