Giornata mondiale della tubercolosi: ogni anno la TBC uccide ancora 1 milione e mezzo di persone

Oggi è la Giornata internazionale della tubercolosi. Nonostante sia ritenuta da molti un problema superato, la malattia rappresenta una delle prime cause di morte nel mondo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Oggi 24 marzo, è la Giornata mondiale della tubercolosi (TBC), in ricordo di quando proprio in questo giorno, nel 1882, Robert Koch annunciava alla comunità scientifica la scoperta dell’agente eziologico della malattia.

Trasmissione per via aerea, sintomi come tosse, perdita di peso, febbre e sudorazioni, sono in questo momento parole che non possono non farci pensare al Covid-19. Ma sono anche le caratteristiche e i sintomi della tubercolosi.

E, se da molti viene considerata una malattia ormai sconfitta, la tubercolosi rappresenta in realtà una delle prime dieci cause di morte in tutto il mondo.

Per questo motivo, l’Oms ha come obiettivo quello di sensibilizzare istituzioni, organizzazioni della società civile, operatori sanitari e attori coinvolti nella lotta alla tubercolosi, così da collaborare e unire gli sforzi per fermare la malattia e ridurre i decessi ad essa collegati.

Giornata mondiale della tubercolosi: 10 milioni di malati e 1.4 milioni di morti nel 2019

A livello mondiale bisogna raggiungere l’obiettivo della strategia “End TB” di porre fine alla tubercolosi entro il 2030, come parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

L’Oms dal 1997 pubblica ogni anno il Global Tubercolosis Report, un documento che descrive la situazione epidemiologica nei paesi aderenti. Nel 2019, questi erano i dati sulla situazione mondiale della tubercolosi:

  • 10 milioni di persone hanno contratto la tubercolosi
  • 1.4 milioni di persone sono morte a causa della malattia
  • Si stima che 1.2 milioni di bambini si siano ammalati di tubercolosi
  • Si stimano 465.000 nuovi casi con resistenza alla rifampicina, il farmaco più efficace contro la tubercolosi; la tubercolosi multi-farmaco resistente (MDR-B) rappresenta un grave problema per la salute pubblica e una minaccia per la sicurezza sanitaria.

Nel 2018, l’onere più elevato di tubercolosi lo hanno avuto Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Nigeria, Pakistan, Filippine e Sudafrica. Mentre Brasile, Cina, Russia e Zimbabwe (che hanno tutti un elevato tasso di tubercolosi) hanno raggiunto livelli di copertura del trattamento di oltre l’80%.

E secondo l’Oms gli obiettivi principali rimangono 3:

  • Migliorare la copertura con approcci globali più incentrati sulle persone e con programmi mondiali meglio integrati: le fragili infrastrutture sanitarie, la carenza di manodopera e i sistemi di segnalazione deboli che caratterizzano molti paesi ad alta diffusione di tubercolosi, impediscono infatti di fornire una diagnosi tempestiva e giusti trattamenti.
  • Affrontare la resistenza ai farmaci, che rappresenta uno degli ostacoli principali alla fine della tubercolosi.
  • Aumentare i finanziamenti per la lotta contro la tubercolosi, che rimane cronicamente sottofinanziata. I finanziamenti internazionali (fondamentali per molti paesi a basso reddito) ammontano a 0.9 miliardi di dollari nel 2019, con il 73% proveniente dal Fondo globale. Il principale donatore è il governo degli Stati Uniti, che fornisce quasi il 50% del totale dei finanziamenti dei donatori internazionali. L’Italia contribuisce con 175 milioni di dollari.

Le esigenze prioritarie, secondo l’Oms, comprendono un nuovo vaccino o un efficace trattamento farmacologico preventivo, test diagnostici rapidi al punto di cura e regimi farmacologici più semplici per il trattamento.

Ma l’evento pandemico del Covid-19 ha messo a rischio i numerosi progressi fatti finora, distogliendo l’attenzione dall’importante obiettivo di porre fine alla tubercolosi e di garantire un accesso equo alla prevenzione e all’assistenza nel mondo, specie nei paesi più colpiti dalla malattia.

Leggi anche: Giornata mondiale contro l’Aids, un’epidemia ancora da combattere

Giornata mondiale della tubercolosi 2021: “The clock is ticking”

Nella Giornata mondiale del 2021, il messaggio è stato “The Clock is ticking” (letteralmente, “l’orologio sta ticchettando”), a sottolineare che il tempo di agire per porre fine alla tubercolosi sta scadendo.

La Regione europea ha infatti sviluppato un suo specifico piano di azione per gli anni 2016-2020 con i seguenti obiettivi:

  • Ridurre del 35% i decessi per tubercolosi
  • Ridurre l’incidenza della tubercolosi del 25%
  • Raggiungere un tasso di successo del trattamento del 75% tra i casi di tubercolosi multi-farmacoresistenti (MDR-TB)

Nell’ambito delle attivita internazionali, la 73a sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (tenuta nel 2018) ha affrontato gli obiettivi specifici della prevenzione e controllo della tubercolosi, sottolineando la necessità di un approccio globale alla malattia.

E un approccio di questo tipo deve essere portato avanti anche tra gli Stati membri dell’Ue: sono necessari momenti di confronto tra i diversi programmi nazionali, per ottenere buoni risultati attraverso le seguenti azioni:

  • Contribuire alla formazione del personale sanitario con metodi innovativi
  • Proporre azioni di sostegno, nel contesto della cooperazione internazionale, a favore dei paesi più colpiti dalla tubercolosi
  • Promuovere il coordinamento di tutte le attività di cooperazione internazionale

Giornata mondiale della tubercolosi: la situazione in Italia

L’Italia è definita dall’Oms un Paese a “bassa endemia”, poichè si registrano meno di 10 casi di malattia ogni 100.000 abitanti. La maggior parte dei casi si verifica in soggetti appartenenti alle categorie più deboli o che possono accedere ai servizi socio-sanitari più difficilmente. Questi sono i dati del nostro paese nel 2019:

  • i casi di TBC continuano a scendere dal 2010
  • i casi segnalati passano da 4.692 nel 2010 a 3.346 nel 2019
  • dal 2015 al 2018 è stato registrato un incremento del tasso di notifica nella classe d’età 15-24 anni
  • un tasso in diminuzione è stato rilevato nella classe d’età 0-14 anni
  • l’incidenza calcolata sulle notifiche nazionali scende da 8 casi per 100.000 abitanti nel 2010 a 5,5 casi per 100.000 abitanti nel 2019

La bassa incidenza della tubercolosi in Italia è legata anche al miglioramento della diagnosi e della terapia.

Il Ministero della Salute, insieme alle Regioni e alle Province Autonome, ha elaborato linee guida finalizzate alla prevenzione della tubercolosi, alla sorveglianza della malattia e delle resistenze ai farmaci antitubercolari, studiando percorsi utili a favorire l’accesso ai servizi sanitari per la diagnosi e il trattamento della malattia.

Nell’ambito della 73a sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2018, l’allora Segretario generale del Ministero della Salute Giuseppe Ruocco, in rappresentanza dell’Italia, aveva ricordato l’impegno del nostro paese contro la malattia, sintetizzato nel piano nazionale “Stop TB Italia”.

Il piano si impegna ad azioni relative alla sorveglianza, agli screening, all’aggiornamento delle linee guida relative a diagnosi e trattamento, alla formazione degli operatori e al coinvolgimento attivo dei cittadini.

L’orologio sta ticchettando e il 2030 è vicino, ma il Covid-19 rischia di far slittare anche il raggiungimento dell’obiettivo “End TB” promosso dalle Nazioni Unite. Non esistono, però, epidemie più gravi, nè morti più importanti di altri: per questo bisogna continuare a lavorare con intensità agli obiettivi prefissati per l’abbattimento della tubercolosi, un problema che ancora c’è e che colpisce 10 milioni di persone l’anno, tra cui anche molti bambini.

Leggi anche: Giornata mondiale dell’acqua: per riflettere sull’inestimabile valore dell’oro blu

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