Giornata Mondiale dei Diritti Umani, oggi più sentita che mai

10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani: in commemorazione di un primo passo verso la civiltà, ma di una strada ancora molto lunga.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Giornata mondiale dei diritti umani: era il 10 dicembre 1948, il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato e proclamato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, celebrata poi ogni anno. Oggi si ricordano tutte quelle battaglie condotte per la rivendicazione e l’affermazione di quelle norme alla base della legislazione internazionale che riconosce i diritti inviolabili dell’uomo, una vera e propria conquista civile che vorremmo dar per assodata, ma che invece troppo spesso, ancora, viene oltraggiata e rimessa in discussione.

Le origini della Giornata Mondiale dei Diritti Umani

Giornata mondiale dei diritti umani
Eleanor Roosevelt e la Magna Carta dell’umanità.

La Dichiarazione internazionale dei diritti umani affonda le sue radici nelle atrocità della Seconda Guerra Mondiale e nella volontà di opporsi con zelo a un eventuale ripetersi di tali accadimenti, dai singoli omicidi ai genocidi e massacri di massa ordinati dai nazisti. Proprio dal Processo di Norimberga emerge con forza l’esigenza di punire coloro colpevoli di aver commesso abusi e violazioni, universalmente riconosciuti come tali, indipendentemente dal silenzio o dall’accettazione imposti dalle leggi del paese di origine dei maltrattatori o, nel peggiore dei casi, degli assassini.

Il documento redatto il 10 dicembre del 1948 rappresenta forse la più importante conquista civile degli ultimi 70 anni. E il pensiero oggi va soprattutto a Eleanor Roosevelt, colei che contribuì in modo decisivo alla sua stesura e ‘soprannominò’ la dichiarazione “la Magna Carta dell’umanità”.

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Contro la violazione dei Diritti Umani, l’eterna lotta

Giornata mondiale dei diritti umani
Proteste contro la violazione dei diritti umani, luglio 2020.

Purtroppo, la necessità, che nasce dagli Stati membri dell’ONU, di dare valore sovranazionale a principi riconosciuti come fondamentali e inalienabili, pur nascendo proprio dal dramma generato dalla loro infrazione, non è riuscita a porre fine a quell’instancabile e difficile dialettica tesa tra valori sentiti come irrinunciabili e i vari assetti politici, economici e sociali nonché credenze, tradizioni e inclinazioni soggettive che invece hanno reso e ancora rendono tali diritti circostanziali e variabili.

La Guerra Fredda, le discriminazioni degli anni ’50 in USA, l’apartheid in Sudafrica, la persistenza di regimi dittatoriali sanguinari nel corso della storia, ma anche gli attuali scontri in Siria, i ripetuti episodi di razzismo, di violenza contro le donne o contro gli omosessuali, l’attuale integralismo islamico così come la pandemia non hanno fatto altro che dimostrare il sussistere di contrasti, violazioni e abusi.

Non hanno fatto altro che gettare luce su un’atroce verità: rispettare l’altro, nella sua diversità, nella sua unicità, nel suo semplicemente essere umano, risulta difficile, soprattutto quando subentrano interessi, personali, ma anche politici, economici e culturali. E l’effettiva adozione dei principi fondamentali, almeno in pratica, è lungi da trovare concretezza.

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I fondamenti della Dichiarazione universale dei diritti umani

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani include 30 articoli e un preambolo nel quale gli stati membri dell’ONU elencano le ragioni storiche e sociali che hanno portato alla stesura della carta e riconosco l’esigenza di ascrivere i principi fondamentali in una cornice sovranazionale.

L’ONU si fa così garante della diffusione e del riconoscimento dei diritti fondamentali stilati nel documento. I 30articoli elencano i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali di ciascun individuo e trovano fondamenta in due assunti di base: il riconoscimento della dignità di ogni essere umano, proprio in quanto tale, e l’impegno affinché tutte le libertà enunciate vengano rispettate.

I 30 articoli della Dichiarazione

L’articolo 1:

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Si parte da questo assunto fondamentale, quello di uguale dignità, libertà e fratellanza tra esseri umani, per continuare con la descrizione nei successivi articoli di quelli che sono diritti civili e politici come quello a non essere torturato, arrestato o detenuto arbitrariamente, il diritto di avere una cittadinanza, il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e religione.

Ma si parla anche di diritti economici, sociali e culturali come quello al lavoro, a una rimunerazione equa e soddisfacente, alla maternità e alla protezione sociale durante l’infanzia, all’istruzione gratuita, al riposo, al godere delle arti e partecipare al progresso culturale e scientifico, per finire con il diritto di vivere in una realtà in cui le libertà enunciate siano non solamente riconosciute, ma rese effettive.

Diritti umani in tempi di pandemia

Rileggendo il documento, oggi, nell’enunciare la libertà di movimento da parte dei cittadini all’interno dei loro stati e la facoltà inalienabile di lasciare il territorio di un paese, quell’articolo 13 suona ‘un pò’ beffardo. Mai, come da marzo ad oggi, abbiamo visto la nostra libertà di movimento più compromessa, qualcuno direbbe: “violata”. Lo stato di emergenza sicuramente giustifica molti degli interventi, ma genera inevitabilmente anche un quesito: dove finisce la nostra libertà? In quali casi, circostanze o emergenze possono venire meno i nostri diritti fondamentali?

Il diritto alle cure si è trasformato in dovere di non ammalarsi, come sottolinea l’accademico Paolo Becchi, e il dovere di non ammalarsi ha molte implicazioni, prima tra tutte, quella di non uscire. E mentre conferiamo ai nostri dirigenti sempre più autorità e potere di intervenire direttamente sulle nostre vite, è lecito chiedersi per quanto ancora e in quali altre circostanze potremmo accantonare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, riempire le strade di posti di blocco ed eserciti e, persino, sorvegliare con droni.

La violazione dei diritti umani autorizzata

Se si fosse trovato che le verità geometriche possono turbare gli uomini, già da tempo sarebbero state giudicate false.

La citazione di Stuart Mill esemplifica la preoccupazione di molti, quella che autorizzerebbe circostanze e scenari a mettere in discussione quelli che invece sono, e dovrebbero restare, punti fermi, diritti fondamentali e ineludibili. Non è questa la sede per discutere di crisi pandemica, Dpcm o misure restrittive e di controllo, ma è sicuramente sempre il momento giusto per ponderare e scrutinare disposizioni che vengono dall’alto, soprattutto quando, anche se per una giusta casa, hanno un enorme impatto sulla nostra esistenza.

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Diritti umani oggi

Giornata mondiale dei diritti umani
Proteste contro la violazione dei diritti umani, maggio 2020.

Da un bilancio globale sull’attuale stato mondiale emerge, ancora, con chiarezza l’imponenza e la potenza di quel profluvio di abusi, violazioni, discriminazioni e guerre che ha sorgente in un’appropriazione effimera di quelli che sono i diritti essenziali dell’uomo e che sfocia in un abisso di odio, spesso indifferenza, e ingiustizia. Restringendo il campo di azione ci si rende però conto che le piccole realtà non sono che una riproduzione in miniatura di quel che di fatto è una tragedia globale, in cui dalla lotta per l’affermazione e il riconoscimento dei principi fondamentali si è passati alla battaglia contro la loro negazione.

E ci si rende conto che alla prevaricazione di comportamenti illeciti si oppone, troppo spesso, una resistenza impotente. Impotente perché a far da scudo c’è quella ‘civiltà’ che per affermare i diritti essenziali dell’uomo è la prima a violarli, o si oserebbe, a modificarli a piacimento. Un paradosso reiterato nella storia che avrebbe dovuto far intuire una qualche fallacia nei metodi e nelle strategie utilizzate dai più, un dejavù con cui abbiamo più volte fatto i conti, ma che ancora non siamo riusciti a eludere. Un cane che continuerà a mordersi la coda finché non capiremo che prima di istruire gli altri al rispetto e alla tolleranza, dovremo educare noi stessi.

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