Gino Cecchettin: “Quando provo rabbia penso a mia figlia Giulia e l’odio svanisce”

Gino Cecchettin torna a parlare di sua figlia Giulia: "Pensare che un altro papà possa vivere una cosa che ho vissuto non lo posso sopportare. Continuiamo a parlarne, aumentiamo il dialogo".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Gino Cecchettin è stato ieri ospite di “Repubblica delle Idee” e a dialogo con la giornalista Viola Giannoli nel cortile d’Onore del Palazzo Reale è tornato a parlare di sua figlia Giulia Cecchettin, citando il libro che ha scritto in sua memoria, edito da Rizzoli uscito il 5 marzo in libreria:Dopo il fatto avevo voglia di vendetta, ma poi mi sono concentrato su di lei che era amore ed è scomparso tutto il resto. Quando sentimenti di rabbia e vendetta iniziano a palesarsi mi concentro su di lei e ogni sentimento di odio svanisce. Per questo non ho voluto nominare Filippo. Nel libro volevo lasciare solo il bello”.

Per Cecchettin è necessario analizzare le cause del fenomeno del femminicidio, e non perdere mai la speranza dopo il lutto: “Non ho i mezzi per trovare la cura. Devo fare il mio dovere come tante altre persone. Sono stato colpito da una vicenda troppo forte e troppo ingiusta. Pensare che un altro papà possa vivere una cosa che ho vissuto non lo posso sopportare. Continuiamo a parlarne, aumentiamo il dialogo. Mai demordere. La speranza c’è sempre, io ci credo”.

Come ha vissuto questi ultimi mesi Gino Cecchettin?

Gino Cecchettin passa ogni mattina davanti la camera di sua figlia Giulia, dichiarando: “Soffro tantissimo, ma poi divento più forte e quando esco da quella stanza sono in grado di salire su un palco come questo e sono in grado di parlare, di contattare le Università per la Fondazione e sono in grado anche di andare a mangiare una pizza e di essere felice”.

Ha poi aggiunto, citando in causa gli haters sui social e di quanto debba essere forte per gli altri due figli: “Voglio ricordare la mia Giulia e questo mi permetterà di essere potente e nessuno mi potrà dire di come vivere il mio dolore. Ognuno deve capire come vivere il suo. Il dolore subito per mia figlia è una montagna, quello per gli attacchi sono granelli. Ho altre due figli e ho il dovere di essere forte”.

Il progetto della Fondazione

Gino Cecchettin cita questo dato: attualmente sono 120 le famiglie in lutto a causa di un femminicidio: “Quando parliamo di 120 vittime in un anno, parliamo di una guerra. Sono 120 famiglie colpite”.

Proprio per tale motivo, il papà di Giulia Cecchettin ha sempre ribadito di voler creare una fondazione, in quanto “A livello di educazione si può fare di più e per questo con il libro vogliamo dare vita alla fondazione che sia aperta a tutti, a docenti, educatori e giornalisti“.

In tale progetto, Gino Cecchettin sta cercando di coinvolgere quante più persone possibili, soprattutto professionisti, per poter raccogliere fondi e combattere per sempre la violenza di genere: “Con un team di specialisti, avvocati, giornalisti possiamo andare nelle scuole e formare i ragazzi, in quanto è proprio qui che abbiamo gli uomini del futuro“.

Leggi anche: Gino Cecchettin in Sapienza: “È giusto fare ciò che ho fatto io o un genitore deve essere più invadente?”

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