Gigi Proietti, l’intervista a Spartaco: “Ci diceva di avere rispetto, perché ognuno di noi spinge una carretta”

L'intervista al Suggeritore Spartaco, alias Claudio Pallottini, per ricordare Gigi Proietti, in questo 2 novembre, giorno in cui, come nelle migliori commedie, nasce e muore un artista.

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

Roma, Gigi Proietti, il 2 novembre 1940 è il giorno in cui nasce molto più che un artista amatissimo, nascerà il “Core de Roma”. E sempre il 2 novembre del pandemico 2020 calerà, in una parabola di assolutezza, il rosso sipario. La grandezza di quel nascere e morire lo stesso giorno, poi, come nel più maestoso dei suoi varietà, quel sipario che si chiude. Dietro di esso un sortilegio chiamato Gigi Proietti. Davanti il vuoto, la perdita e, al tempo stesso, la forza del ricordo.

Non dimenticheremo quei teatri inebriati di “vera festa”, una festa sempre sensata, che sempre ha ragion d’essere nel ricordarci una cosa importante: il diritto al sorriso, nonostante tutto.

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Gigi Proietti, l’intervista a Claudio Pallottini: “Chiedeva sempre per piacere”

gigi proietti

E se per il grande Fellinila nostalgia ha lo stesso sapore della cioccolata bollente, Gigi Proietti per Roma è un fiume Tevere di cioccolata: la nostalgia ci inonda come una piena, la perdita ci strugge, il ricordo ci rafforza. Però non siamo mai così disposti a perdere.

Abbiamo intervistato Claudio Pallottini, attore, sceneggiatore, drammaturgo e scrittore. Diplomato al Laboratorio di Gigi Proietti, ha recitato e scritto per lui sketch, sceneggiature e commedie. Claudio è noto al pubblico soprattutto come il famoso “Suggeritore, Spartaco” de la Signora delle Camelie.

Claudio, cosa ha significato lavorare anni al fianco di Gigi Proietti?

Lavorare al suo fianco è stato imparare molte cose, alcune belle, altre bellissime, la principale fra tutte è quella di rispettare il lavoro di ciascuno. Gigi non era un tipo che quando faceva le regie aveva delle crisi isteriche, non aveva un atteggiamento da prima donna come succede spesso nel nostro lavoro.

Qual era il suo modus operandi della regia?

Faceva il suo con molta umiltà, con molto rispetto, chiedeva sempre le cose per piacere, non faceva scenate. Difficilmente l’ho visto arrabbiarsi e comunque una cosa che lui sottolineava spesso era “avere rispetto, perché ciascuno di noi porta una carretta, deve spingere una carretta”. Dava per scontato che ognuno facesse il meglio per portare a casa il pane quotidiano.

Chi è per te Gigi Proietti?

Allora, chi è per me Gigi Proietti. È stato innanzitutto un maestro di palcoscenico, un maestro per quanto riguarda l’approccio alla professione, oltre che alla vita. Proietti è una persona piuttosto onesta e questo mi ha sempre affascinato, oltre a essere il numero uno per quanto lo stare sul palco, il rispetto verso le altre componenti artistiche dello spettacolo, includendo anche le maestranze. Era un uomo di grande rispetto e il rispetto sta nel rispettare il lavoro altrui.

Quanto incide l’incontro con Gigi sulla tua carriera?

Per me Gigi Proietti ha rappresentato anche la possibilità di essere promosso autore. Sono stato suo autore e lo dico con un certo orgoglio. Lui ha fatto anche la regia per i miei spettacoli e quando ha voluto fare la regia a uno spettacolo di Simona Marchini, lui le fece il mio nome, dicendole “scrivi il nuovo spettacolo con Claudio” e quindi per me è stata una promozione sul campo. Sono diventato autore teatrale e non soltanto anche grazie a lui.

Gigi Proietti, il diritto al sorriso e un libro per ricordarcelo

gigi proietti

Ringraziamo Claudio Pallottini di questa preziosa testimonianza che, a tre anni dalla scomparsa, ha anche scritto il primo docu-libro, intitolato Gigi Proietti, insegnamenti e chiacchiere sul teatro, sull’attore e su altre amenità, edito da Carocci, e pochissimi giorni fa, il 27 ottobre, approdato in libreria. Qui attraverso le parole dello stesso Gigi Proietti racconta la sua visione del teatro, della recitazione, dell’arte scenica e di tante altre amenità di cui è composta la sensibilità di un artista.

“Senza conoscere non vai da nessuna parte, giovano’!”. Grazie anche alla voce di tanti colleghi e amici, che hanno voluto condividere i propri ricordi del grande Gigi con chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo, il volume offre una testimonianza della sua vocazione da maestro di un mestiere bellissimo, ma anche difficilissimo, un mestiere che, come ripeteva spesso, “Non te l’ha comandato il medico!”.

Nonostante le storture del mondo, Gigi Proietti ci insegna, in ogni suo frammento di spettacolo, che abbiamo diritto al sorriso, e ridere è sempre “una cosa seria”. Quante cose impariamo ridendo?

Per ingannare la nostalgia, che in greco è letteralmente nóstos àlgos, cioè il “dolore del ritorno” quella languida paura, al sapor cioccolata bollonte, di non trovare più le cose come le avevamo lasciate oggi Eleonora Mazzoni e Maurizio Micheli dialogheranno con l’autore Claudio Pallottini, alle ore 18.30 alla libreria Spazio Sette di Roma, per far rivivere il “Core de Roma”.

di Silvia Buffo

Silvia Buffo
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Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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