Chi è Abdel, il rapper di 11 anni che racconta la vita sotto le bombe di Gaza

Abdel-Rahman Al-Shantti è solo un bambino, ma è già famoso su YouTube. I suoi testi, in inglese, raccontano la vita nella Striscia di Gaza, dove è nato e cresciuto “assaggiando polvere da sparo”.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Abdel-Rahman Al-Shantti è nato nel 2009, quando Gaza era sconvolta dall’Operazione Piombo Fuso, lanciata da Israele contro Hamas. Recita un suo testo: “Sono nato a Gaza City e il primo suono che ho sentito sono stato un colpo di arma da fuoco. Nei miei primi respiri, c’era odore di polvere da sparo”. Gli abitanti della Striscia, ridotti alla miseria da anni di guerre e lotte politiche, proprio in questi giorni sono rimasti senza luce per decisione del governo israeliano. Le scorte di gasolio sono agli sgoccioli e l’energia distribuita è razionata a quattro ore al giorno. È in questo clima che è nato e cresciuto Abdel-Rahman, oggi undicenne, e sono queste le condizioni di vita che il giovane rapper denuncia nei testi delle sue canzoni, cantate in inglese, che da qualche tempo girano su YouTube. Dice in uno dei suoi testi il “messaggero di Gaza”, come lui stesso di definisce in una delle sue canzoni:

Sono qui per dirvi che la nostra esistenza è dura. Abbiamo strade distrutte e bombe nei cortili.

Abdel, il rapper che racconta la vita a Gaza

Gaza, Abdel

Abdel scrive rime sulla sua terra, la Palestina, e sulle terribili condizioni che il suo popolo è costretto a vivere. Un breve video su YouTube lo ha fatto conoscere al mondo arabo e presto il suo brano, girato all’ingresso di una scuola, ha raggiunto anche gli Stati Uniti. Ha solo 11 anni ma per molti è considerato una figura di spicco, un “messaggero”, per l’appunto, dei bambini di Gaza, secondo le Nazioni Unite la città più invivibile al mondo. Eppure, il suo risuona come un messaggio di speranza e fiducia nel futuro. Recita un passaggio della sua canzone:

Non c’è alcuna necessità di guerra, violenza e discriminazione.

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Il “messaggero” dei bambini della Striscia

Il video del rap di Abdel-Rahman Al-Shantti.

Via Nasser di Gaza City, dove Abel vive, adesso è un continuo via vai di curiosi e ammiratori. A scoprire il suo talento è stata un’insegnate, quando aveva appena 9 anni. Da lei ha ricevuto un testo rap in inglese da memorizzare e due giorni dopo Abel era pronto per l’esibizione. Da allora, racconta la sua famiglia, il ragazzo si è dedicato all’ascolto della musica rap. Tra i suoi cantanti preferiti ci sono Eminem, Tupac e DJ Khaled. Parallelamente ha continuato a studiare l’inglese, lingua in cui si esprime fluentemente e che usa nei suoi testi. A sostenerlo nei suoi progetti c’è un parente, musicista, addetto alle percussioni.

Abdel Rahman ha una spiccata sensibilità sociale ed è in cerca di notorietà internazionale per mostrare al mondo intero cosa significhi oggi essere bambini a Gaza. L’intento, spiega, è quello di mostrare a un numero maggiore possibile di persone cosa accade in quei territori e quanto i suoi coetanei desiderino vivere una infanzia diversa da quella che loro conoscono, “come avviene fuori da Gaza”.

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Cosa sta succedendo a Gaza in questi giorni

Proprio in questi giorni gli abitanti di Gaza sono rimasti senza luce. Il governo israeliano ha ridotto la quota di carburante che lascia entrare a Gaza per spingere i capi di Hamas a riportare l’ordine sul confine, attaccato dai miliziani per ottenere maggiori concessioni dal premier Benjamin Netanyahu. Da qualche giorno, infatti, le milizie di Hamas hanno ricominciato il lancio di palloncini e aquiloni che trasportano bombe incendiarie lungo il confine. Con la siccità e il vento si sono innescati numerosi incendi che stanno ardendo i campi intorno ai villaggi. Pompieri ed esercito sono impegnati a domare le fiamme. L’aviazione israeliana ha risposto agli attacchi colpendo le postazioni di Hamas. Come al solito, mediatori dall’Egitto sono intervenuti per negoziare un ritorno alla calma. Secondo gli analisti nessuno dei due contendenti è pronto per affrontare un’altra guerra, ma la tensione rimane alta.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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