Gasdotto Nord stream 2: cos’è e perché la Germania lo ha bloccato

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sospeso il gasdotto russo per "grave violazione" del diritto internazionale da parte di Mosca. Cosa rappresenterà questo per l'Europa?

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Il cancelliere Olaf Scholz ha annuciato che la Germania ha interrotto il processo di certificazione e quindi di attivazione per il controverso e discusso gasdotto Nord Stream 2. Una sanzione da tempo minacciata e arrivata come reazione in seguito al riconoscimento da parte della Russia delle autoproclamate Repubbliche di Luhansk e Donetsk nell’Ucraina orientale.

Il Nord Stream 2 è stato completato il 6 settembre 2021 ed è un gasdotto che trasporta il gas naturale dai giacimenti russi alla costa tedesca, si estende per 1230 km sotto il Mar Baltico ed è il più lungo gasdotto del mondo. E’ stato ideato per potenziare il gas già fornito dalla Russia all’Europa raddoppiando il tracciato del già esistente Nord Stream 1 che corre parallelo al nuovo progetto.

Gasdotto nord stream 2: il pomo della discordia tra Europa e Russia

Gasdotto nord stream 2: cosa comporta la sua chiusura per l'Europa

La giornata di ieri è stata decisiva nei palazzi della governance tedesca riguardo il futuro del gasdotto Nord stream 2. Il ministro dell’Energia tedesco, Robert Habeck, ha bloccato la valutazione sulla sicurezza per l’approvvigionamento del gas russo approvata sotto il mandato di Angela Merkel.

Valutazione necessaria a sancire l’ultimo step per autorizzare il funzionamento del gasdotto Nord stream 2 tra Russia e Germania. Il successore di Angela Merkel, il cancelliere tedesco Olaf Scholz su questa decisione ha dichiarato:

Questa decisione può sembrare un semplice passaggio tecnico, ma è il passaggio amministrativo necessario senza il quale il gasdotto non può essere certificato. Senza questa certificazione il Nord Stream 2 non può entrare in funzione.

Scholz ha poi affermato di aver commissionato ai tecnici tedeschi una nuova valutazione sulla sicurezza energetica della Germania alla luce degli sviluppi geopolitici nell’Ucraina orientale.

Il cancelliere tedesco avvia le sanzioni contro la Russia

Il leader tedesco ha descritto il riconoscimento da parte di Putin dei territori controllati dalla Russia come una “grave violazione” del diritto internazionale, un gesto che ha rotto decenni di accordi tra Russia e Occidente. 

Come da pronostico l’annuncio di Scholz è stato accolto favorevolmente a Kiev, dove il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha affermato che la sospensione della certificazione del gasdotto Nord stream 2 è:

Un passo moralmente, politicamente e praticamente corretto nelle circostanze attuali.

La vera leadership significa prendere decisioni difficili in tempi difficili. La mossa della Germania lo dimostra.

Il Cremlino non si è lasciato pregare e ha fornito immediatamente una risposta. La decisione ha suscitato immediate condanne e minacce da Mosca, dove l’ex presidente russo e vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha twittato:

Benvenuti nel nuovo mondo coraggioso dove gli europei pagheranno molto presto 2.000 euro per 1.000 metri cubi di gas naturale!

Cos’è il gasdotto Nord stream 2 e come è nato il suo progetto

Cos'è il gasdotto Nord stream 2 e come è nato il suo progetto

Annunciato per la prima volta nel 2015, un anno dopo la crisi della Crimea e l’annuncio delle Repubbliche separatiste del Donbass, il gasdotto da 11 miliardi di dollari (9,7 miliardi di euro) è di proprietà del colosso energetico russo Gazprom, tecnicamente la società che gestisce il gasdotto Nord stream 2 è la Nord Stream AG di cui però Gazprom detiene il 51%.

Con una capacità di trasporto di 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno, Nord stream 2 è stato costruito per trasportare il gas dalla Siberia occidentale a Lubmin, nel nord-est della Germania, attraverso il Mar Baltico, raddoppiando la capacità del già esistente gasdotto Nord Stream 1, così da poter mantenere al caldo 26 milioni di case tedesche a un prezzo accessibile.

La costruzione del gasdotto è stata completata lo scorso settembre e la Nord Stream AG afferma che è già pieno di gas pronto all’uso, in attesa dell’autorizzazione delle autorità tedesche. Autorizzazione che per adesso non arriverà. Olaf Scholz, sapientemente, sperava di non dover gestire un carico da 90 di questo tipo, tanto da aggirare il dibattito sul gasdotto Nord Stream 2 nelle prime settimane del suo mandato.

Con l’aumentare delle tensioni al confine tra Ucraina e Russia, riguardo a ipotetiche sanzione Scholz aveva affermato che “tutte le opzioni sono sul tavolo” astenendosi sempre ,e con cognizione di causa, dal nominare il gasdotto Nord Stream 2. Fino a oggi.

Perché bisogna evitare una crisi energetica

Il gasdotto Nord Stream 2 è un progetto importante sia per l’economia russa che per quella tedesca. Gas e petrolio rappresentano oltre il 50% delle esportazioni russe.

In Germania, circa un quarto dell’approvvigionamento energetico del Paese dipende dal gas, di cui la metà è fornita dalla Russia. Berlino sta pianificando l’indipendenza dai combustibili fossili per raggiungere la neutralità carbonica in 25 anni, detta in parole povere: emissioni 0. Tuttavia il gas rimane una tecnologia vitale per raggiungere tale obiettivo.

Adesso Scholz dovrà risolvere un problema che se gestito male potrebbe causare un effetto domino irreversibile che partirebbe dalla Germania e coinvolgerebbe tutti i paesi europei dipendenti dal gas russo.

L’aumento attuale delle bollette energetiche è solo un assaggio di quanto potrebbe accadere. Elementi che hanno contribuito a generare un’inflazione mondiale, in Italia al momento l’inflazione è balzata al 4,8%, ovvero l’aumento dei prezzi di consumo. Negli Stati Uniti si è arrivati a un’inflazione del 7%, mai così alta dal 1982.

I piani originali per il gasdotto Nord Stream 2 includevano il 90% del gas convogliato in Germania che veniva distribuito nell’Europa orientale e meridionale (l’Italia tanto per capirci).

Norvegia e Paesi Bassi, gli altri due maggiori fornitori di gas naturale della Germania, hanno già segnalato che non saranno in grado di aumentare significativamente le loro forniture

Dal momento che la Germania non ha un proprio terminale di importazione per il gas liquefatto, che viene trasportato via nave piuttosto che attraverso gasdotti, ci sono anche dubbi sul fatto che la domanda possa essere soddisfatta attraverso forniture di emergenza dagli Stati Uniti o dal Qatar.

Leggi anche: Donbass: dove si trova e perché è al centro dello scontro tra Ucraina e Russia

L’UE sopravviverà senza il gas russo ora che la Germania ha bloccato il gasdotto Nord stream 2?

Come stiamo constatando su vasta scala, il gas non è solo una fonte di energia, ma è l’arma più potente per stravolgere gli equilibri geopolitici

Mentre i paesi occidentali continuano a valutare altre possibili sanzioni contro la Russia a causa della sua invasione del Donbass, il futuro del gasdotto Nord Stream 2 è in bilico, così da rendere la situazione europea estremamente delicata

L’UE ottiene il 41% del suo gas dalla Russia mentre la Russia guadagna il 60% dei suoi ricavi di importazione dal blocco europeo. La crisi sull’Ucraina arriva in momento delicatissimo per l’Europa e Putin questo la sa bene. La chiusura del gasdotto Nord stream 2 è qualcosa che la Russia aveva già messo in conto da tempo.

L’Europa sta lottando per far fronte all’impennata dei prezzi del gas e alle divisioni interne su come separarsi dai combustibili fossili entro il 2050 in risposta all’emergenza climatica. Putin pur garantendo vita al proprio Paese attraverso i rapporti commerciali con l’Europa ha sempre visto NATO, UE e Stati Uniti come una minaccia ai confini russi.

A fronte di questo, pur dipendendo la Russia dalle entrate dei combustibili fossili, non è un caso che negli ultimi 15 anni Mosca abbia sostenuto sforzi macroscopici per aumentare le forniture alla Cina, nemico giurato della Casa Bianca, un grande e potente cliente. 

Lo scorso 4 febbraio Mosca ha firmato un contratto di 30 anni per la fornitura di gas alla Cina e la costruzione di un nuovo gasdotto. Ma l’UE rimane un cliente redditizio, per ora.

L’Europa sa di essere dipendente dal gas russo, almeno fino al 2050, e la chiusura, obbligata del gasdotto Nord stream 2 alla lunga potrebbe rappresentare un problema non di poco conto.

Gli Stati Uniti in soccorso dell’Europa

Con il supporto degli Stati Uniti, i funzionari dell’UE stanno cercando nel mondo fornitori di gas alternativi. Il capo della politica estera dell’UE, Josep Borrell, e il commissario per l’energia Kadri Simson sono costantemente in contatto riguardo la sicurezza energetica con il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Gli Stati Uniti sono il principale fornitore di gas naturale liquefatto all’UE

In queste ultime settimane si sono tenuti numerosi colloqui per aumentare le forniture di GNL (gas naturale liquefatto) all’UE da Norvegia, Qatar, Azerbaigian e Algeria. Ma ancora nulla di concreto.

Leggi anche: Ucraina: presenza di mercenari russi legati all’intelligence di Mosca

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