Fotovoltaico e territorio, ritrovata in Puglia una basilica del VI secolo all’ombra dei pannelli

Grazie agli scavi per l'installazione di una solar farm in Puglia è stato possibile recuperare antichissime testimonianze archeologiche a Troia, in provincia di Foggia.

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Chi ha detto che fotovoltaico e territorio debbano per forza essere nemici antitetici? A sfatare questa convinzione, la valorizzazione di una scoperta archeologia incredibile da parte di una società di energie rinnovabili danese, nel sud Italia.

Si trova infatti in Puglia, in provincia di Foggia, la cittadina di Troia, che ha regalato, come la sua omonima sullo stretto dei Dardanelli, agli appassionati di archeologia e non solo le vestigia di una basilica risalente a 1500 anni fa e di una necropoli appartenuta all’antica popolazione locale dei Dauni.

Fotovoltaico e territorio culturale

Una scoperta emersa durante gli scavi di fondazione di uno dei più grandi impianti fotovoltaici d’Italia, la Troia Solar Farm, ad opera della European Energy che non si è limitata a segnalare e a riportare alla luce le evidenze storiche del sottosuolo, ma ha contribuito con oltre un milione di euro il loro recupero e la loro valorizzazione.

Insieme con la Soprintendenza pugliese e con il comune di Troia, la società si è impegnata ad attivare percorsi naturalistici e culturali per poter rendere fruibile e accessibile al pubblico il sito di ritrovamento.

Un tesoro all’ombra dei pannelli

Fotovoltaico e territorio (3)

Nelle immediate vicinanze dell’impianto fotovoltaico, la società danese ha rinvenuto le mura perimetrali e i basamenti di una basilica cristiana risalente al VI-VIII secolo dopo Cristo.

La chiesa, suddivisa in tre navate, giaceva al di sotto di uno strato di terra più volte rimaneggiato dai sovrastanti lavori agricoli. Il suo ritrovamento costituisce una preziosa testimonianza dell’antica cittadina di Aecae, snodo della via Traiana in epoca imperiale romana e sede della diocesi di Eca, contribuendo a far luce su uno dei periodi meno noti della sua storia.

Approfondendo l’area degli scavi, gli archeologi addetti ai lavori hanno scoperto anche un’estesa necropoli daunia, risalente a un’epoca di molto antecedente la basilica. Dai reperti trovati nelle oltre 117 cavità funerarie esplorate, è stato possibile datare il sito al IV millennio a.C., a cavallo tra Neolitico antico e medio.

La necropoli ha restituito una serie di oggetti, tra cui monete, bracciali, ceramiche lavorate, gioielli e croci, che documentano la persistenza dell’insediamento umano nella zona e un certo grado di raffinatezza sviluppato dalla popolazione.

Una potenza da sfruttare

Il binomio tra fotovoltaico e territorio, spesso contestato, avversato e ostacolato a causa delle grandi superfici agricole su cui sono installati gli impianti e dell’estetica dei pannelli, poco gradevole allo sguardo, può invece diventare una risorsa importante, soprattutto per il nostro paese.

Basti pensare che la solar farm di Troia, costituita da 275 pannelli fotovoltaici e connessa alla rete nazionale dei servizi a partire da giugno 2020, a solo un anno dalla sua nascita, consente di eliminare 80.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica ogni anno, contribuendo a erogare 150 milioni di KWh di energia elettrica.

L’impianto, a pieno regime, potrà infatti soddisfare il fabbisogno di una città di 200.000 persone, un record assoluto per la nostra nazione.

Leggi anche: Fotovoltaico e lavoro: +22 milioni di impieghi entro il 2050

Più tutela per i beni storici e culturali

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L’investimento da 96,5 milioni di euro della solar farm di Troia ha contribuito anche a creare nuovi posti di lavoro e a rilanciare la regione, grazie all’integrazione tra fotovoltaico e territorio che emerge dalla tutela dei reperti archeologici.

I resti, trovandosi all’interno di una proprietà sempre sorvegliata e vigilata, potranno essere manutenuti e osservati più facilmente, garantendo loro la sicurezza che meritano.

Il modello adottato in Puglia di preservazione, promozione e valorizzazione dei beni ritrovati durante i lavori di fondazione della solar farm potrebbe presto essere esportato in altri siti, specialmente in Italia dove ogni lembo di terra racconta una storia plurimillenaria.

Come ha ricordato Alessandro Migliorini, amministratore delegato in Italia dell’European Energy, gli scavi di Troia sono “un segnale positivo del percorso italiano verso il Green Deal”.

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