Fosdinovo, come si vive nel paese dove i cellulari non funzionano

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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“Sto andando dove c’è il segnale. È in un angolino del piazzale, più giù. Noi giovani facciamo così, ci siamo abituati”.

Se vi sembra uno scenario da metà anni ’90, quando i cellulari cominciavano a diffondersi ma non erano ancora parte integrante della nostra società digitale, allora non avete mai fatto un giro a Fosdinovo, una cittadina di poco meno di 5000 anime nella provincia di Massa-Carrara. Questo borgo, che vanta una bandiera arancione del Touring Club e che D’Annunzio cantò nelle sue prose, è un luogo fuori dal tempo sotto molti aspetti: qui infatti non si possono utilizzare i cellulari. La cima del Monte Nebbione, nella zona settentrionale, sembra fare da spartiacque tra l’area costiera, dove è possibile usufruire della rete mobile, e un versante in cui non c’è mai campo.

Vista del borgo al tramonto.
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Una vita offline: non è tutto oro quello che luccica

Le frazioni di Pulica, Marciaso, Tendola e Posterla sono le più scoperte, ma anche nel centro storico trovare un angolo in cui c’è ricezione è come muoversi su una scacchiera. Un problema per un luogo che sta cercando di rifiorire anche grazie al turismo. Se i digital detox vanno oggi tanto di moda, non sempre i turisti sono felici di non poter contattare i propri familiari, al punto che le agenzie turistiche sono ormai abituate a dover consigliare ai visitatori i luoghi dove la ricezione è meno difficoltosa. Ancora più problematici i disagi per i professionisti: nell’era dello smart working c’è chi ha dovuto cambiare sede d’ufficio perché irraggiungibile per i clienti. Idem per le emergenze: gli esploratori che si avventurano in cerca di funghi nei boschi dei dintorni spesso devono essere recuperati con l’aiuto di cani da caccia. Di conseguenza il borgo, da molti ritenuto uno dei più belli d’Italia, si sta spopolando:

“Si parla di salvare i piccoli centri dallo spopolamento” – racconta il sindaco Camilla Bianchi- “Ma domandiamoci: chi verrebbe a vivere in un luogo dove usare il telefonino è un’impresa? Nel 2019 sono nati 4 bebè a fronte di 30 decessi. Qui il turismo sta crescendo, ma vedo tanti visitatori e ospiti smarriti e anche indispettiti per l’assenza di segnale. Passiamo il tempo a controllare le tacche del cellulare”.

Un problema condiviso da circa 3 milioni di persone in tutta Italia, il 5% della popolazione, che vivono in aree montane dove le infrastrutture di rete sono ancora poco sviluppate. Per questo motivo l’UNCEM, Unione italiana delle comunità montane, ha avviato una procedura di mappatura delle zone scoperte. Una possibilità per i piccoli comuni che da soli restano inascoltati. Leggi anche: Dolomiti, vacanze gratis se lasci a casa pc e smartphone di Marianna Chiuchiolo

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Marianna Chiuchiolo
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Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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