Flessibilità energetica: “È la chiave per la sicurezza del nostro futuro”

Con il mutamento del panorama energetico, la flessibilità sta emergendo come un nuovo e promettente mercato per gli investitori.

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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Nel bel mezzo della transizione ecologica, la generazione di energia elettrica si sta trasformando, passando da una produzione centralizzata basata sui combustibili fossili a una decentralizzata, incentrata sulle fonti rinnovabili locali, imponendo un nuovo modo di concepire gli approvvigionamenti guidato dalla flessibilità energetica.

Allo stesso tempo, l’industria dei trasporti si evolve verso la conversione dei mezzi alimentati da gas e petrolio in veicoli elettrici e a batteria.

Anche se tutte queste trasformazioni sono un toccasana per l’economia e l’ambiente, riducendo costi ed emissioni di gas serra, richiedono uno sforzo collettivo non indifferente.

Uno scenario che cambia

flessibilità energetica

L’aumento della produzione di energia elettrica pulita e decentralizzata, legata a impianti con potenza generativa inferiore sembra essere la caratteristica inevitabile delle prospettive energetiche future.

Tuttavia la quantità e la costanza di produzione di eolico e fotovoltaico sono difficili da prevedere, contando su due risorse naturali molto mutevoli e soprattutto non potendo essere attivate “su domanda del cliente” ma semplicemente su disponibilità della fonte, vento o sole che sia.

Il problema fondamentale è infatti quello di coordinare diversi tipi di produzione, con tempi e modalità diverse: il fotovoltaico, ad esempio, ha un funzionamento giornaliero, mentre l’eolico stagionale, e così via.

Fino ad oggi, l’imposizione di fasce orarie di consumo è stato il metodo convenzionale per influenzare gli utenti finali sull’utilizzo di energia, in un approccio indiretto alla modifica della domanda.

Ad esempio, per sfruttare le tariffe più basse, le persone scelgono spesso di fare le lavatrici la sera o nei fine settimana, controbilanciando così l’elevato consumo energetico di uffici e industrie che avviene principalmente durante il giorno.

In uno scenario in cui la rete energetica fa sempre più affidamento su fonti di energia variabili, diventa imperativo migliorare la flessibilità dei consumi.

Ciò comporta quindi anche la promozione di una maggiore adattabilità a breve termine. L’imprevedibilità dell’offerta di energia in un dato momento non riesce ad allineare il consumo con la produzione.

Ed è proprio qui che entra in scena il concetto di mercati di flessibilità energetica.

Leggi anche: Chi è il prosumer, il protagonista della transizione energetica

Tante piccole centrali, una mole di dati da analizzare

La flessibilità energetica si basa su una serie di strumenti tecnologici e informatici che sono figli della digitalizzazione.

Sensori e sistemi di comunicazione permettono infatti di controllare i flussi energetici, monitorando la mappa della distribuzione e dei consumi.

Ma dove arriva tutta questa elettricità? Non più dalle centrali a carbone ma da una miriade di produttori locali, che possono essere aziende, industrie, uffici pubblici, palazzi privati etc.

L’idea è infatti che chiunque disponga di un impianto eolico, fotovoltaico o di altra natura fotovoltaica privato possa mettere a disposizione il surplus generato e non utilizzato per la rete condivisa.

Ma ogni singolo cittadino parteciperà alla flessibilità energetica, aggiungendo la propria energia stoccata nelle batterie e negli impianti di accumulo che serviranno a stabilizzare gli approvvigionamenti.

Leggi anche: Ultimo miglio, la trasformazione della micro-mobilità è cominciata

Una garanzia per il futuro

L’eccesso di energia prodotta e stoccata sarà impiegata per produrre elettricità e calore, andandosi ad aggiungere alle modalità concesse dall’idrogeno e dall’idroelettrico.

La flessibilità energetica, dunque, consiste nel concerto di tutte queste risorse e dell’adattamento dei picchi di produzione da poter applicare a tutti i campi della vita quotidiana, come ad esempio il settore dei trasporti e delle auto elettriche.

Grazie alle blockchain, alle intelligenze artificiali e a software sempre più sofisticati assisteremo a una trasformazione epocale dei nostri consumi, sulla via di un futuro più verde e sostenibile.

Leggi anche: Elettrificazione smart, 100 innovazioni per minimizzare la carbon footprint

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