Energia solare e oceani: “Una riserva enorme di elettricità”

La conversione dell'energia termica degli oceani potrebbe rappresentare un'enorme potenziale per la creazione di elettricità pulita.

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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Nuove forme di sorgenti rinnovabili da ormai “vecchie conoscenze”? Tutto è possibile: è il caso di energia solare e oceani, il cui connubio può diventare un’enorme fonte di riserva di elettricità e carburante verde.

Come ormai è risaputo, il nostro pianeta ha estremo bisogno di energia proveniente da fonti che non siano causa di emissioni carboniche o di inquinamento dell’ambiente.

Impianti solari galleggianti, eolico offshore, energia del moto ondoso, sono tutte forme di sfruttamento del mare a supporto delle rinnovabili.

Quello che è meno conosciuto, è la cosiddetta conversione dell’energia termica degli oceani (ocean thermal energy conversion), una forma di energia rinnovabile, o meglio di riserva, a lungo non presa in considerazione sebbene la sua teorizzazione risalga agli anni Settanta e la sua prima applicazione in una centrale apposita sia di una decade più tardi, in Giappone.

Energia solare e oceani, un nuovo tipo di rinnovabile

L’OTEC, o energia talassotermica, consiste in un sistema in grado di sfruttare il calore che l’oceano assorbe e cattura durante il giorno dalla radiazione solare.

Il principio di base è quello di sfruttare al posto di un collettore artificiale, ad esempio un pannello solare, la superficie dell’oceano e il gradiente di temperatura che esiste tra acqua di superficie e di profondità.

Dalla sua conversione in energia d’utilizzo si possono ricavare combustibili non inquinanti, tra tutti idrogeno e ammoniaca.

In particolare questa tecnologia è indicata per gli oceani tropicali, dove in una sola giornata oltre 60 milioni di chilometri quadrati di acqua di superficie, compresa tra i 35 e i 100 metri, riceve la bellezza di un quadrilione di megajoule di energia solare.

Per fare un confronto con una risorsa non rinnovabile, questa quantità di energia equivale a 170 miliardi di barili di petrolio.

OTEC, come funziona la conversione dell’energia solare negli oceani

Tutto questo è possibile perché la temperatura superficiale di questi mari si mantiene pressoché costante in tutto l’arco dell’anno, compresa tra i 25 e i 28°C, mentre al di sotto delle acque di superficie uno strato di acqua fredda a 4°C assicura un differenziale di temperatura perpetuo.

Su cosiddette navi impianto, opportunamente allestite, che percorrono lentamente le acque degli oceani tropicali, grazie a uno scambiatore di calore, l’acqua calda (o un fluido con punto di evaporazione equivalente alla temperatura dell’acqua) evapora sotto forma di vapore che va ad azionare una turbina di grandi dimensioni, accoppiata a un generatore di energia elettrica, per poi essere condensata sfruttando l’acqua fredda prelevata dal fondale.

Durante questo processo viene quindi generata acqua demineralizzata, scissa poi in idrogeno e ossigeno, elementi che a loro volta possono essere liquefatti e immagazzinati, o combinati con l’azoto per sintetizzare l’ammoniaca, o, ancora, con il carbonio per produrre metanolo.

Il progetto ingegneristico di una nave impianto OTEC ha stimato che ogni giorno potrebbero essere prodotte 1.100 tonnellate di ammoniaca liquida, spendibile come carburante per veicoli a motore, equivalenti a 150.000 litri di benzina.

Energia solare e oceani, un’accoppiata vincente e sostenibile

Energia solare e oceani_2

La sinergia tra energia solare e oceani dunque rappresenta una vera e propria forma di rinnovabile, con una serie di vantaggi rispetto a quelle consuete non trascurabili: evita il consumo e l’occupazione di suolo, produce energia conveniente e facilmente utilizzabile, può contare su enormi distese di superficie senza il bisogno di grandi infrastrutture.

La tecnologia con cui sarebbero costruite le navi impianto, grandi come petroliere, è estremamente resistente e con una sola di esse si potrebbe generare tra i 100 e i 400 MW di elettricità, equivalente al 10 o 40% della produzione di un impianto a combustibile fossile.

Leggi anche: Hawaii, da paradiso terrestre a paradiso energetico entro il 2045

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Alfredo Polito
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Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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