Endometriosi: sintomi, diagnosi, cura e esenzioni

L'endometriosi è una patologia invalidante, causa infertilità ed è ancora misteriosa. Il Dott. Silvio Liguori ci ha spiegato tutto quello che c'è da sapere.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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Si sente parlare sempre più spesso di endometriosi, una malattia che affligge circa 3 milioni di donne in età fertile solo in Italia. Una patologia che, provocando infiammazione cronica e forti dolori, è invalidante. L’endometriosi è subdola, difficile da diagnosticare e causa infertilità. Inoltre, anche se è stata scoperta da più di un secolo, è una malattia che pone ancora molti interrogativi.

Per capirne bene le caratteristiche, quali siano i sintomi, le cure e le esenzioni ad oggi disponibili, abbiamo chiesto la spiegazione più facile possibile al Dott. Silvio Liguori, Responsabile Unità Operativa (UOS) di Ginecologia e Chirurgo Mini-Invasivo (MIS) presso l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma.

Cos’è l’Endometriosi

In che consiste l’endometriosi? Cosa succede all’interno del corpo di una donna che ne è affetta? Il Dott. Silvio Liguori spiega:

Con l’endometriosi succede che cellule endometriali che normalmente stanno all’interno dell’utero e formano l’endometrio (l’endometrio è una sorta di tappeto costituito da cellule che formano la mucosa che riveste l’interno dell’utero), per un motivo ancora poco chiaro, durante la mestruazione refluiscono attraverso le tube in addome e, nonostante si vengano a trovare in un luogo ectopico (cioè non al posto loro), continuano ugualmente a rispondere ai vari influssi e comandi ormonali. Quindi provocano dei sanguinamenti, come una piccola mestruazione, in questa loro nuova collocazione. Quando si localizzano sulle ovaie possono dare origine alle cisti dette appunto endometriosiche, uni-laterali quando interessano un solo ovaio, bi-laterali quando li interessano tutti e due.

Quando invece le cellule endometriali attecchiscono sui legamenti che fanno parte dell’utero, causano una detrazione e un ispessimento fibrotico di questi legamenti provocando molto dolore durante il ciclo e durante i rapporti. È importante infatti che durante la visita il medico che conosce bene la patologia vada a controllare che questi legamenti detti utero-sacrali non siano ispessiti. 

Come è stata scoperta e quali sono le possibili cause

Dott. Silvio Liguori, Responsabile Unità Operativa (UOS) di Ginecologia e Chirurgo Mini-Invasivo (MIS) presso l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma

Anche se testi antichi di 4000 anni fa già descrivevano una malattia femminile che presenta molte similitudini con l’endometriosi, di fatto solo nel 1860 questa patologia fu finalmente riconosciuta al microscopio e appena nel 1925 le fu dato un nome.

Il Dott. Liguori racconta:

Uno dei casi che hanno aiutato a capire la malattia fu quello di una ragazza che ciclicamente aveva un’emorragia nella camera anteriore dell’occhio. Questa ragazza in effetti aveva le cellule endometriali localizzate all’interno dell’occhio. Allo stesso modo in altre occasioni sono stati ritrovati noduli di endometriosi all’interno della parete addominale o anche nel polmone.

Il problema di queste cellule è che, seppure siano in un posto che non è il loro, continuano a rispondere ai comandi, agli input degli ormoni. L’endometriosi è una patologia ormono-dipendente, per questo quando una paziente va in menopausa la malattia “si addormenta”.

Cosa scatena questa patologia, quali ne sono le cause? Silvio Liguori spiega:

Si ipotizzano varie cause tra cui quella meccanica del dislocamento delle cellule endometriosiche al di fuori dell’utero con la cosiddetta “mestruazione retrograda”. In sostanza succederebbe che il sangue mestruale subirebbe un ritorno verso la zona pelvica attraverso le tube. Altra teoria è quella della metaplasia celomatica, cioè alcune cellule si trasformano in cellule endometriali all’interno del peritoneo. Inoltre potrebbero essere implicati anche fattori ereditari, immunologici e genetici.

Allo stesso tempo si ipotizza anche una causa “ambientale” all’enigmatico fenomeno dell’endometriosi, che il Dott. Liguori descrive così:

Nei diversi elementi del nostro ambiente, nell’acqua per esempio, ci sono sostanze come diossine o policlorobifenili che potrebbero favorire l’endometriosi. Inoltre, la presenza di contaminanti simil-estrogenici negli alimenti e anche un’alimentazione ricca di sostanze infiammatorie, come alcol e carne rossa, potrebbero contribuire alla patogenesi della malattia.

Quali sono i sintomi e dove può colpire

Quali sono i sintomi dell’endometriosi? Eccoli elencati:

  • Dolore pelvico persistente;
  • dismenorrea, ovvero forti dolori mestruali che impediscono il normale svolgimento delle attività quotidiane;
  • dolore profondo durante o dopo il rapporto sessuale;
  • problemi gastrointestinali durante il ciclo;
  • problemi alle vie urinarie ricorrenti o durante il ciclo, come sangue nelle urine o dolore quando si urina;
  • infertilità associata ad uno o più sintomi sopraelencati.

Quali organi può colpire l’endometriosi?

Le cellule endometriali possono creare problemi anche all’interno dell’utero, in questo caso si parla di adenomiosi o endometriosi interna. Tutte le volte che invece le cellule endometriali per ragioni ancora non chiare si trovano al di fuori dell’utero, si parla di endometriosi esterna. Gli organi che più frequentemente possono essere colpiti sono:

  • Ovaie, in cui si sviluppano cisti endometriosiche;
  • addome, anche in profondità;
  • ureteri;
  • intestino.

Esistono diversi livelli di endometriosi, più o meno gravi. Una delle più invalidanti è l’endometriosi cosiddetta profonda, Silvio Liguori spiega:

L’endometriosi profonda è tra le più invalidanti perché si va a localizzare in profondità tra utero e retto, in un punto che si chiama setto retto-vaginale in cui sono localizzate numerose terminazioni nervose, tra cui i rami del plesso ipogastrico, causando dolori molto forti e resistenti a terapie mediche.

Nei casi più gravi le pazienti possono avere anche problemi a livello ureterale e intestinale, con presenza di sangue nelle feci. In questi casi può essere necessario effettuare una resezione intestinale. Questo per dire che la chirurgia per risolvere l’endometriosi è molto difficile e quindi equiparabile alla chirurgia oncologica.

Il problema è che nei casi più gravi gli organi aderiscono tra di loro, come se si fossero incollati. Si formano aderenze e questo è uno dei motivi per cui anche donne giovani non riescono ad avere figli. L’endometriosi è come una forte infiammazione che impedisce ai tessuti all’interno dell’addome di svolgere la loro funzione. La conseguenza è l’adesione tra i vari organi, per esempio le ovaie si attaccano all’intestino, le tube si attaccano all’ovaio. Questi organi non svolgono più il loro compito causando infertilità.

Adenomiosi, cisti endometrosiche, endometriosi profonda: come fare diagnosi

L’endometriosi è una patologia subdola, si manifesta con sintomi facilmente confondibili con quelli di altre malattie. Per questo motivo la diagnosi è difficile e il tempo per formularla può essere piuttosto lungo. È stato infatti rilevato che ci vogliono in media sette anni per arrivare alla diagnosi. Il Dott. Liguori ne racconta i passaggi:

Si inizia con con un’anamnesi: la paziente racconta la sua storia medica. Dopo la visita è poi necessaria un’ecografia transvaginale fatta da un buon ecografista che conosce la patologia. Visita e ecografia vanno in seguito integrati con il dosaggio dei markers tumorali. Con un semplice prelievo di sangue si va a dosare in particolare un marcatore, il CA 125 o anche l’HE4, e nel caso sia aumentato lo si può considerare come un indizio. 

Bisogna dire però che durante lo studio della paziente si parla sempre di “sospetta endometriosi” fino a che non si intervenga chirurgicamente. La diagnosi di certezza è solo istologica o quando l’endometriosi viene visualizzata durante una laparoscopia. Nei casi più importanti poi, prima di un eventuale intervento, può essere necessario fare una risonanza magnetica per definire al meglio il quadro clinico.

Come si cura

endometriosi - liguori - laparoscopia

Di endometriosi non si guarisce purtroppo, si può solo controllare. Per definizione si tratta di una patologia cronica. Paradossalmente la terapia più naturale sarebbe la gravidanza che resetta molte problematiche dell’organismo femminile.

Oggi nella maggior parte dei casi fortunatamente si riesce a contenere la malattia e a permettere alle pazienti di avere una vita normale sconfiggendo dolori e infertilità. Come si interviene per curare l’endometriosi? Il Dott. Liguori spiega che il primo approccio è attraverso una terapia medica:

In prima istanza si procede con una terapia medica che va sempre personalizzata, bisogna infatti tenere conto di diversi parametri e variabili: paziente più o meno giovane, desiderosa di figli o che ha già avuto figli, che è già stata operata o meno, che risponde bene alla terapia medica ecc.

Trattandosi di una patologia che dipende dagli ormoni (ormono-dipendente) la si può controllare dal punto di vista ormonale: con la pillola contraccettiva che mette a riposo le ovaie, o anche con il solo progestinico, con gli analoghi del gnrh o con gli inibitori della aromatasi.

In linea di massima, la pillola anticoncezionale e i progestinici sono i farmaci più usati perché mettono a riposo le ovaie. Si possono utilizzare anche dei farmaci che inducono la menopausa per un massimo di 6 mesi. La novità degli ultimi anni è stata l’uscita di un progestinico, il Dienogest, studiato proprio per controllare l’endometriosi.

Trattandosi inoltre di uno stato di infiammazione cronica, anche l’alimentazione va considerata. Ci sono infatti cibi che sono più infiammatori di altri, come le carni rosse, i latticini, il glutine e i prodotti a base di soia. Per questo invitiamo le pazienti a seguire una dieta ricca di omega 3, omega 6, fibre, olio di oliva, frutta secca, cereali integrali e verdure.

Quando la terapia non basta o si arriva tardi alla diagnosi, nei casi di cisti endometriosiche alle ovaie oltre i 4 centimetri e di endometriosi profonda è necessario intervenire chirurgicamente. Silvio Liguori è specializzato in questo tipo di interventi e ci descrive come si procede:

La chirurgia si effettua con la tecnica laparoscopica. Non tutte le donne sono candidate all’intervento. Secondo le linee guida, nei casi di cisti endometriosiche fino a 4 cm si può aspettare ad operare. Superati i 4 cm, in base al caso clinico e a vari altri parametri, si decide se intervenire. Nel frattempo si controlla la malattia con la terapia medica.

L’evoluzione della tecnologia chirurgica ha fatto sí che l’approccio sia sempre di più conservativo rispetto agli anni passati in cui la chirurgia era più invasiva e si facevano interventi molto più radicali. Grazie alla laparoscopia si riesce ad effettuare una chirurgia di precisione per non danneggiare e compromettere per esempio l’ovaio quando si rimuovono cisti.

La tecnica chirurgica è molto importante, si parla infatti di preservazione della fertilità. Il chirurgo sa bene quanto sia importante conservare il più possibile la funzionalità dell’ovaio su cui interviene, quindi deve porre molta attenzione al gesto chirurgico, a maggior ragione se la paziente ha cisti in tutte e due le ovaie, cioè bilaterali. Per questo con un prelievo di sangue si può anche misurare l’AMH, che definisce l’entità della riserva ovarica per valutare quale grado di fertilità abbia la paziente.

Per quanto riguarda la chirurgia dell’endometriosi profonda, l’intervento è molto complicato e difficile perché la zona è interessata dai plessi nervosi. Proprio perché si tratta di una chirurga che dà molte complicanze, è riservata esclusivamente ai casi più estremi che non rispondono alla terapia medica.

Ultima cosa da dire: non bisogna trascurare la possibile, seppur remota, trasformazione maligna della patologia. Per questo motivo è importante un costante controllo medico della paziente.

Leggi anche Tumore al seno metastatico, ora è possibile stabilizzare la malattia

Le proposte di legge e le esenzioni per chi soffre di Endometriosi

endometriosi - liguori - parto

Le donne affette da endometriosi devono fare controlli continui e anche dal punto di vista economico diventa molto pesante, oltre ai fastidi invalidanti della malattia. La cosa positiva è che questa patologia è stata riconosciuta dallo Stato e negli ultimi mesi si parla di nuove proposte di legge per tutelare chi ne è colpita e per limitare i costi sociali della malattia dovuti alla progressiva invalidità delle pazienti e stimati tra 0.8 e 12.5 milioni di euro annui solo in Europa. 

Nel 2017 l’endometriosi è stata inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per cui in molte regioni le pazienti che presentino alla Asl un certificato che attesti questa patologia riescono a fare alcuni esami gratuitamente ma esclusivamente nei casi di endometriosi “moderata” e “grave” (III e IV stadio). Ecco quali:

  • visita ginecologica di controllo ogni 6 mesi 
  • ecografia addome inferiore ogni 6 mesi 
  • ecografia ginecologica trans vaginale e trans addominale ogni 6 mesi 
  • ecografia trans rettale ogni 6 mesi 
  • clisma opaco ogni 6 mesi 

Di recente è stata fatta la prima proposta di legge nella regione Lazio per sensibilizzare e prevenire questa malattia che purtroppo spesso viene diagnosticata troppo tardi.

Leggi anche Eliminare le mestruazioni è possibile: le conseguenze non sono quelle che ti aspetti

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