Elezioni americane, tutto quello che c’è da sapere

Oggi 3 novembre 2020 gli americani sono chiamati a votare per eleggere il Presidente che dovrà gestire l’esecutivo per i prossimi 4 anni.

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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Elezioni americane, come e perché si vota

Elezioni americane, in questo 3 novembre si voterà per eleggere il Presidente che dovrà gestire l’esecutivo per i prossimi 4 anni. Oltre ai candidati più noti, il Presidente in carica Donald Trump ed il democratico Joe Biden ci sono anche altri di partiti minori. Le elezioni seguono una procedura molto particolare e nonostante in molti credano che gli americani eleggano direttamente il presidente, in realtà non è così.

Elezioni americane, chi sono i candidati

Come abbiamo detto i candidati principali sono il Repubblicano Trump e il Democratico Biden ex vicepresidente sotto l’amministrazione Obama. Gli altri sono la docente Jo Jorgensen per il partito Libertario, Howe Hownkins candidato del partito verde e altri 9 candidati eleggibili non in tutti gli Stati dell’unione. La Costituzione prevede che ogni candidato presidente si presenti alle elezioni con un vice presidente per fare in modo che questi sia eletto dal popolo così come il presidente.

Elezioni americane, il voto

Secondo l’articolo 2 della Costituzione degli Stati Uniti del 1787, le elezioni presidenziali si svolgono ogni 4 anni e a partire dal 1792, sempre il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre. Gli elettori sono chiamati a scegliere i grandi elettori, assegnati ad ogni Stato in funzione della popolazione. I grandi elettori si riuniscono il primo mercoledì dopo il secondo lunedì di dicembre nelle capitali dei rispettivi Stati per eleggere effettivamente il presidente. Vale il sistema maggioritario nell’elezione dei grandi elettori, vale a dire che in uno stato, il candidato che riceve un solo voto in più si assicura tutti i grandi elettori di quello Stato. Con questo sistema elettorale è possibile che il candidato che riceve più voti dal popolo non sia poi eletto presidente.

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Elezioni americane, l’insediamento del Presidente

Il presidente eletto non entra nella pienezza dei suoi poteri immediatamente dopo le elezioni, ne quelle di novembre, ne quelle di dicembre. Secondo la Costituzione il presidente degli Stati Uniti si insedia il 20 gennaio dell’anno successivo a mezzogiorno, dopo aver prestato giuramento di fronte al Presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti. La data dell’insediamento è stata quella del 4 marzo fino al 1933. La ratio di questa norma sta nel fatto che un presidente resti in carica esattamente 4 anni, dal 20 gennaio dell’anno successivo a quello in cui è stato eletto al 20 gennaio del quarto anno successivo, vale a dire ogni 1461 giorni.

Elezioni americane, il presidente

Il Presidente degli Stati Uniti è definito dalla Costituzione “Comandante in capo”. Il sistema americano è fatto dei cosiddetti check and balances, un sistema normativo di pesi e contrappesi per evitare la degenerazione dei poteri. Secondo il XXII emendamento nessuno può essere eletto più di due volte nella vita. Tale emendamento fu introdotto nel 1951 dopo che F.D. Roosevelt era stato eletto per 4 volte nonostante sia poi morto durante il quarto mandato. La ratio del limite ai mandati sta nella volontà di voler evitare la monopolizzazione del potere. Contrariamente a ciò che accade in Italia, il presidente Usa non può essere sfiduciato dal Congresso e salvo morte, dimissioni o impeachment, il mandato dura fino alla scadenza.

Leggi anche: C’era una volta il west: la sfida Trump-Biden

Elezioni americane, perché sono importanti

In definitiva il lettore europeo del terzo decennio del XXI secolo potrebbe chiedersi quale sia l’importanza di seguire quella che in definitiva è l’elezione di un semplice capo di Stato straniero. In realtà, nonostante il peso crescente della Cina sul piano economico e militare, gli Stati Uniti sono ancora la prima potenza militare mondiale e contendono ancora oggi alla Russia il primato sull’arsenale nucleare. Infine gli USA sono storicamente il primo partner strategico di molti paesi europei. Sono presenti infine basi militari USA in Europa dalla fine della Seconda Guerra mondiale. È chiaro che tutti ministeri degli esteri europei e anche i media guardino attentamente al prossimo inquilino della Casa Bianca.

di Domenico Di Sarno

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Domenico Di Sarno
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Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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