Dona una cena a chi è in difficoltà: a Bologna arriva il pasto sospeso

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Tutto è cominciato a Napoli con il caffè sospeso: chi lo desiderava poteva pagare un caffè al bar senza consumarlo, in modo che potesse prenderlo qualcuno che non poteva pagare. Un gesto che univa cortesia e solidarietà e che dopo poco tempo ha preso piede in tutto il paese. Sono arrivati così il panino, il libro e persino il biglietto per il teatro sospeso. Adesso la generosità è passata al livello successivo: in alcuni ristoranti di Bologna è il momento del pasto sospeso, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra professionisti e volontari del centro storico. Ma se tenere da parte un caffè o un panino è una cosa semplice, come si fa a riservare un pasto a chi non può pagarlo? È semplice: organizzando una cena, un vero e proprio evento finanziato da chi desidera regalare una serata da ricordare a chi è in difficoltà. Leggi anche: Roma, il clochard gentile di Via Veneto trova lavoro e si commuove: “Grazie” L’idea è nata dalla collaborazione tra Camst, nota azienda di ristorazione collettiva, e Cucine Popolari, associazione di volontariato che si occupa in particolare di offrire pasti ai più bisognosi. Due sono i ristoranti dove l’iniziativa verrà messa in pratica: il C’entro e il Bass’otto, che oggi sembra riscoprire le sue origini visto che negli anni sessanta era nato proprio come mensa popolare.

Come fare per offrire una cena a chi non può pagarla

I responsabili di Camst e Cucine Popolari, organizzatori dell’iniziativa
Per un intero mese, dal 20 maggio al 21 giugno, sarà possibile pagare un pasto sospeso presso uno dei due ristoranti aderenti all’iniziativa. Il ricavato verrà utilizzato per organizzare una o più cene al Bass’otto all’inizio dell’estate. Ogni pasto donato sarà certificato da uno scontrino, al termine dell’iniziativa l’importo raccolto nei due ristoranti verrà devoluto per intero alle Cucine Popolari, che si occuperanno della realizzazione pratica dell’evento. L’iniziativa, a dispetto delle aspettative generali spesso incupite dal cinismo, sta riscuotendo un grande successo già nei suoi primi giorni. Sono state infatti già raccolte diverse donazioni da parte di privati e di personaggi di spicco della città, come assessori comunali e membri del panorama politico locale. Leggi anche: Modena, l’iniziativa di due ragazze per aiutare i clochard Le parole di Roberto Morgantini, promotore delle Cucine Popolari, rispecchiano pienamente il messaggio di solidarietà e fiducia che gli stessi organizzatori speravano di riuscire a veicolare:

Un’iniziativa che tocca nel profondo le persone. Mi allarga il cuore pensare che, grazie a un semplice gesto, una famiglia che non si può permettere di andare al ristorante potrà farlo. In un momento in cui l’odio sembra prevalere, questo è un gesto di grande solidarietà verso chi ha bisogno.

  di Marianna Chiuchiolo

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Marianna Chiuchiolo
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Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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