Delega all’Antidroga alla Ministra pro-cannabis Fabiana Dadone, Meloni: “Mossa grave”

Draghi ha affidato la delega all'Antidroga alla Ministra del M5S Fabiana Dadone, nota antiproibizionista pro-cannabis, facendo così insorgere il centrodestra.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Delega all’Antidroga alla Ministra pro-cannabis Fabiana Dadone. Continua il lento percorso dell’Italia verso la legalizzazione della cannabis: qualcosa sembra sbloccarsi davvero, seppur timidamente e tra mille difficoltà.

In passato, di fronte alla possibilità di un’ipotetica modifica dell’articolo 73, ovvero del testo unico sugli stupefacenti, la maggioranza di governo si era divisa tra forze instransigenti, rappresentate dalle istanze del centro-destra, specie della Lega, favorevoli ad inasprimenti delle misure in tema di marijuana, ed altre disponibili ad un’apertura, simboleggiate dalle posizioni progressiste di +Europa.

Apparentemente vicini alla corrente antiproibizionista si mostratavano anche Pd, M5S, Italia Viva e gruppo Misto, con molti dei loro membri che decidevano di partecipare alle iniziative promosse da “Meglio Legale”, associazione che da tempo si batte per la legalizzazione. E oggi il tema cannabis torna a far discutere.

Il dibattito si è riaperto recentemente a seguito della scelta del Presidente del Consiglio Mario Draghi di affidare la delega alle politiche contro la droga alla Ministra pentastellata per le Politiche giovanili Fabiana Dadone, nota antiproibizionista. E questo, come prevedibile, ha fatto sbottare il centro-destra, scatenando l’ira di Fretelli d’Italia, attualmente all’oppozione, e di Forza Italia che, pur facendo parte della maggioranza di Governo, non ha ben reagito alla decisione di Draghi.

Delega all’Antidroga alla Ministra antiproibizionista Fabiana Dadone: le sue aperture in tema di cannabis

Delega all'Antidroga alla Ministra antiproibizionista Fabiana Dadone: le sue aperture in tema di cannabis

L’ufficializzazione della nomina all’Antidroga della Ministra pentastellata Fabiana Dadone è arrivata in Gazzetta Ufficiale venerdì scorso, scatenando immediatamente numerose polemiche e perplessità, dovute soprattutto alle note posizioni pro-legalizzazione abbracciate in passato dalla Ministra.

Durante la sua prima esperienza da deputata, infatti, Dadone era stata co-firmataria di due proposte di legge per la legalizzazione della cannabis. La prima venne presentata nel 2014 dal deputato pentastellato Ferraresi e aveva l’obiettivo di rendere lecita la “coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati“. La seconda, che risale al luglio 2015 e aveva come primo firmatario l’allora dem Giachetti, mirava, quasi analogamente, alla “legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati“.

Nel 2015, invece, la Ministra Dadone si scagliava su Facebook contro il leader della Lega Matteo Salvini, che aveva dichiarato di essere aperto alla legalizzazione della prostituzione ma contrario a quella della marijuana: in quell’occasione la Ministra sottolineava i vantaggi dell’antiproibizionismo, specie nel combattere i traffici illeciti di sostanze e nel ridurre le entrate della malavita.

Poi nel 2017, con un nuovo post su Facebook, la Ministra pentastellata Fabiana Dadone accusava il Pd di aver affossato la legge per la legalizzazione della cannabis di cui lei stessa era stata co-firmataria nel 2015.

Quel provvedimento a primo firmatario Giachetti avrebbe potuto portare ad un cambiamento rivoluzionario sul tema marijuana, ma il Pd stesso, che un tempo aveva fortemente voluto e sostenuto quella legge, adesso sembrava aver perso interesse per il tema. E la pentastellata Dadone tuonava:

Una legge di buon senso, riprova della volontà iniziale di dare una svolta sul tema. Invece no, alla fine il Pd ha gettato tutto alle ortiche, tirandosi indietro e votando contro la proposta.

Una scelta non solo contraria alle indicazioni fornite da illustri magistrati come il procuratore Antimafia Roberti, ma che non incide assolutamente sulla volontà, ribadita da più parti, di colpire il traffico di stupefacenti in mano alle mafie. Le quali, sentitamente, ringraziano.

Antiproibizionismo come lotta all’impinguamento delle mafie: questa la ragione delle aperture alla cannabis sostenute della Ministra per le Politihce giovanili Fabiana Dadone.

In ogni caso, subito dopo l’assegnazione della delega alle politiche antidroga di venerdì, la Ministra Fabiana Dadone è tornata ad ostentare le sue posizioni liberal, rispondendo alla lettera inviata a Draghi e a Speranza dagli oltre 400 digiunatori della cannabis. Nella lettera si chiedeva, tra le altre cose, di iniziare a preparare la Conferenza Nazionale sulle droghe, che non prende luogo dal 2009. La Ministra Dadone, rispondendo, ha sottolineato la sua disponibilità, promettendo che il processo convocatore della Conferenza inizierà quanto prima, emergenza sanitaria permettendo.

Leggi anche: La ministra Dadone in felpa e tacchi rossi attira le polemiche del web

Delega all’Antidroga alla Ministra antiproibizionista Fabiana Dadone: il centro-destra insorge

Delega all'Antidroga alla Ministra antiproibizionista Fabiana Dadone: il centro-destra insorge

La nomina con la quale il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha affidato la delega alle politiche contro la droga ad una Ministra antiproibizionista ha fatto insorgere il centro-destra. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha sbottato:

Per anni FdI ha chiesto l’assegnazione della delega perché era scandaloso che nessuno si occupasse a tempo pieno dell’emergenza droga, ma è grave e deludente che per un compito così delicato come la lotta alle dipendenze sia stato scelto un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis.

Come a dire che chi firma per liberalizzare la marijuana, per motivi economici o di contrasto alla malavita, non possa automaticamente essere in grado di gestire una lotta alle dipendenze da droga, che certamente sono ben altra cosa rispetto a qualche spinello fumato a fini ricreativi. La Meloni rappresenta però l’unico baluardo dell’opposizione e può permettersi di fare la voce grossa, specie in questo momento. Dall’alto della sua posizione di forza, ha richiamato i colleghi del centro destra, esortandoli a farsi sentire nonostante l’appoggio al Governo Draghi.

L’appello della Meloni è stato immediatamente raccolto da Forza Italia, in particolare dal capogruppo alla Camera Roberto Occhiuto, che ha detto:

Curioso il fatto che la delega sulla droga sia stata affidata ad un ministro dichiaratamente antiproibizionista.

Chiedo a Fabiana Dadone chiarimenti tempestivi e inequivocabili sulle linee guida che intende portare avanti.

A chiudere le porte in modo definitivo a potenziali aperture in tema di cannabis ci ha pensato Maurizio Gasparri, con la sua immancabile e ostentata instransigenza:

Draghi se lo metta bene in testa. Forza Italia non può condividere nessuna scelta azzardata.

Sulle droghe servono politiche di contrasto, di prevenzione e di recupero, non certo politiche di apertura e di resa.

Un governo che andasse avanti in questa direzione sarebbe un governo morto.

Eppure, verrebbe da dire, molti degli Stati in cui la cannabis è stata legalizzata hanno un Governo certamente più vivo di quello italiano. Ma questo è un altro discorso. Sembra invece più pacata, ma ugualmente tagliente, la risposta dei capigruppo della Lega Molinari e Romeo:

Il governo ha come priorità di occuparsi di vaccini, ristori, partite Iva e riaperture. Per noi la droga equivale a morte e drammi in famiglia.

La Lega è per la vita e lavora senza sosta concretamente per uscire dalla crisi sanitaria ed economica provocata dalla pandemia.

Una buona dose di benaltrismo e disinformazione e la persuasione dei più è garantita: si innescano così allarmismi ingiustificati, provocati da discorsi assurdi nei quali cannabis e morte sono quasi associate. Insomma, proprio quel genere di punto di vista che non permette il progresso.

Le parole di Fabiana Dadone: “Non solo alcol e stupefacenti, guarderemo a tutti i tipi di dipendenze”

Le parole di Fabiana Dadone: "Non solo alcol e stupefacenti, guarderemo a tutti i tipi di dipendenze"

Ormai da tempo il Movimento 5 Stelle continua a sostenere la necessità di legalizzare la cannabis. Beppe Grillo, sul suo blog, ha più volte perorato posizioni antiproibizioniste, portando spesso a sostegno delle sue tesi uno studio di David Nutt dell’Università di Bristol.

L’indagine ha permesso l’elaborazione di una classifica delle 20 droghe più pericolose al mondo (in base a danno fisico, sociale, di dipendenza). La tabella ha confermato la pericolosità di droghe come l’eroina ma “in altri casi ha accertato l‘estrema pericolosità di sostanze reputate erroneamente leggere, come l’alcol o il tabacco, entrambe invece nettamente sopra la cannabis“.

In ogni caso, la Ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone, appena ricevuto il nuovo incarico, ha così riassunto le sue intenzioni:

È mia intenzione esercitare il mio nuovo incarico in stretta sinergia con quello delle politiche giovanili, guardando non solo ai fenomeni relativi all’uso degli stupefacenti e all’abuso di alcol, ma anche alle altre dipendenze, sempre più aggressive soprattutto nei confronti dei giovani, quale quella dovuta all’utilizzo improprio delle piattaforme digitali.

Esistono molti tipi di dipendenza, alcuni pericolosi, altri meno. Per questo motivo non voler sentire discussioni in merito alla legalizzazione della cannabis appare una presa di posizione ingiustificata, nutrita dall’allarmismo, che è a sua volta suscitato da sapienti narrazioni portate avanti soprattutto dal centro-destra.

Poter sfruttare grazie alla cannabis l’opportunità di nuovi stimoli economici, nuovi posti di lavoro, contribuendo al tempo stesso pure alla lotta alla malavita, dovrebbe sembrare a tutti qualcosa di estremamente positivo e conveniente. Ma forse si è troppo miopi per vederlo.

Leggi anche: Anche New York legalizza la marijuana, ma quando toccherà all’Italia?

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