DAD ed effetti collaterali: Lorenzo abbandona la scuola e sceglie il servizio civile: “Ora ho più motivazione”

Basta scuola, meglio il lavoro: la DAD è alienante. Dopo un anno di pandemia e scuole chiuse, i ragazzi sono all'orlo del collasso. E qualcuno collassa.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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La DAD è estenuante. Lorenzo Pieralli, che in quarto superiore decide di lasciare la scuola e andare a lavorare alla cucina della Caritas, ne è l’ennesima dimostrazione.

Di nuovo tutti a casa e con didattica digitale, ma i ragazzi non ce la fanno più.

La scuola manca, manca come luogo di cultura, manca come luogo di scambio e confronto, manca come luogo di crescita. Dopo un anno di pandemia ai giovani si chiede un caro conto da pagare.

Cosa significa la DAD per i giovani? Lorenzo: “Non avevo più alcuna motivazione”

Lorenzo Pieralli, 18 anni, iscritto al quarto superiore dell’istituto alberghiero Buonatalenti, racconta:

Non avevo più alcuna motivazione.

Stare per sei ore di fila davanti a un computer oppure davanti a un tablet era diventato alienante, non riuscivo a concentrarmi, non riuscivo a seguire le spiegazioni dei professori, che erano diventati sempre più rigidi e sempre più orientati alle nostre prestazioni.

Spesso l’audio non era buono e si sentiva male quello che dicevano i docenti.

Quando invece potevamo frequentare in presenza era diverso, c’era il rapporto umano con i compagni, la ricreazione, le pause, le chiacchierate alla fine di ogni ora.

Trovavo più entusiasmo.

Lorenzo non era uno di quei studenti dai voti eccellenti, ma era comunque felice di andare a scuola.

E dove niente ha potuto la sua dislessia, che malgrado rendesse lo studio piuttosto complicato, non ha mai tolto allo studente l’entusiasmo, è riuscito invece il Covid.

La didattica a distanza non sa più di scuola, demotiva allo studio. Meglio il lavoro.

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Lorenzo, da studente in DAD a cuoco alla Caritas

Basta dad, meglio il lavoro.

I genitori del ragazzo così come la preside dell’istituto Maria Francesca Cellai si son subito resi conto e preoccupati del decrescente impegno e assiduità del ragazzo: voti sempre più scarsi e ‘assenze’ sempre più numerose.

Quando però hanno proposto a Lorenzo di sostituire le lezioni a distanza con un impegno da cuoco alla mensa della Caritas di via Baracca, non immaginavano certo che il ragazzo potesse decidere di lasciare definitivamente la scuola. Racconta:

Mi sono trovato così bene a fare volontariato alla mensa che ho deciso di lasciare la scuola nella speranza di fare qui il servizio civile e cominciare a guadagnare i miei primi soldi.

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Dopo un anno di pandemia, l’effetto collaterale della DAD: basta scuola

Dopo un anno di pandemia, l'effetto collaterale della dad: basta scuola.

Se è vero che senza le tecnologie ci saremmo trovati in quest’ultimo anno in una situazione davvero drammatica, d’altra parte è sempre più evidente che in nessun modo i dispositivi elettronici possono sostituire i rapporti umani. La scuola ne sta dando una prova.

La didattica a distanza ha permesso ai giovani di continuare in qualche modo gli studi, ma la DAD non è la scuola.

La scuola è molto di più dell’insegnante che spiega e del ragazzo che ascolta e apprende. La scuola è evasione dalla routine casalinga, è luogo d’incontro con i coetanei, è dove si conoscono gli amici, gli amori, dove si ride, si scherza, si piange e si impara, si cresce.

Lo schermo del tablet, a cui si fa già difficoltà a prestare ore d’attenzione in ascolto del professore che parla, non può sostituire tutto questo.

Le scuole sono chiuse da ormai un anno e i ragazzi stanno cedendo. È difficile stare attenti e con i frequenti problemi di connessione è complicato persino capire cosa si sta dicendo.

Mancano i compagni, manca la classe, manca persino la sveglia all’alba, vestirsi in tutta corsa e prendere l’autobus.

La DAD è alienante e i giovani di oggi ne stanno uscendo meno preparati, meno colti e, per di più, estremamente soli.

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Dalla DAD al ‘lavoro’

Dalla Dad al 'lavoro'.

La didattica odierna si è fatta così estenuante, vana e per certi persino inutile, che molti giovani, proprio come Lorenzo, scelgono il lavoro. Triste, ma comprensibile, e fin dei conti neanche così assurdo se fosse davvero il lavoro quel che si prospettasse.

Quali possibilità lavorative si presentano davvero a questi ragazzi? Esiste la possibilità di un lavoro?

No, o meglio, molto rare. Forse Lorenzo è uno dei fortunati. Con la maggior parte delle attività chiuse, il Paese paralizzato da ormai un anno, vedere e credere nel futuro sembra un’utopia.

Per questo i ragazzi protestano e hanno bisogno di tornare a scuola, per apprendere, conoscere, sostenersi a vicenda, e almeno sperare che il domani possa riservare ancora qualcosa.

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