Crisi climatica: quali sono i possibili scenari futuri

Secondo gli esperti le conseguenze della crisi climatica sono irreversibili. Si può solo intervenire sulle immissioni di gas serra per evitare un ulteriore aumento delle temperature.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Crisi climatica. Secondo quanto emerge dal rapporto del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite, consistente in più di cento articoli scientifici e interviste con climatologi, il sud sarà martellato da siccità, surriscaldamento delle città e dal declino dell’agricoltura.

Si tratta di un documento di circa 4.200 pagine che, come riporta il settimanale Internazionale, dovrebbe essere pubblicato nel 2022 e prevede possibili sconvolgimenti climatici futuri tali da portare gravi conseguenze soprattutto nei paesi più poveri.

Nello specifico, se non si prenderanno provvedimenti per ridurre gli shock climatici e il gas serra, le terre vicino all’equatore diventeranno inabitabili per il caldo, miliardi di persone saranno a rischio di scarsità cronica di acqua e decine di milioni minacciate dalla fame, oltre al fatto che le disparità già esistenti aumenteranno.

In questo scenario ogni parte dell’Europa potrebbe cambiare. Ciò che colpisce maggiormente è che, come commenta Piers Foster, un autore del suddetto rapporto, “l’intera popolazione europea non ha ancora una consapevolezza sufficiente, non sa come il cambiamento climatico li colpirà direttamente”.

Crisi climatica: l’incubo delle città di cemento

crisi climatica_città

Durante l’ondata di caldo che ha interessato l’Europa nel 2003, con temperature di quasi 40 gradi, si stima che morirono 80mila persone. Tali temperature potrebbero diventare normali per le estati future.

Le città, caratterizzate da concentrazioni di cemento, accentuano maggiormente il calore e sono di solito 5 o 10 gradi più calde rispetto alle campagne circostanti. Purtroppo un’alta percentuale di europei vive in città e sono milioni le persone che vi migrano dalle zone rurali.

In base alle previsioni del rapporto riguardante la crisi climatica le città europee potrebbero riscaldarsi di altri 6-10 gradi, con un incremento maggiore al sud. Se nel 2010, come riporta Indipendente, il caldo ha ucciso 54mila persone in Russia e in Europa e, nel 2018 durante un’ondata di caldo le vittime sono state 104mila cosa, quali scenari dovremmo aspettarci in futuro.

Crisi climatica, l’allarme dell’Onu: “Il peggio deve ancora venire”

Secondo il rapporto sul clima dell’Ipcc gli effetti del riscaldamento globale “sono irreversibili per i prossimi secoli o millenni”, e “a pagarne maggiormente il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi”.

Per il pianeta sono previsti eventi metereologici estremi come ondate di calore, inondazioni, siccità e incendi con un riscaldamento globale di 1,5 gradi centigradi, riferiscono gli scienziati. “Sperimenteremo eventi senza precedenti, sia per la loro portata, la loro frequenza, il loro tempo o la loro posizione” hanno precisato gli esperti, come riporta Agi.

In questo contesto di crisi climatica è quanto più necessario ridurre le emissioni di gas serra per intervenire o quanto meno mitigare l’aumento della temperatura media globale.

Incendi senza precedenti: è la nuova epoca del Pirocene

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Si sta assistendo ad un cambiamento in atto, un sorta di rivoluzione climatica proprio come un’era glaciale, ma, per via dell’intensificarsi degli incendi in tutto il mondo, con le fiamme al posto del ghiaccio.

Lifegate ritiene che siamo passati dall’Antropocene, un’era geologica in cui l’uomo è il responsabile delle modifiche che avvengono sul pianeta e caratterizzata da elevate concentrazioni di carbonio non solo nell’atmosfera, al Pirocene con un aumento degli incendi.

Questo cambiamento è dipeso sia dall’aumento dei gas a effetto serra che dai cambiamenti climatici su scala planetaria. Negli ultimi quattro anni le foreste di molti Paesi sono state colpite da vasti incendi, che rispetto ai precedenti hanno assunto caratteristiche estreme sia per intensità, velocità di propagazione, estensione, e perché avvenuti in aree poco vulnerabili al fuoco o in periodi dell’anno insoliti.

Bisogna precisare che gli incendi sono solo una delle conseguenze della crisi climatica a cui stiamo assistendo perché non tutti gli ecosistemi rispondono allo stesso modo. In alcune aree si potrebbe verificare un intensificarsi delle piogge e delle precipitazioni.

Inoltre è necessario, ad esempio per gli incendi, non attribuire la colpa al piromane o all’assenza dei servizi antincendio, ma capire che la responsabilità è di tutti e intervenire al più presto con sagge politiche di Governo volte, se non alla risoluzione, quanto meno alla mitigazione del problema.

Leggi anche: “Cooperare per fermare la crisi climatica”: ecco cosa prevede l’accordo USA-Cina

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