Covid e guerra, gli incubi che tengono svegli 12 milioni di italiani

Dopo due anni infiniti di pandemia e lo spettro di una guerra sempre più vicina, gli italiani non dormono più. Impossibilitati a prendere sonno per ansia, stress e paura per il futuro.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Covid e guerra sono ormai entrati dentro di noi. Hanno penetrato lentamente uno ad uno gli strati della nostra pelle per prepararsi a migrare nei tessuti del cervello ed insediarsi nel centro di controllo dell’intero corpo. Sono stati in grado di alterare profondamente l’attività onirica di ogni individuo.

Travestiti da curiosità e attenzione, si mimetizzano sotto forma di preoccupazione e interesse per i fatti di cronaca e si intorcinano profondamente nel nostro inconscio, comandando e suggestionando ogni nostro pensiero.

Come degli incubi mostruosi che squarciano con prepotenza il sonno, Covid e guerra, con un loop continuo di immagini spaventose, sono i responsabili della nostra insonnia. Sono arrivati a disturbare e a molestare perfino l’inconscio, provocando episodi ansiogeni, risvegli improvvisi e difficoltà a prendere sonno.

Covid e guerra: epidemia di sogni per 12 milioni di italiani

Se è vero il proverbio che chi dorme non piglia pesci, gli italiani, questa volta, preoccupati e frustrati dagli ultimi fatti di cronaca, rischiano di vincere. Il binomio Covid e guerra sta infatti disturbando il sonno di 12 milioni di persone, causando insonnia, ansia e depressione.

Non bastava il Covid a sballottarci da un’incertezza all’altra, con le continue mutazioni della proteina spike, ora, anche la guerra si è messa di traverso, con la sua imprevedibilità e volubilità, a disturbarci i sogni.

A sentire l’Associazione italiana di medicina del sonno, i numeri sono davvero allarmanti: circa il 40-45% della popolazione ha difficoltà a dormire ed è costretta a ricorrere a dei farmaci per poter riposare.

L’Agenzia italiana del farmaco, inoltre, ha rilevato nel 2020 e nel 2021, un’impennata, senza precedenti, nell’utilizzo di ansiolitici, registrando, rispetto alla primavera del 2019, un raddoppio preoccupante.

Covid e guerra ci stanno portando via anche il sonno, stanno causando un problema alla nostra salute. L’insonnia, classificata dall’Oms come undicesimo disturbo cerebrale, rischia di indebolire e stremare i livelli di attenzione e vigilanza, impedendo ai soggetti la possibilità di prendere decisioni lucide e corrette.

Leggi anche: Dormire è più importante di quanto pensi. A cosa serve sognare?

Covid e guerra stanno mettendo a rischio nostra la salute mentale

Covid e guerra sono le parole che pronunciamo e che sentiamo pronunciare più spesso, questi eventi stanno impattando profondamente sulle nostre coscienze. La violenza veicolata dai media, sta avvicinando gran parte dell’umanità alle popolazioni direttamente attaccate. La capacità di metterci nei panni delle vittime, donne, bambini e uomini ucraini, ci sta però risucchiando in un buco senza uscita.

Lo psicoterapeuta, analista transazionale ed esperto in EMDR, Federico Circi, spiega:

Per le popolazioni e per i soldati stessi, la guerra rappresenta un vero e proprio trauma, psicologicamente uno dei più violenti e indelebili, tanto per il singolo, quanto per le intere comunità coinvolte.

Sappiamo, per certo, dalla letteratura psicologica, che i bisogni principali che l’uomo ha bisogno di raggiungere per primi, sono quelli fisiologici (alimentazione, sonno e sesso), di sicurezza fisica e salute e di appartenenza (amicizia e famiglia).

Ebbene, questi bisogni in guerra vengono tutti a mancare.

Dunque, secondo l’esperto, “I sintomi, quali insonnia, ansia, attacchi di panico, depressione e disturbo post-traumatico da stress sono sempre più frequenti nella popolazione e richiedono di essere risolti, non solo sciogliendo esclusivamente i sintomi stessi, quanto prendendosi carico dei pesi traumatici profondi indotti dalle vicissitudini esistenziali storiche che stiamo attraversando, pandemia covid-19 compresa”.

Lo psicoterapeuta ha inoltre dichiarato che l’accentuarsi dei sintomi, legati all’insonnia, sia generato dalla paura degli italiani per la morte. Conclude Federico Circi:

Assistere agli eventi bellici, per le popolazioni non coinvolte direttamente nello scontro armato come gli italiani, consiste di per sé in un trauma indiretto. Il timore è che tutto questo possa toccare anche a loro mettendo così a rischio le certezze che ad oggi sembravano scontate.

Pertanto, tra gli italiani stanno aumentando i sintomi indotti dall’improvviso e crudo nuovo contatto con la morte, aspetto quest’ultimo quasi reietto dalla quotidianità della società post-moderna.

Per affrontare e superare il disturbo, il consiglio dello psicoterapeuta è quello di intraprendere un percorso volto a superare il trauma.

Mai come oggi per le singole persone che si sentano colpite da questi eventi traumatici estremi, si rende indispensabile superare il trauma attraverso un’integrazione e rielaborazione di un significato coerente rispetto all’esperienza vissuta condotta con un adeguato lavoro psicologico professionalmente competente.

La televisione contrasta il sonno e la produzione di melatonina

La produzione di melatonina, collegata all’esposizione della luce, diminuisce con il giorno e aumenta con le ore notturne. L’esposizione prolungata, davanti alla televisione, per restare sempre aggiornati di Covid e guerra, rischia di bloccare la produzione di questo ormone che influisce sulla qualità del sonno.

Secondo uno studio, condotto dal Professore Charles Czeisler, all’Università di Harvard, gli schermi elettronici della tv, dello smartphone e dei tablet, sconvolgerebbero, con la loro luce bluastra, il ritmo del nostro riposo, provocando un’alterazione biologica.

I dispositivi tecnologici, emettendo luci e suoni, influenzano e destabilizzano i centri di controllo del sonno, arrecando insonnia, ansia, depressione, calo di concentrazione e riduzione dell’energia.

Come funzionano i centri di controllo che regolano il sonno

Il sonno è un evento fisiologico talmente importante che trascorriamo, circa un terzo della nostra vita, dormendo. I suoi centri nervosi si trovano in delle aree localizzate del cervello. Quando andiamo a dormire, i centri della veglia e del sonno creano un effetto tira e molla. Mentre i primi, vogliono continuare a tenerci con gli occhi aperti, i secondi vogliono indurci all’addormentamento. Quando i centri della veglia riescono a sovrastare quelli del sonno, si verifica l’insonnia.

Mentre riposiamo, l’organismo va incontro ad alcuni cambiamenti fisiologici che investono organi e apparati come l’abbassamento della temperatura corporea, la diminuzione del numero di battiti cardiaci e dei valori della pressione sanguigna, la regolazione ormonale, la respirazione più moderata e la variazione dell’attività cerebrale.

Il sonno è infatti gestito da un orologio biologico interno che si chiama ciclo circadiano ed ha una durata di 24 ore. Questo tipo di ciclo viene regolato da una serie di fattori, primo tra tutti la presenza di luce e buio che condizionano la struttura del sistema nervoso. Quando la luce colpisce i nostri occhi, l’informazione di svegliarsi viene trasmessa direttamente al cervello che attivandosi, prepara il corpo al risveglio. Al contrario, il buio, stimola la sintesi di melatonina, rilassando e distendendo il nostro organismo.

Covid e guerra stanno quindi mettendo a repentaglio il benessere del nostro sonno, che riveste un ruolo fondamentale nell’equilibrio dei ritmi biologici, infatti, la sua mancanza o scarsa qualità influisce negativamente e pesantemente sulla salute fisica e mentale.

Esiste un trattamento per la cura dell’insonnia?

Durante il Congresso mondiale di medicina del sonno che si è tenuto a Roma lo scorso marzo, si è discusso di alcuni trattamenti che potrebbero migliorare e risolvere il problema dell’insonnia, che causerebbe all’organismo una serie di problemi tra cui: stato confusionale, aumento dei rischi legati all’ipertensione, cattivo umore, crisi d’ansia, diabete, depressione ed obesità.

Per curare questo disturbo si è parlato di un nuovo farmaco, di prossima immissione in commercio, basato su un efficace meccanismo d’azione. Il doppio antagonista dei recettori dell’orexina, il neurotrasmettitore più importante nella regolazione del ritmo sonno-sveglia, rappresenterebbe la prima molecola in grado di curare il disturbo di insonnia cronica.

La rivista scientifica Lancet Neurology ha pubblicato e supportato lo studio di questa nuova modalità di intervento che di recente ha ricevuto il parere positivo del Comitato per i medicinali a uso umano dell’Ema.

Il trattamento di questo disturbo aiuterebbe la salute psico-fisica dei soggetti che in questo periodo non riescono a dormire.

Leggi anche: Come le notizie sul conflitto russo-ucraino stanno traumatizzando il nostro cervello

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