Andare al mare sarà uno svago per pochi: regole stringenti da Inail e Iss

Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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Il mare è da sempre considerato come una medicina naturale, specialmente per i bambini. Secondo l’ISTAT, tra le vacanze di piacere e svago, il mare si conferma il luogo più scelto per ogni destinazione. C’è chi preferisce la libertà e l’economicità della spiaggia libera, e c’è chi si affida alle strutture balneari per usufruire di servizi comodi come sdraio, lettini, ombrelloni, servizi igienici, docce, cabine, intrattenimento, la possibilità di praticare sport e la ristorazione nel lido.

Al mare ai tempi del Covid

Al fine di garantire il corretto distanziamento sociale nello stabilimento e un minor rischio, sono ferree le regole fornite dall’Inail e dall’Istituto superiore di Sanità come definire le misure di distanziamento minime tra le attrezzature di spiaggia che possano essere di riferimento, fermo restando che deve in ogni caso essere assicurato il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Nella ridefinizione del layout degli spazi, bisogna rispettare le seguenti distanze:

  • La distanza minima tra le file degli ombrelloni pari a 5 metri
  • La distanza minima tra gli ombrelloni della stessa fila pari a 4,5 metri
  • Le attrezzature complementari assegnate in dotazione all’ombrellone (ad es. lettino, sdraio, sedia) dovranno essere fornite in quantità limitata al fine di garantire un distanziamento rispetto alle attrezzature dell’ombrellone contiguo di almeno 2 metri
  • Le distanze interpersonali possono essere derogate per i soli membri del medesimo nucleo familiare o co-abitante.
  • Tra le attrezzature di spiaggia ove non allocate nel posto ombrellone, dovrà essere garantita la distanza minima di 2 metri l’una dall’altra.

Cosa sarà vietato

  • Per le cabine, è vietato l’uso promiscuo a eccezione dei membri del medesimo nucleo familiare o per soggetti che condividano la medesima unità abitativa.
  • È vietata dall’Inail, l’attività ludico sportiva, i giochi di gruppo, le feste e gli eventi.
  • Saranno chiuse le piscine e per la fruizione di servizi igienici e docce andrà rispettato il distanziamento sociale di almeno 2 metri, a meno che non siano previste barriere separatorie fra le postazioni.

Sono consentite attività in mare come wind-surf, attività subacquea, balneazione da natanti, in quanto non presentano a priori rischi significativi rispetto a COVID-19. È necessario il mantenimento del distanziamento sociale (e delle operazioni di vestizione/svestizione nel caso di attività subacquea), nonché la sanificazione delle attrezzature di uso promiscuo. Leggi anche: Decreto Rilancio. Conte: “Abbiamo sbloccato miliardi per aiutare gli italiani”

Al mare con mascherina e prenotazione per fasce orarie

Nel documento Inail, si legge che per favorire un accesso contingentato negli stabilimenti la prenotazione, anche per fasce orarie, preferibilmente obbligatoria, può essere uno strumento organizzativo utile anche al fine della sostenibilità e della prevenzione di assembramenti, favorendo un’agevole registrazione degli utenti, anche allo scopo di rintracciare retrospettivamente eventuali contatti a seguito di contagi. Consigliato l’utilizzo della mascherina.

I bambini in spiaggia a distanza

Nel documento Inail-Iss sulla balneazione e gli stabilimenti balneari nella fase 2 che ci vedrà al mare convivendo con Covid 19, si legge che deve essere garantita vigilanza sulle norme di distanziamento sociale dei bambini in tutte le circostanze. Bisogna evitare promiscuità nell’uso di qualsiasi attrezzatura da spiaggia, possibilmente procedendo all’identificazione univoca di ogni attrezzatura. Leggi anche: Silvestri: “Il virus se ne sta andando, ma non è ancora K.O.”

Come si accederà alle spiagge libere

Per la balneazione nelle spiagge libere, i Comuni dovranno definire puntualmente le modalità di accesso e di fruizione, individuando quelle più idonee ed efficaci. Sempre secondo il documento Inail -Iss, dovranno essere affissi nei punti di accesso alle spiagge libere cartelli in diverse lingue contenenti indicazioni chiare sui comportamenti da tenere, in particolare il distanziamento sociale di almeno un metro e il divieto di assembramento. Va mappato e tracciato, magari con nastri appositi, il perimetro di ogni allestimento (ombrellone/sdraio/sedia) che sarà codificato rispettando le regole previste per gli stabilimenti balneari, per permettere agli utenti un corretto posizionamento delle attrezzature proprie nel rispetto del distanziamento, evitando l’aggregazione. Una previsione che permetterà di individuare il massimo di capienza della spiaggia e l’eventualità di definire turnazioni orarie e di prenotare gli spazi codificati, attraverso l’utilizzo di App/piattaforme on line.

Necessarie misure di pulizia della spiaggia

Favorire il contact tracing nell’eventualità di un caso di contagio. Occorre anche valutare le disposizioni volte a limitare lo stazionamento dei bagnanti sulla battigia per evitare assembramenti. Devono essere assicurate opportune misure di pulizia della spiaggia e di igienizzazione delle attrezzature comuni. È opportuno, ove possibile, affidare la gestione delle spiagge libere a enti/soggetti che possono utilizzare personale adeguatamente formato, valutando anche la possibilità di coinvolgere associazioni di volontariato, soggetti del terzo settore o gli stabilimenti balneari attigui alla spiaggia libera, anche al fine di informare gli utenti sui comportamenti da seguire. Leggi anche:Conte: “Quest’estate gli italiani andranno in vacanza”

Il mare in Italia, il 42% delle spiagge è privato

Ricordiamo che l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di acque di balneazione, circa un quarto del totale di quelle europee di cui 4.871 marine e 668 interne, senza porre un limite alle spiagge in concessione, lasciando alle Regioni queste scelte. Secondo recenti stime di Legambiente, relative all’anno 2019, il 50% dei litorali italiani è caratterizzato da coste sabbiose (3.346 km), il 34% da tratti rocciosi, il 16% risulta trasformato da porti, aree industriali, banchine e insediamenti turistici. Una stima incrociata tra Legambiente e Inail, rivela che oltre il 42% delle coste sabbiose sarebbe occupato da stabilimenti balneari. In alcune regioni tale percentuale è ancora più alta: 69,8% in Liguria, 67,7% in Campania, 61,8% nelle Marche, 51,7% in Toscana.   di Catiuscia Ceccarelli

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