Coronavirus, la maschera da snorkeling diventa respiratore con la stampa 3D

Federica Tuseo
Federica Tuseohttp://ildigitale.it
Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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Quando l’ingegno incontra la necessità nascono le idee rivoluzionarie, quelle in grado di determinare una vittoria o un’amara sconfitta. In queste ore tutto il mondo lotta contro il nemico invisibile Covid-19 e l’Italia, in particolare, è in prima linea perché stretta più di altri paesi dalla morsa del coronavirus. Gravi le conseguenze sociali ed economiche, poco incoraggianti i numeri del nostro Belpaese, ma soprattutto ingente richiesta di strumenti sanitari fondamentali. La scarsità di risorse potrebbe presto riguardare anche le maschere C-PAP, acronimo di Continuous Positive Airway Pressure, ospedaliere per la terapia sub-intensiva. Da qui il nuovo colpo di genio di Cristian Fracassi: trasformare la maschera da snorkeling di Decathlon in respiratore.

Valvole 3D salvano gli ospedali

Giovane ingegnere dei materiali e imprenditore bresciano, Fracassi è titolare dell’azienda Isinnova, nata da poco, che oggi conta 14 persone. Prima stampa valvole in 3D, necessarie per il funzionamento di uno strumento di rianimazione salvando l’ospedale di Chiari. Adesso sorprende l’Italia con una nuova opera di ingegneria innovativa. L’idea è venuta a un ex primario dell’ospedale di Gardone Valtrompia, il dottor Renato Favero, il quale, dopo aver letto delle valvole in 3D, ha contattato il team di Isinnova. Spiega il dottor Favero:

Ci stavo pensando da un po’ e, avendo in casa una maschera da snorkeling, avevo iniziato a esaminarla per capire se fosse possibile adattarla a scopi sanitari. A causa di quest’emergenza tutte le dotazioni delle nostre strutture sanitarie, dalle mascherine ai guanti e alle maschere, saranno prima o poi a rischio esaurimento. Questo progetto punta a risolvere almeno una piccola parte del problema.

Leggi anche: Coronavirus, approvato vaccino cinese per test umani, sarà iniettato in 180 adulti

Le maschere EasyBreath di Decathlon

Da qui, in sette giorni è nato il prototipo, con il raccordo che è stato battezzato ‘Valvola Charlotte’. A differenza di quanto avvenuto per la valvola Venturi del respiratore, Decathlon, che produce e distribuisce la maschera Easybreath da snorkeling, ha sposato subito l’idea. Precisa la società Isinnova:

L’azienda si è resa immediatamente disponibile a collaborare fornendo il disegno Cad della maschera che avevamo individuato. Il prodotto è stato smontato, studiato e sono state valutate le modifiche da fare. È stato poi disegnato il nuovo componente per il raccordo al respiratore, che abbiamo chiamato valvola Charlotte, e che abbiamo stampato in breve tempo tramite stampa 3D.

La maschera può essere collegata direttamente all’ossigeno

Tramite la presa a muro, rendendo non necessario il respiratore. Non è sostitutiva del ventilatore polmonare, ma può essere usata nei pronto soccorso, dove i pazienti rimangono anche giorni in attesa di un letto. Con questa maschera, possono attendere un posto-letto rimanendo sotto ossigeno e senza inquinare l’ambiente. Il primo prototipo nel suo insieme è stato testato su un membro del team Isinnova direttamente all’Ospedale di Chiari, nel bresciano, agganciandolo al corpo del respiratore. Dal test sembra sia stato dimostrato un funzionamento corretto del dispositivo. A oggi già due maschere Charlotte sono impiegate nell’ospedale. Leggi anche: Così Big Data e Intelligenza Artificiale scoprono chi fugge dalla quarantena

Un prodotto per le emergenze

Non si parla solo di un’innovazione di fondamentale importanza oggi, ma di un’iniziativa lodevole. Isinnova, infatti, ha condiviso sul proprio sito le istruzioni per costruire il raccordo tra maschera e tubi ospedalieri. Chiunque potrà stamparla liberamente, con l’unico limite di un suo uso non per fini commerciali. Afferma Alessandro Romaioli, 28enne ingegnere del team Isinnova:

Per impedire eventuali speculazioni sul prezzo del componente abbiamo deciso di brevettare in urgenza la valvola, che stanno già testando in varie strutture. Ma il brevetto rimarrà ad uso libero, in modo che tutti gli ospedali possano usufruirne.

A differenza della valvola dei respiratori, si tratta di un raccordo relativamente facile da realizzare, quindi è possibile per tutti provare a stamparlo. Le strutture sanitarie in difficoltà potranno acquistare la maschera Decathlon e accordarsi con stampatori 3D che realizzino il pezzo e possano fornirlo. Tuttavia, l’azienda sottolinea il fatto che il dispositivo costituisce una soluzione estrema. Fa sapere Isinnova:

L’idea si rivolge a strutture sanitarie e vuole aiutare a realizzare una maschera d’emergenza nel caso di una conclamata situazione di difficoltà nel reperimento di fornitura sanitaria ufficiale, solitamente impiegata. Né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità.

Tanto che prima del suo uso i pazienti devono firmare una dichiarazione scritta attraverso cui accettano l’utilizzo di un dispositivo biomedicale non certificato. Nonostante rappresenti un’alternativa in situazioni d’emergenza, questo spirito di invettiva è sintomo che la lotta contro la pandemia può esser vinta un passo alla volta, con ingegno e innovazioni rivoluzionarie. Leggi anche: Coronavirus, hai un’idea per sconfiggerlo? Comunicarlo all’Europa di Federica Tuseo

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