Coronavirus, i veterinari: “Abbracciate i vostri animali, sono un conforto”

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Siamo vicini ai medici, pronti ad aiutarli e donare i respiratori. Siamo in servizio, vicini alle famiglie. Stiamo vivendo con angoscia le difficoltà del sistema ospedaliero e l’affanno dei professionisti sanitari. Sta crescendo in noi un forte senso di coinvolgimento fatto di donazioni ma c’è anche chi vorrebbe fare di più spendendosi in prima persona.

Così si è espresso Marco Melosi, presidente dell’ANMVI, Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Quando il lockdown ha costretto gli italiani in casa, si temeva per gli animali domestici: la paura era che gli amici a quattro zampe finissero abbandonati al proprio destino. Invece, complici anche la viralità delle campagne social e la challenge #iononticontagio, i compagni pelosi sono rimasti al fianco dei loro padroni. Adesso l’ANMVI è pronta a fare un salto di specie, anche se solo in termini di macchinari: i veterinari si sono offerti di collaborare attivamente alla lotta contro il Coronavirus donando apparecchiature per anestesia e respiratori agli ospedali, oltre che dichiarandosi disponibili a lavorare al fianco dei colleghi medici. La richiesta è stata presentata qualche giorno fa alla protezione civile, un gesto più che altro simbolico data l’impossibilità di accogliere effettivamente la proposta, ma che parla chiaro: davanti al virus siamo tutti uniti e tutti compagni della stessa battaglia. Leggi anche: Coronavirus, la salute prima di tutto ma molta gente non sa come mangiare

Ambulatori sempre aperti per dare una mano ai colleghi medici

Una delle più grandi difficoltà del sistema sanitario in questo periodo di emergenza mondiale è palesemente la carenza di personale, di strutture e di apparecchi. Paghiamo lo scotto di tagli su tagli alla sanità effettuati nel corso degli anni, ma rimuginare sugli errori passati e andare a caccia di colpevoli servirà a poco: ci vogliono azioni concrete per venire fuori dall’emergenza. I veterinari italiani stanno facendo la loro parte donando dispositivi di protezione come le mascherine. Inizialmente era stata anche avanzata l’ipotesi di adattare all’uso umano i respiratori per animali, ma questa operazione avrebbe richiesto procedure di sterilizzazione troppo complesse. Quindi è stato deciso di dare una mano favorendo il normale svolgimento delle visite e tenendo aperti gli ambulatori anche la notte per interventi urgenti, ovviamente nel rispetto delle normative di sicurezza imposte dal lockdown. Leggi anche: Coronavirus, la maschera da snorkeling diventa respiratore con la stampa 3D

Abbracciare il proprio animale: un gesto d’affetto che non espone al contagio

Se dall’America arrivano notizie che fanno sorridere, come gli infermieri degli ospedali di Denver che grazie alla pet therapy trovano la forza di affrontare turni di lavoro massacranti, in Italia gli animali domestici stanno assumendo un ruolo importante all’interno dei nuclei familiari. Molte persone sono in quarantena da sole, con l’unica compagnia del proprio animale, mentre per altri accompagnare il cane a espletare i bisogni una volta al giorno è l’unico modo per prendere qualche minuto d’aria. Mai come ora, che gli abbracci ci sono stati vietati per legge, stringere a sé il proprio compagno animale ha un valore emotivo inestimabile. Cani, gatti o conigli poco importa: non possono contagiarci, e in un periodo come questo potersi abbandonare a un gesto d’affetto così primordiale come l’abbraccio senza avere paura è una necessità. Leggi anche: Coronavirus, l’aiuto degli psicologi italiani: “Anche non far niente è utile a qualcosa” di Marianna Chiuchiolo

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