Cancellati i certificati dei figli con due mamme, ma è giusto lasciare un bambino senza un genitore?

Valentina e Daniela sono tra le coppie cadute ieri vittima dell'impugnazione da parte della Procura di Padova dell'atto di nascita di 33 bambini di famiglie arcobaleno.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Valentina e Daniela sono tra le coppie omogenitoriali cadute ieri vittima dell’impugnazione da parte della Procura di Padova dell’atto di nascita (dichiarato illegittimo) di 33 bambini di famiglie arcobaleno. Adesso le due donne non fanno altro che fissare la cassetta della posta, nell’attesa della raccomandata di notifica del nuovo status di Caterina, la loro figlia di appena 1 anno e mezzo.

Valentina, 35 anni e mamma biologica della piccola, ha ammesso in un’intervista per Il Corriere della Sera: “Andiamo a vedere se c’è posta anche due volte al giorno. Tutto questo è spaventoso, ma ce lo aspettavamo”.

Coppie omogenitoriali: la storia di Valentina e Daniela

Un colpo di spugna diretto alle coppie omogenitoriali: potremmo riassumere così la decisione della Procura di Padova, di fatto permessa dal vuoto legislativo presente in Italia sulla questione, nonostante il monito (caduto nel vuoto) da parte della Corte Costituzionale, che nel 2021 aveva chiesto al legislatore di regolamentare la situazione dei figli delle famiglie arcobaleno.

Questo nulla di fatto oggi viene scontato dai bambini che, all’improvviso, si sono ritrovati senza una mamma (almeno sulla carta). Come è accaduto, appunto, a Valentina e Daniela, vicentine, unitesi civilmente nel 2019 a Vicenza. Poi, la procreazione medicalmente assistita in Danimarca e il parto a Padova, città dove Caterina è venuta alla luce e dove poi è stato depositato l’atto di nascita.

Adesso le due donne, dopo aver letto le motivazioni dell’impugnazione, si affideranno a un legale per il ricorso, perché “tutto questo va a scapito dei bambini, è un attacco a loro”.

Coppie omogenitoriali, Valentina: “Dovrò scrivere deleghe a Daniela per occuparsi di nostra figlia”

Coppie omogenitoriali: a parlare delle pesanti ricadute della decisione della Procura di Padova sulla loro famiglia, è stata proprio Valentina. Che ha spiegato:

Dovrò scrivere la delega a Daniela e ai suoi genitori per andare a prendere Caterina al Nido, e poi alla scuola materna e primaria, per portarla dal pediatra o a fare le vaccinazioni.

Ma ciò che mi spaventa di più sono le eventuali cure salvavita, che non possono essere delegate. Significa che se io non fossi nelle condizioni di autorizzarle, l’obbligo di consenso informato passerebbe a un tutore, ma in attesa della sua nomina da parte del tribunale potrebbe passare tempo prezioso per la vita di Caterina. E poi saltano le successioni, l’eredità.

E mentre i bambini che purtroppo perdono un genitore possono contare sul resto della famiglia di quest’ultimo, i nostri non possono farlo. Se un domani dovesse succedermi qualcosa e io non ci fossi più, i miei parenti potrebbero impedire a Daniela di vedere la nostra bambina.

Coppie omogenitoriali, Valentina: “Genitorialità questione di impegno, non di genetica”

Coppie omogenitoriali: Valentina ha raccontato che la piccola Caterina chiama lei e Daniela “entrambe mamma, quando siamo insieme ‘mamme’”. Poi, ha sottolineato quanto lei e la compagna, entrambe maestre alla scuola primaria, abbiano sempre ricevuto il supporto dei colleghi e dei genitori dei loro alunni. Quando invece le è stato chiesto come stiano affrontando la decisione del tribunale di Padova e come, un domani, spiegheranno alla figlia l’assenza di un padre, Valentina ha concluso:

Stiamo vivendo questa situazione come abbiamo vissuto tutto il resto, in totale condivisione. La genitorialità è una scelta e un impegno, non una questione biologica o genetica.

Prima di avere una figlia ci abbiamo pensato tanto e abbiamo scelto insieme: non parliamo mai della gravidanza o della piccola ricorrendo agli aggettivi ”mia” e “tua”, ma sempre “nostra”. Caterina è nata perché ci siamo incontrate e le sue figure di riferimento siamo noi.

Non è il sesso di chi gli sta accanto a influenzare la crescita di un bambino e comunque nostra figlia può contare su nonni e zii.

Per quando crescerà abbiamo comprato una serie di libri illustrati per l’infanzia che raccontano vari tipi di famiglia. Ma soprattutto le insegneremo che famiglia significa amore, rispetto e condivisione, sperando che altri adulti illustrino a tutti le regole di un Paese democratico.

Leggi anche: Da Quasimodo a Moravia: tutte le tracce della prima prova della Maturità 2023

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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