Chi sono e cosa facevano i 30 diplomatici russi espulsi dalla Farnesina

Il ministro degli Esteri, Lugi Di Maio, ha spiegato la scelta come prevenzione alla sicurezza nazionale, ma l'origine dell'espulsione è basata su una linea politica decisa insieme ad altri Paesi europei.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Diplomatici russi espulsi, chi sono e qual era il loro ruolo in Italia. L’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, è stato chiamato due giorni fa a partecipare a un incontro alla Farnesina con il Segretario generale, Ettore Francesco Sequi, a Roma. Durante l’incontro all’ambasciatore russo è stata notificata la decisione del Governo italiano di espellere come “persone non gradite, 30 diplomatici russi in servizio presso l’ambasciata”.

La mossa è arriva in risposta alle atrocità commesse dagli ufficiali russi nella città di Bucha e in altre città vicino a Kiev. L’espulsione fa parte di un’ampia operazione europea coordinata che ha coinvolto diversi paesi. I governi francese e tedesco hanno espulso lunedì rispettivamente 35 e 40 diplomatici russi. Ieri, all’annuncio di Roma, ha fatto seguito quello di Madrid che ha espulso 25 diplomatici.

La reazione di Mosca all’annuncio italiano non si è fatta attendere, attraverso Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli esteri russo, il Governo ha fatto sapere che, di li a breve, avrebbe espulso a sua volta i diplomatici italiani.

Diplomatici russi espulsi dall’Italia: ecco chi sono le 30 persone allontanante dal Governo

Diplomatici russi espulsi dall'Italia: ecco chi sono le 30 persone allontanante dal Governo

La lista dei diplomatici russi espulsi è stata stilata dall’Aisi (Agenzia di informazioni e sicurezza interna). Un elenco di persone già precedentemente individuate con certezza tra cui configurano agenti segreti a caccia di informazioni sensibili o potenziali reclutatori di spie.

I 30 nomi sono tutti accreditati presso l’ambasciata di Mosca a Roma, non tutti con gli stessi incarichi chiaramente. Alcuni ricoprivano il ruolo di primi e secondi segretari fino ad arrivare a: consiglieri, rappresentanti commerciali, addetti militari dei vari corpi armati o semplici dipendenti addetti allo svolgimento di pratiche quotidiane. Distribuiti nei tre settori in cui si dividono le attività: difesa, commerciale e amministrativo. 

I 30 nomi dei diplomatici russi espulsi, sono di personalità rilevanti e non da poco. Del totale di questi almeno 25 sono considerati legati alle sfere dei servizi segreti russi con una di queste sigle: Svr, Fsb e Gru. Sigle che indicano le ramificazioni dei servizi segreti russi che si occupano rispettivamente dell’attività di spionaggio: estera, interna e di intelligence militare.

La Farnesina: “Erano spie sotto copertura”

Il Ministero degli esteri italiano ha fatto sapere che gli incarichi che i diplomatici russi espulsi dichiaravano presso l’ambasciata di Roma altro non erano se non una copertura. Secondo l’Aisi erano veri e propri 007 russi incaricati di addentrarsi in ambiti istituzionali italiani o addirittura all’interno di altre rappresentanze diplomatiche straniere. Tutte persone, pare, individuate da tempo, seguite e monitorate dal controspionaggio che le aveva già catalogate come membri dei servizi segreti russi.

Il provvedimento adottato contro i 30 diplomatici russi espulsi rientra non solo all’interno di una politica internazionale anti Russia, ma fa parte di quel pacchetto di sanzioni che l’Occidente sta attuando nei confronti di Putin.

Quello dei 30 diplomatici russi espulsi, ricorda un fatto simile risalente a un anno fa. L’episodio in questione è quello che rimanda all’arresto dell’ufficiale della Marina italiana, Walter Biot, accusato di tradimento per aver venduto alla Russia informazioni coperte dal segreto militare.

All’epoca furono espulsi i suoi due reclutatori: l’addetto navale e aeronautico dell’ambasciata a Roma, Alexey Nemudrov, e l’impegato di quel’ufficio Dmitri Ostroukhov, sorpreso a ricevere da Biot le fotografie di documenti riservati in cambio di poche migliaio di euro nascoste in una confezione di medicinali.

Dopo l’espulsione dei due russi legati al caso Biot, Mosca ha rimpatriato l’addetto militare dell’ambasciata italiana, ed è pressoché certo che a seguito del provvedimento comunicato ieri la Russia faccia altrettanto con una nutrita schiera di rappresentanti italiani e degli altri Paesi europei che hanno decretato gli allontanamenti. 

Leggi anche: Von der Leyen, nuove sanzioni contro la Russia dopo la strage di Bucha

Diplomatici russi espulsi: quali solo gli altri paesi europei che hanno adottato il provvedimento

Diplomatici russi espulsi: quali solo gli altri paesi europei che hanno adottato il provvedimento

L’Occidente ha intrapreso una guerra diplomatica contro la Russia nel tentativo di porre fine al conflitto militare. Da quando l’esercito del presidente russo, Vladimir Putin, ha invaso l’Ucraina a febbraio, i paesi dell’Unione Europea hanno espulso più di 230 diplomatici.

La Danimarca ha fatto sapere che avrebbe espulso 15 “ufficiali dell’intelligence” per spionaggio, anche se il ministro degli Esteri, Jeppe Kofod, ha affermato che il paese desidera mantenere aperti i rapporti diplomatici con la Russia, consentendo all’ambasciatore russo e ad altri membri dell’ambasciata di rimanere nel paese.

La Svezia ha annunciato che avrebbe espulso tre diplomatici per aver condotto “operazioni illegali”, sostenendo che i diplomatici “non stavano lavorando in Svezia in accordo con la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche”.

All’inizio di questa settimana, anche la Spagna ha affermato che stava per espellere circa 25 diplomatici e membri del personale dell’ambasciata, dicendo che rappresentavano “una minaccia per gli interessi e la sicurezza del nostro paese” . Francia e Germania, insieme, hanno già espulso più di 70 diplomatici russi.

Leggi anche: L’Unione europea può ridurre la dipendenza energetica dal gas russo

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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