La vita di Cecilia Camellini, dalle medaglie paralimpiche alla laurea in psicologia

Con tre medaglie al collo, Cecilia Camellini ha dato l'addio al nuoto. Continua, però, a mettersi a disposizione della nazionale in veste di psicologa.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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Cieca dalla nascita, Cecilia Camellini inizia a nuotare all’età di tre anni.

Nel 2007 entra nella Nazionale italiana e l’anno successivo è la più giovane atleta azzurra a partecipare alle Paralimpiadi di Pechino. Vince due medaglie d’argento nei 50 e nei 100 metri stile libero.

L’atleta non vedente, classe 1992, è stata campionessa europea, mondiale e paralimpica. Poi, l’addio alla vasca ma non allo sport. Cecilia resta a disposizione della Nazionale in veste di psicologa.

Chi è Cecilia Camellini, biografia

Cecilia Camellini nasce a Modena il 10 marzo 1992. Cieca dalla nascita, è considerata una delle più forti nuotatrici paralimpiche italiane di sempre.

La prima partecipazione a livello internazionale avviene nel 2007. Appena quindicenne, Cecilia partecipa ai Giochi mondiali dell’IBSA e vince due medaglie d’oro nei 200 e nei 400m stile libero, una d’argento nei 100m dorso e una di bronzo nei 100m stile libero.

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Cecilia Camellini e il nuoto come stile di vita

Cecilia Camellini gli inizi.

L’avventura agonistica di Cecilia Camellini inizia nel 2003, quando aveva appena undici anni, con la Società Asd Tricolore.

In un’intervista la campionessa ha raccontato come è nata la passione per questo sport e confessa di aver scelto il nuoto seguendo le orme del fratello. Ha raccontato:

Anche lui nuotava e allora volevo sapere un po’ come era la piscina.

Per farmelo capire hanno pensato di non perdere tempo a descrivermela, ma me l’ha fatta proprio provare direttamente com’era.

È stato un momento molto molto bello, perché ho scoperto che ci si può divertire anche al di fuori della terra ferma, quindi in acqua.

Da lì poi è cominciata tutta l’avventura.

Cecilia Camellini, le partecipazioni alle Paralimpiadi e i successi sportivi

Cecilia Camellini paralimpiadi.

Nel 2008 arrivano i Giochi Paralimpici di Pechino.

A 16 anni è la più giovane atleta paralimpica italiana, vince due medaglie d’argento nei 50 e nei 100m stile libero. Arriva ai Giochi Paralimpici di Londra 2012 come una delle favorite alla vittoria nei 50 e nei 100m stile libero.

Alle Paralimpiadi di Londra 2012, Cecilia vince due medaglie d’oro e stabilisce due nuovi primati mondiali, proprio nei 100 e nei 50m stile libero. Oltre ai due ori vince il bronzo nei 100 metri dorso e nei 400m stile libero.

A Rio de Janeiro vince l’argento nei 400m stile libero.

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Cecilia Camellini, l’addio alle gare

Cecilia, appena laureata in psicologia, dopo aver conquistato il suo argento europeo, a sorpresa annuncia l’addio alle gare:

Il nuoto paralimpico mi ha offerto una possibilità concreta di condividere con molte persone forti emozioni, dimostrando che il bello della vita sta nel conoscere se stessi e gli altri, cercando il confronto e scoprendo che dietro quelli che noi chiamiamo limiti ci sono grandi risorse.

Cecilia smette con il nuoto in vasca ma non smette con lo sport, si mette a disposizione della Nazionale. Nelle righe in cui saluta il nuoto paralimpico azzurro dichiara di voler mettere il suo impegno e la sua passione a disposizione degli altri in veste di psicologa. Ha detto:

Lascio la Nazionale, ma non abbandono lo sport, perché quello è il mio stile di vita.

Tutta la passione e l’impegno che ho sempre messo in acqua, ora li metto a disposizione degli altri, nel mio futuro lavoro di psicologa.

Uno dei miei obiettivi è sempre stato quello di far conoscere la disabilità, invitando a sperimentare l’apertura alla diversità in un senso più generale, diversità che ci porta fuori dai nostri schemi convenzionali, che può farci paura, ma anche creare nuove strade per crescere.

La campionessa Cecilia Camellini, un esempio non un simbolo

Cecilia Camelini.

Un esempio, non un simbolo, così si sente Cecilia. Il suo desiderio è quello di portare un messaggio di speranza alle persone che si sentono in difficoltà e questo è quello che fa da sempre, anche attraverso il suo profilo Facebook, dove condivide riflessioni sulla disabilità e ironizza con i suoi fan.

A tal proposito ha detto:

Io mi sento un esempio.

Mi sento di essere quella che per ora porta un messaggio di sprone alle persone che in questo momento si sentono un po’ in difficoltà, perché vivere una disabilità non è semplice, soprattutto quando ti ostacola in tutte quelle che sono, in molte di quelle che sono le azioni della vita quotidiana.

Essere non vedenti non è una passeggiata, però ovviamente ci si abitua anche a questo.

E quindi sì, mi piace pensare che tramite lo sport, tramite quello che faccio, mi piace pensare di poter mandare questo messaggio, cioè che ce la si può fare nonostante tutto.

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