Marò: arbitrato internazionale dà ragione all’Italia. Risarcimento per gli indiani

Dopo anni di attesa, la decisione del Tribunale arbitrale internazionale dà ragione all'Italia sul caso Marò e chiede che l'India venga risarcita. Fine di una lunga agonia.

Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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Il caso Marò arriva ad una svolta, dopo anni di attesa. Il Tribunale arbitrale internazionale dell’Aja riconosce “l‘immunità” per i Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone accusati di essere i responsabili della morte di due pescatori a largo della costa del Kerala, Stato dell’India Sud Occidentale. Lo stesso Tribunale ha anche stabilito che l’Italia debba risarcire l’India.

Il caso Marò

Cosa è successo nel 2012? Nella notte del 15 febbraio, al largo della costa del Kerala, Stato dell’India Sud Occidentale, i Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sarebbero stati responsabili della morte di due pescatori. Valentine Jelastine e Ajeesh Pink, imbarcati sul peschereccio indiano St. Joseph, furono scambiati per pirati e uccisi da colpi di arma da fuoco sparati dalla petroliera italiana Enrica Lexie, con a bordo un gruppo di marò della Marina militare come scorta contro gli attacchi in mare, ritenuti frequenti nella zona. Dal giorno dell’incidente, le autorità indiane hanno sempre mantenuto una posizione piuttosto rigida. Hanno anche dichiarato di non voler trasferire in Italia i due fucilieri italiani in attesa della definizione dell’arbitrato.

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Il ritorno in Italia dei Marò

Latorre e Girone sono rientrati in paria dall’India, rispettivamente il 13 settembre 2014 e il 28 maggio 2016. I due Paesi si erano di conseguenza impegnati a esercitare la giurisdizione una volta attribuita a una delle due parti. Spetta all’Italia processare i due militari. Secondo il Tribunale arbitrale:

L’Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l’India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all’imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano Saint Anthony, a bordo del quale morirono i due pescatori del Kerala.

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La risposta della Farnesina

La Farnesina ha fatto sapere che sarà riavviato il procedimento penale sui fatti occorsi il 15 febbraio 2012, a suo tempo aperto dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Secondo quanto comunicato dal ministero degli Esteri, la decisione del Tribunale arbitrale lascia impregiudicato l’accertamento relativo ai fatti e al diritto per quel che concerne il procedimento penale che dovrà svolgersi in Italia:

Si desidera esprimere apprezzamento per l’efficace lavoro svolto in questi anni dal team legale a tutela dell’Italia nelle sedi giudiziarie indiane e internazionali.

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La soddisfazione delle Istituzioni

Per le Istituzioni Italiane, il risultato del caso è meritevole di soddisfazione. Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio commenta:

Non abbiamo mai smesso di seguire questo caso, ma voglio ringraziare anche chi mi ha preceduto per la costanza e la determinazione impiegate su questa vicenda. Naturalmente rispetterà quanto stabilito dal Tribunale arbitrale, con spirito di collaborazione. Oggi si mette un punto definitivo a una lunga agonia. Un abbraccio ai nostri due marò e alle loro famiglie.

Per il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, si tratta della fine di una vicenda gravosa:

Un risultato che accogliamo con soddisfazione, che mette fine a una vicenda che andava avanti da anni, particolarmente gravosa anche per i suoi aspetti umani. Per questo rivolgo un affettuoso pensiero ai nostri due marò e alle loro famiglie per i difficili momenti che hanno vissuto.

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