India, quindicenne percorre 1200 km in bicicletta per riportare a casa il papà malato

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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L’epidemia di coronavirus ha duramente colpito anche l’India che, oltre a fare i conti con migliaia di morti, lascia indietro milioni di persone disoccupate. Tra loro, c’è anche Mohan Paswan, conducente di risciò a Nuova Dehli, fermo dal mese di febbraio per un incidente al ginocchio. Complice la pandemia, la permanenza nella metropoli era diventata insostenibile al punto che Jyoti Kumari, sua figlia quindicenne, decide di riportare il padre a casa pedalando. 1200 km percorsi su una bicicletta di seconda mano, con Mohan sistemato sul sellino posteriore. Un’impresa al limite per la giovane Jyoti che non godeva di altre possibilità. Ha detto:

Non avevo altra scelta, se non avessi pedalato io e mio padre non saremmo sopravvissuti.

L’esodo verso i villaggi

Il villaggio di Siruhully, Durbhanga, nello stato di Bihar, è stato l’ultima tappa del viaggio di ritorno di Jyoti Kumari e Mohan Paswan, partiti da Nuova Dehli. Un viaggio durato 10 giorni, 1200km percorsi su una bicicletta rosa di seconda mano, costata appena 2000 rupie, circa 25 euro. Mohan, che a Nuova Dehli per guadagnarsi da vivere guidava un risciò, a febbraio si era infortunato al ginocchio proprio durante il lavoro e non poteva più muoversi autonomamente. Ha raccontato ai giornalisti, dal centro governativo dove sta trascorrendo la quarantena con la figlia:

Dopo l’incidente, in febbraio, avevo smesso di lavorare; poi è arrivato il lockdown, e tutto si è fermato. Col passare del tempo, i pochi risparmi si sono esauriti e il padrone mi ha cacciato dalla stanza che avevo in affitto: per fortuna, mia moglie e l’altro figlio erano già rientrati a Darbhanga, dove lui ha un lavoro.

Leggi anche: La grande fuga verso Sud

L’impresa di Jyoti

Jyoti si trovava a Nuova Dehli per assistere suo padre. Nessuna entrata, l’affitto da pagare, il proprietario di casa che minaccia di mandarli via. Poi esplode il coronavirus. L’unica possibilità era tornare nel villaggio d’origine, dove la vita costa meno. Così comincia il difficile viaggio di Jyoti e Mohan tra state sterrate, polverose e trafficate. Dice quest’ultimo:

Dovevamo assolutamente tornare, ma la mancanza di autobus e treni non ci permetteva di muoverci: mia figlia è forte e intraprendente e ha deciso tutto da sola.

Ogni tanto, dalla generosità degli sconosciuti arrivava un pasto o un giaciglio su cui riposare. Una volta un camionista dà loro un passaggio facendogli risparmiare qualche chilometro di pedalate. E pian piano il villaggio si avvicina. Jyoti riesce nella sua impresa, è riuscita a riportare il padre a casa e a ricongiungersi con la sua famiglia.

La possibilità della Nazionale

Una storia così commovente non poteva che fare in fretta il giro del web. E arriva anche all’orecchio di Onkar Singh, presidente della federazione ciclistica indiana. La tenacia e la prestanza di Jyoti lo colpiscono al punto da voler reclutare la ragazza in squadra, offrendole un provino per entrare direttamente in Nazionale. Il presidente:

Ha dimostrato un’attitudine fisica non comune, siamo convinti che in lei ci sia un grande potenziale. Se la carriera sportiva la interessa, potrebbe diventare una delle nostre atlete. Per ora ci ha risposto che vuole proseguire i suoi studi, ma l’abbiamo subito rassicurata che qualsiasi nostro tesserato ha, oltre quella di allenarsi, anche la possibilità di dedicare del tempo alla scuola. Speriamo di convincerla.

Leggi anche: Come ripartirà lo sport a Roma? Il punto con Daniele Frongia

Il futuro dell’India

Per ora la Nazionale aspetta Jyoti a Nuova Dehli per quando la pandemia sarà passata. Un futuro non esattamente prossimo viste le condizioni in cui versa il Paese, al primo posto in Asia per numero di contagi e con un numero di vittime ancora da accertare. I decessi confermati al momento sono più di 3.000, ma il numero è destinato ad aumentare drammaticamente. L’isolamento e la crisi economica generata dall’epidemia ha danneggiato gravemente l’economia e aumentato la disoccupazione del Paese. di Elza Coculo

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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