Caro bollette, Cingolani presenta il piano da 10 miliardi di euro per contrastarlo

Presentate alle Commissioni di Camera e Senato le misure per contrastare il rincaro dei prezzi dell'energia: al centro della manovra rinnovabili e ristrutturazione del sistema.

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Si è svolta ieri, martedì 18 gennaio 2022, l’audizione del Ministro alla Transizione Energetica, Roberto Cingolani, alle Commissioni Industria e Attività produttive del Senato e della Camera in cui ha esposto le misure al vaglio del governo per contrastare il caro bollette.

Un problema derivante dalla grave crisi energetica che ha colpito l’Europa e il mondo intero all’indomani della pandemia e che si traduce con il quasi raddoppio dei prezzi dell’olio e del gas naturale utilizzati per produrre energia elettrica.

Le cifre in ballo

Le proposte avanzate dal ministro Cingolani prevedono ingenti investimenti da parte dello Stato, ma anche sostanziali riforme delle leggi attuali.

Gravano sulle tasche degli italiani, infatti, 11 miliardi di euro l’anno di oneri di sistema, in gran parte dovuti a precedenti incentivi alle rinnovabili erogati negli anni scorsi.

Entro giovedì, il consiglio dei ministri avrà sul tavolo diverse proposte: a cominciare dalla cartolarizzazione degli oneri ASOS, che porterebbe a un’iniezione di quasi 3 miliardi di euro, alle aste di anidride carbonica, considerate risorse aggiuntive per 700-800 milioni di euro.

Il ministro intende raggiungere l’obiettivo ottenendo i fondi dalle aste ETS (Emissions Trading Scheme), circa 1,5 miliardi, dalla riduzione delle agevolazioni sul fotovoltaico, stessa cifra, dai tagli degli incentivi sull’idroelettrico, tra 1 e 2 miliardi e dalla negoziazione delle rinnovabili a lungo termine, sempre 1,5 miliardi di euro.

Ma per contenere il caro bollette il governo sta studiando anche il taglio dell’IVA, che tuttavia va discusso in Commissione europea.

Come ha sottolineato Cingolani: “Non possiamo ogni trimestre tirar fuori denaro cash per mitigare parte dell’aumento. Serve un intervento strutturale in Italia come in Europa”.

E se da una parte il ministro ha proposto anche di aumentare l’estrazione di gas naturale dal suolo italiano, dall’altra ammonisce che questa misura deve essere controbilanciata da uno stop all’importazione da fuori della risorsa combustibile, in modo che i conti tornino sempre a vantaggio dell’economia del nostro paese.

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Caro bollette ancora per qualche tempo

La crisi geopolitica in atto e il mix energetico italiano non aiutano di certo la situazione: secondo il ministro dovremmo attendere ancora qualche tempo prima che il caro bollette si trasformi in un calo bollette.

Per stabilizzare i prezzi ci vorrà pazienza e forza di volontà da parte di tutte le parti in gioco. Il rinnovo del comparto energetico, infatti, non può progredire “a spot”, con iniezioni di liquidità e ristori nel momento del bisogno. La crescita necessita tempo e soprattutto un piano ben articolato, che riveda le strategie strutturali dell’intero sistema.

Rinnovabili contro il caro bollette

Cingolani ha anche insistito ancora una volta sulla necessità di accelerare sulle rinnovabili con i nuovi fondi Pnrr ed Ets, che promuovono incentivi e agevolazioni fiscali, specialmente superando i dissidi esistenti tra governo e Regioni, per poter al più presto dare avvio a una vera e propria rivoluzione energetica: “è una strada maestra non procrastinabile”, ha sintetizzato il ministro.

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Il Mite ha infatti l’obiettivo di raggiungere un incremento di +70GW di produzione da fonti ecosostenibili entro il 2030 ma per farlo bisogna che gli enti gestori della aree in cui insediare installazioni fotovoltaiche o eoliche rendano disponibili i terreni e snelliscano le procedure burocratiche / amministrative.

Per esempio, bisognerebbe presto individuare e promuovere la formula delle comunità energetiche quale struttura in grado di ridurre i costi energetici a carico di famiglie e imprese.

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Sì agli incentivi statali, no ai furbetti

Il ministro ha concluso soffermandosi sulla questione del Superbonus, dichiarandosi favorevole a qualsiasi forma di incentivo per l’efficientamento energetico agevolato, ma mettendo in guardia da chi vuole approfittarsene e lucrare sulle vendite e sugli acquisti che si portano in detrazione: “Resta da spiegare come mai i prezzi di alcuni componenti tecnici come le pompe di calore e le caldaie siano raddoppiati o triplicati in tutti gli interventi con il bonus al 110% e non altrettanto sugli interventi normali. Dobbiamo quindi stabilire un tetto per evitare che qualcuno faccia il furbo”.

Leggi anche: Legge di bilancio 2022: gli ultimi aggiornamenti su bolletta energetica, Superbonus 110% e bonus auto

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