Cammino di Santiago di Compostela: come, dove, quando, quanto e perché

Il Cammino di Santiago di Compostela rientra nelle 10 cose da fare nella vita. Scopriamo insieme come affrontare al meglio questo viaggio fisico e spirituale.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Si dice che il Cammino di Santiago di Compostela sia una delle dieci cose da fare almeno una volta nella vita.

È un viaggio che attraversa la natura, ma anche la spiritualità di chi lo intraprende. Ecco perché prima di partire è consigliabile avere un piccolo vademecum per affrontare al meglio questo itinerario affascinante, alla scoperta di se stessi.

Cos’è il Camino de Santiago

Il Camino de Santiago, in spagnolo, o Cammino di Santiago è forse il pellegrinaggio più famoso al mondo e sicuramente uno dei più battuti, con i suoi oltre 300.000 pellegrini annui.

Data la singolare affluenza, in continuo incremento dagli anni Novanta ad oggi, il Cammino è stato dichiarato nel 1987 “primo itinerario culturale” ed inserito tra i beni del Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 1993.

Creato all’inizio del IX secolo, il pellegrinaggio di Compostela si snoda attraverso alcune strade panoramiche e totalmente pedonali tra Francia, Spagna, Portogallo per una rete totale di oltre 1500 km, con destinazione finale Santiago de Compostela.

La meta si trova in Galizia: qui, nella cattedrale di Santiago de Compostela, riposano le spoglie dell’apostolo san Giacomo il Maggiore, il santo a cui è dedicato l’intero pellegrinaggio.

San Giacomo il Maggiore e il suo cammino

cammino di santiago san giacomo

Storia del pellegrinaggio

Dopo quelli di Roma, dove riposa l’apostolo Pietro, e Gerusalemme, luogo di vita, morte e risurrezione di Gesù, il cammino di Santiago venne considerato a partire dalla metà del Medioevo il terzo pellegrinaggio più importante della cristianità.

Esso comprendeva una rete di itinerari che i pellegrini affrontavano per raggiungere le reliquie di san Giacomo il Maggiore. Il santo, uno dei due dodici apostoli di Cristo, originario di Betsaida e fratello dell’evangelista Giovanni, fu decapitato in Palestina dal re Erode Agrippa nel 44 d.C.

I suoi discepoli portarono i suoi resti in Galizia, dove aveva predicato a lungo per l’evangelizzazione dei celti, e lo seppellirono nei pressi di Iria Flavia, importante città portuale romana dell’epoca.

La Legenda Aurea, raccolta di agiografie medievale composta da Jacopo da Varazze, racconta che fu un angelo a timonare la barca su cui il santo compì il suo ultimo viaggio.

Da quel momento in poi cominciò il culto di san Giacomo, Iacobus in latino e Iago o Tiago in spagnolo, da cui Santiago, patrono della Spagna.

Il Campus Stellae

Il sepolcro, caduto poi nell’oblio per quasi otto secoli, venne ritrovato dall’anacoreta Pelagio nei primi anni dell’800 d.C. Come riporta il Concordia di Antealtares del 1077, anche nel ritrovamento della tomba ci fu l’intervento divino: l’eremita ebbe una rivelazione del luogo di sepoltura del santo, e, allo stesso tempo, la comparsa di una grande luce, simile a una stella, indicò il punto esatto dove cercarla sul monte Liberon.

L’area identificata dalla “stella” prese il nome di Campus Stellae, campo della stella, da cui Compostela: qui il vescovo della città di Iria trovò una necropoli dove uno dei corpi era senza testa.

Dopo qualche tempo il re Alfonso il Casto, saputo del prodigio e del ritrovamento, si mise in viaggio con la sua corte partendo da Oviedo, nella Spagna nord occidentale. Questo gesto gli valse l’appellativo di primo pellegrino della storia del Cammino di Santiago.

Egli stesso ordinò l’edificazione della prima chiesa votata a San Giacomo, che poi sarà più volte ampliata e ricostruita. Nel 1075 iniziò la costruzione della grande basilica, dove ancora oggi si entra alla fine del pellegrinaggio.

Da pellegrinaggio devozionale a punizione dei reati

In un primo momento i viaggiatori arrivavano dalle Asturie e dalla stessa Galizia, ma il cerchio si ingrandì sempre di più, tanto che richieste su come arrivare alla tomba del Santo raggiunsero la Galizia da oltre i Pirenei. Nel 961 persino l’Arcivescovo di Reims compì il pellegrinaggio in segno di devozione.

San Giacomo divenne uno dei simboli delle Reconquista, la lenta cacciata dei mori dalla Spagna ad opera dei cristiani, e i pellegrini arrivarono dalle Fiandre, dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Germania.

Nel XII secolo si contavano già centinaia di migliaia di fedeli che si erano messi in viaggio per raggiungere Santiago di Compostela. Le ragioni del pellegrinaggio erano le più svariate, esattamente come oggi.

Al di là della fede e del culto di San Giacomo il Maggiore, non solo i credenti affollavano la via verso Iria. Molti erano i mendicanti, anche non credenti, che sfruttavano il fervore religioso dei cristiani per beneficiare della loro elemosina o per trovare riparo negli ospizi lungo la strada. Alcuni vendevano il proprio tempo per un “pellegrinaggio delegato”, i governi lo usarono come espiazione di sanzioni civili.

Tra il XII e il XV secolo il Cammino di Santiago de Compostela divenne una tappa obbligata, e notevoli furono gli sforzi per migliorare le infrastrutture e per garantire la tutela dei pellegrini.

Il declino, l’oblio e la riscoperta del Camino

cammino di santiago

Seguirono alterne vicende, in cui il Cammino venne abbandonato, a causa di epidemie, carestie, ma anche della sempre più pericolosa attività dei predoni che infestavano le strade dei pellegrini.

Ripreso nell’Ottocento, poi interrotto durante le guerre, il Cammino venne infine riscoperto e riqualificato, fino ad arrivare alla definitiva rinascita del pellegrinaggio negli anni Sessanta del Novecento.

Il Cammino di Santiago di Compostela è diventato un simbolo dell’Europa e della fratellanza tra le regioni che lo compongono, tanto da ottenere il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità nel 1993.

Tutte le strade portano a Santiago, i percorsi

cammino di santiago percorsi

La lunga storia del Cammino di Santiago lascia indovinare la vastità dei territori che sono interessati dal passaggio dei pellegrini.

I cammini per Santiago principali sono almeno una decina, ma qui riassumiamo brevemente quelli con maggiore affluenza:

Il Camino Francés o Cammino Francese

È quello che viene al giorno d’oggi identificato come il vero pellegrinaggio per Santiago. In realtà anche questo itinerario ha più punti di partenza: dalla via Francigena in Italia, da Parigi, da Arles o da Le Puy in Francia.

A seconda della partenza, l’itinerario scavalla i Pirenei o dal passo di Somport, e prende il nome di Camino Aragonés, o dal passo di Roncisvalle, prendendo il nome di Camino Navarro.

Quest’ultimo è il più percorso e dista da Santiago poco più di 800 km. I due tratti si riuniscono a Puente la Reina.

Il Camino Portugués

Il Camino Portugués, secondo per popolarità, porta dalla chiesa di San Giacomo a Lisbona a quella omonima a Compostela, dopo un cammino di 610 km.

La via de la Plata

La via de la Plata arriva a Santiago dall’Andalusia, partendo da Siviglia, nel sud della Spagna.

Il Camino Primitivo

Il Camino Primitivo quello già accennato, parte da Oviedo, nel nord della Spagna.

Il Camino del Norte

Il Camino del Norte, infine, attraversa i Paesi Baschi e costeggia la cordigliera Cantabrica.

Leggi anche: Viaggiare a colori in Italia, le città che ti lasceranno a bocca aperta

Come si diventa pellegrini? Compostela e Credencial

Ogni pellegrino sogna di arrivare a Compostela dopo aver compiuto un cammino di rinascita.

Per essere riconosciuto come tale, il viandante deve ottenere la Compostela o certificato ufficiale del pellegrinaggio. Questa si ottiene una volta arrivati all’Ufficio di accoglienza del Pellegrino, situato nei pressi della cattedrale di Santiago.

La Compostela è la testimonianza di aver percorso almeno gli ultimi 100 km del Cammino di Santiago, senza i quali non è possibile dichiarare valido il pellegrinaggio. Oltre alla Compostela si può ottenere anche il certificato di distanza, che attesta i km totali percorsi lungo le direttrici che portano alla tomba di San Giacomo.

Necessaria all’ottenimento della Compostela è l’esibizione di un documento indispensabile, che ogni pellegrino deve portare sempre con sé. Si tratta della credenziale, credencial, una specie di passaporto che viene timbrato a ogni tappa, chiesa, bar, ostello lungo il pellegrinaggio. La si può richiedere prima di partire ad alcuni enti ecclesiastici come la Confraternita di San Jacopo di Compostella.

La credencial viene validata all’arrivo a Santiago per ottenere la Compostela, ma serve anche a far sì che il pellegrino possa accedere agli “albergue”, ostelli parrocchiali lungo la via a un prezzo vantaggioso.

Esistono anche altri tipi di certificati, per esempio quello di Metà Cammino per chi percorre tutti gli 800 km, che vengono gelosamente custoditi come ricordi dai camminatori più appassionati.

La concha, il simbolo del Cammino di Santiago

cammino di santiago concha

Avete presente le indicazioni lungo il Cammino di Santiago?

Riportano tutte una conchiglia del pellegrino, gialla con i contorni blu, ben distinguibili. È la concha, conchiglia appunto, simbolo indiscusso del pellegrinaggio verso Santiago.

La  capasanta stilizzata si chiama Pecten jacobaeus, e il suo nome è una dedica a san Giacomo. Questo perché il mollusco è estremamente comune sui litorali galiziani e ha da sempre contraddistinto le cappe dei devoti a san Giacomo che, talvolta, la indossavano come collana o cucita sui copricapi. Ogni pellegrino giunto in Galizia avrebbe dimostrato il suo pellegrinaggio portando con sé un esemplare di questa particolare conchiglia.

Ancora una volta, è una leggenda a far luce sulla nascita di questo simbolo. Si narra che la barca, su cui viaggiavano le spoglie del santo alla volta della Galizia, venne a un tratto travolta da un’incontenibile tempesta.

Dalla costa, un giovane sposo, che si trovava sulla riva per celebrare il proprio matrimonio, si accorse della deriva incontrollata del natante e preso da una foga inspiegabile si gettò in mare col proprio cavallo per soccorrerla. Tuttavia i flutti lo trascinarono verso il fondo, ma la sua fede lo salvò: pregando, si sentì riportare a galla e riportare verso la spiaggia, dove in quel momento attraccava anche la barca.

Il miracolo si era compiuto: cavallo e cavaliere emersero dalle acque ricoperti di conchiglie e da quel momento la concha venne indissolubilmente legata al nome di san Giacomo.

Hola, Buen Camino! Tutto quello che c’è da sapere per preparare il Cammino di SAntiago

cammino di santiago zaino

Innanzitutto è bene documentarsi e stabilire sin da subito l’itinerario da intraprendere e pianificare, con una certa elasticità, le tappe. In questo modo è possibile anche stabilire i giorni di viaggio da dedicare al cammino di Santiago a piedi.

Cammino di Santiago, cosa mettere nello zaino

Dopo aver stabilito da dove partire, con chi viaggiare e dove voler sostare almeno le prime due notti, la grande incognita rimane: cosa mettere nello zaino?

Che si viaggi di inverno o di estate l’imperativo è uno solo: viaggiare leggeri. Più lo zaino sarà pesante, più sarà faticoso camminare, con una serie di inconvenienti come dolore alle ginocchia, alle caviglie e alla schiena.

Dunque per andare sul sicuro e rendere il Cammino di SAntiago più agevole basteranno due o tre cambi, un sacco lenzuolo, perché ormai tutti gli ostelli hanno le coperte e il sacco a pelo può essere superfluo, e due paia di scarpe comode.

A ogni tappa è possibile lavare i vestiti, in inverno sarà solo più difficile farli asciugare. Un oggetto fondamentale da non dimenticare è il copri-zaino: la pioggia non sarà un problema per chi cammina, ma lo è per gli oggetti contenuti nel sacco. Meglio ripararlo il più possibile.

Non dovranno mancare caricabatterie, medicine di prima necessità e cerotti, per le immancabili vesciche!

Quando andare?

La maggior parte dei pellegrini, specialmente gli italiani, scelgono spesso di affronatre il Cammino di Santiago ad agosto a causa delle ferie forzate. L’ideale per non esagerare con il caldo galiziano sarebbe partire nei mesi maggio-giugno e settembre-ottobre.

La Spagna del nord può essere particolarmente piovosa in autunno e con escursioni termiche piuttosto evidenti durante l’inverno. L’inizio e la fine della stagione calda sono i periodi miglior per tutti i cammini di Santiago a piedi.

Quanto dura il Cammino di Santiago?

Per percorrere gli 824 km canonici della via Francese si stima che ci vogliano circa 34 giorni. Per far sì che il pellegrinaggio sia valido non è necessario completare il cammino in una volta sola: con la credenziale si può infatti interrompere e riprendere il viaggio fintanto che non si arrivi alla destinazione.

Altri percorsi sono più brevi: il Cammino Primitivo dista 313 km da Santiago, percorribili in 14 giorni, quello Aragonese 205 km per 6 giorni di marcia, mentre la Via de la Plata, il più lungo, è da 960 km, circa 38 giorni di cammino.

Si può, ad ogni modo, scegliere un punto di inizio più avanzato, in modo da abbreviare il cammino, ma per conseguire la Compostela bisogna necessariamente camminare e dimostrare di aver percorso gli ultimi 100 km. Per chi viaggia in bici o a cavallo, dovrà invece accreditarsi per almeno 200 km.

Gli ultimi 100 km del Cammino di Santiago

cammino di santiago ultimi 100 km

L’ultimo tratto, comune a molti dei cammini descritti si qui, inizia a Sarria, che dista dalla cattedrale di Santiago 115 km. In appena 5 giorni si copre la distanza necessaria per ottenere la Compostela.

Le tappe, variabili tra i 20 e i 30 km al giorno, attraversano la Galizia e la sua natura selvaggia, costellata da piccole cittadine dov’è piacevole sostare per una notte.

Tra quelle più frequentate ci sono Portomarin, Palas de Rei, Arzua e O Pedrouzo, ma albergue, bar, punti di ristoro e hotel privati si trovano letteralmente ovunque, quindi c’è solo l’imbarazzo della scelta.

L’importante è farsi timbrare la credencial almeno due volte al giorno, per essere sicuri di ritirare l’attestato a fine pellegrinaggio.

Quanti chilometri si riescono a percorrere in un giorno?

La risposta a questa domanda varia dal tipo di Cammino che si è deciso di intraprendere.

Quello sulla cordigliera, ad esempio, è molto impervio e richiede un certo allenamento oltre a una dose di preparazione diversa dagli altri tipi di cammino.

Così anche la via alta del Cammino Francese, che inizia sui Pirenei, è più faticosa della via bassa, che passa nella valle.

In ogni caso si possono preventivare tra i 20 e i 25 km al giorno, a seconda dei dislivelli a cui si va incontro.

Quanto costa fare il Cammino di Santiago?

I costi del Cammino di Santiago dipendeno molto dalle scelte che si operano sia prima che dopo la partenza.

Più ci si accontenta di pasti frugali e camere condivise per dormire, più contenuto è il costo del pellegrinaggio. Bisognerà preventivare anche i voli di andata e ritorno, ma di solito i prezzi dall’Italia sono economici.

I costi per dormire oscillano tra i 5 e i 15 euro negli albergues dei pellegrini, più alti negli alberghi privati. Stessa cosa dicasi per il mangiare: in tutto si può mettere in conto una spesa di una ventina di euro al giorno tra pranzo e cena.

Cammino di Santiago tappe da vedere sulla via Francese

A seconda della predilezione per gli aspetti naturalistici, paesaggistici, storici o religiosi, il Cammino di Santiago è una fonte inesauribile di conoscenza e di cultura.

Attraversando regioni molto diverse tra di loro, ci si può imbattere in monasteri medievali come in rovine di castelli, in boschi dalla fittissima vegetazione come in radure dove l’occhio può correre su prati sterminati.

Alcuni posti, tuttavia, sono quelli prediletti dalla maggior parte dei pellegrini. Eccone una piccola lista, lungo il Cammino Francese, quello più battuto.

Partendo dai Pirenei, si passa da St. Pied de Port e Roncisvalle, in Bassa Navarra: due cittadine separate dalle montagne ma accomunate dalla storia, raccontata nelle vetrate dell’antica Collegiata di Santa Maria a Roncisvalle. Qui l’edificio conserva ancora la funzione di ospedale per pellegrini con cui è nato nel XII secolo.

Subito dopo Roncisvalle si attraversa il “paese del ponte”, in basco Zubiri. Il ponte a cui fa riferimento il suo nome venne edificato per consentire ai pellegrini di scavalcare il fiume Arga. Secondo una leggenda popolare, facendo girare il bestiame per tre volte intorno al pilastro centrale, li avrebbe protetti dalle malattie, cosa che valse al ponte l’appellativo di “della rabbia”.

Si arriva quindi a Pamplona, la città della Fiesta di san Fermin e della corsa dei tori. Lo storico centro città, estremamente curato ed elegante, accoglie i turisti all’ombra del Castillo con numerosi locali e caffè dove fermarsi per riposare

Puente de la Reina, dove convergono il cammino francese e quello proveniente da Tolosa, prende il nome dal ponte romanico più interessante dell’intero percorso. Costruito nel IX secolo, è lungo 110 metri e scavalca con i suoi 7 archi il fiume Arga.

Passando per Logroño, oltre alla cattedrale e al Puente de Piedra che oltrepassa l’Ebro, ci si può arrampicare sulla Peña Bajenza, una formazione rocciosa alta più di 400 metri, che offre percorsi naturalistici unici nel loro genere.

A Burgos la cattedrale gotica merita da sola una visita: con i suoi oltre 700 anni di storia, è l’esempio massimo di architettura gotica spagnola.

Anche a Leon un’altra cattedrale, dall’architettura mista, toglie il fiato con i suoi 1800 metri quadri di vetrate. Da non mancare una visita al Castello templare di Ponferrada, nei pressi della città, una delle testimonianze di fortificazione più emblematiche della Spagna.

L’arrivo a Santiago de Compostela è descritto da tutti i pellegrini come uno dei momenti più commoventi mai vissuti. La cattedrale che domina la città è un richiamo di fede e di spiritualità. Qui arrivano e trovano pace tutti i viandanti e da qui ripartono conservando nelle loro coscienze la consapevolezza di aver raggiunto e varcato un traguardo importante.

Perché partire per Santiago

Il Cammino di Santiago, oltre a essere un rito religioso, attira sempre più persone che lo vivono come un momento di scambio, condivisione e di ritrovamento di se stessi.

Il pellegrinaggio invita alla meditazione e al confronto, lontani dalla frenesia della quotidianità.

La riscoperta del legame profondo tra uomo e natura, tra il camminare e l’incontrarsi, tra il procedere insieme verso una meta comune e l’instaurarsi di nuove e spontanee amicizie, suscita in chi ha percorso il cammino un sentimento di profonda gratitudine, che lascia nell’animo un ricordo indimenticabile.

Anche se si parte da soli, lungo il cammino sarà inevitabile stringere relazioni e percorrere insieme a persone sconosciute un tratto di strada, condividendo le proprie esperienze o semplicemente facendosi compagnia.

Leggi anche: In viaggio dentro se stessi: 7 mete per scoprire il mondo meditando

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