Bielorussia, scontri e feriti dopo l’ennesima vittoria di Lukashenko

Accuse di brogli, manifestazioni e scontri, questo sta succedendo in queste ore a Minsk, la capitale nella cosiddetta “Ultima dittatura d’Europa” dopo le elezioni che hanno visto vincitore Lukashenko, in carica dal 1994.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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Si sono intensificati gli scontri dopo l’annunciata vittoria del Presidente in carica Alexander Lukashenko con l’80% circa di voti a Minsk, capitale della Bielorussia. Una notte caratterizzata da paura, violenze e repressione della polizia questa postelezioni in Bielorussia dove Lukashenko “regna” indiscusso dal 1994, e considerato “l’ultimo dittatore d’Europa”. Non si vedevano movimenti di protesta con una così ampia partecipazione alle elezioni nel paese dall’indipendenza dall’Urss (dicembre 1991). Un’opposizione al governo in carica senza precedenti e che è tutta al femminile nella sua rappresentanza, sebbene decise fossero le minacce delle autorità e i tentativi di estromissione (riusciti in gran parte) dalle elezioni. Infatti, l’opposizione, guidata da Svetlana Tikhanovskaya, nota per essere la moglie del famoso blogger e attivista antigovernativo Sergei Tikhanovsky, insieme a Veronika Tsepkalo e Maria Kolesnikova, aveva come peculiarità l’esser composta dalle mogli degli uomini opposti a Lukashenko, arrestati, estromessi dalle elezioni o fuggiti per paura di ripercussioni. Lo scopo finale non era quello di governare, si legge nelle dichiarazioni della leader, ma quello di “transitare” verso reali elezioni trasparenti e democratiche (subito, in 6 mesi), accessibili liberamente a chiunque.

Opposizione a Lukashenko
Fotografia delle donne sfidanti di Lukashenko. Da sinistra: Veronika Tsepkalo, Svetlana Tikhanovskaya e Maria Kolesnikova Minsk, agosto 2020.

Il potere di Lukashenko e la “dittatura”

Lukashenko, 65 anni, detiene un potere saldo e incontrastato sul paese dell’est Europa, questo nonostante la crisi economica derivata dalla recente pandemia. Pandemia che il leader del governo bielorusso ha più volte negato e ridicolizzato, nonostante anche la Bielorussia abbia contato circa 600 vittime da coronavirus. Lukashenko, che nel 1991 fu l’unico deputato bielorusso a votare contro lo scioglimento dell’Unione Sovietica, ha vinto ogni elezione dal 1994, grazie a un controllo “totalitario” dei media e a una repressione sistematica delle opposizioni. Anche a livello internazionale è riuscito a giustificare una conduzione autoritaria del potere mantenendo ruolo chiave, ma ambiguo, nei rapporti diplomatici e nei legami economici con la Russia e con l’Unione Europa.

I brogli e gli scontri a Minsk

Ad ora sono di un morto, decine di feriti e più di 200 arresti i numeri che stanno interessando questi momenti la capitale Minsk. Una contestazione dura alle elezioni che sono state accusate da più parti di non essere state trasparenti e corrette. Una serie di accuse mosse dall’opposizione che punta il dito verso Lukashenko e chiede a gran voce, anche con i movimenti in strada, di ripetere le elezioni con un maggiore controllo e maggiore trasparenza, un vera applicazione pratica della democrazia. Elezioni che non hanno avuto la partecipazione degli osservatori dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), e che sono state precedute da arresti, intimidazioni e una scarsa sorveglianza dei seggi elettorali, in particolare delle urne che per svariate ore sono state in balia di “ignoti”.

Leggi anche: Elezioni Usa: Barbie sfida Trump. Il figlio su twitter: “Imbrogliona perché dem”

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Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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