Qual è il ruolo della BCE nella crisi pandemica: le incertezze e le aspettative

Debito pubblico sì, ma deve favorire la crescita economica: questa è la filosofia della BCE che lascia i tassi di interesse invariati.

Mara Bruni
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Ama scrivere di tutto ciò che riguarda l'analisi economica, anche in un'ottica green. Nel tempo libero produce cosmetici ecosostenibili.
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Il ruolo della Banca Centrale Europea in questo periodo storico è di fondamentale importanza. E non solo perché, come afferma Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, gli scenari per l’economia all’interno dell’Unione europea è “offuscata da incertezza” derivanti dalla pandemia, ma anche per la forte vulnerabilità di alcuni dei paesi membri in termini di debito pubblico.

Decisione della BCE è quella di lasciare i tassi di interesse inalterati, in vista anche di una molto probabile contrazione del prodotto interno lordo almeno nel primo trimestre.

Scenari economici post Covid: perché la BCE lascia i tassi di interesse invariati?

bce nella pandemia

Christine Lagarde ha confermato, nella conferenza stampa che ha seguito la riunione del Consiglio direttivo, che la Banca Centrale Europea lasciarà inalterati i tassi di interesse. In particolare:

  •  il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali pari 0. Viene chiamato anche “Tasso BCE” e rappresenta il tasso d’interesse che le banche private devono alla BCE per prestiti della durata di una settimana
  • il tasso operazioni di rifinanziamento 0.25%. È il tasso d’interesse che le banche private devono alla BCE per prestiti di brevissimo periodo, chiamati anche overnight
  • il tasso sui depositi presso la BCE -0.50%. È il tasso d’interesse che la BCE paga alle banche private per i depositi presso la BCE stessa. Da notare come questo tasso sia negativo: questo infatti permette alla BCE di forzare le banche a non mantenere i soldi in deposito ma a investirli nell’economia reale e quindi in prestiti a famiglie ed imprese.

Queste politiche monetarie vengono chiamate anche politiche monetarie espansive, perché sostengono il credito di famiglie ed imprese e garantiscono condizioni di liquidità al sistema bancario.

Queste misure sono state introdotte a Marzo 2020 dal Consiglio direttivo della BCE.

BCE, cos’è il PEPP da 1.850 miliardi previsto per gli Stati membri dell’Unione Europea

Il PEPP, ossia il programma di acquisto per l’emergenza pandemica, è una misura economica adottata dalla BCE contro la crisi economica e pandemica e prevede l’acquisto massiccio di titoli pubblici e privati degli stati europei.

Il presidente della BCE ha riconfermato il programma del PEEP per 1.850 miliardi fino a Marzo 2022 a meno che non si valuti un prolungamento della misura per il mancato rientro della crisi pandemica.

BCE: debito pubblico sì, ma mirato

La situazione post pandemia preoccupa, perché i paesi membri dell’Unione europea hanno un diverso livello di debito pubblico, che è cresciuto soprattutto in alcuni paesi rispetto ad altri, come nel caso dell’Italia o della Germania.

La questione è stata ribadita anche dal presidente Lagarde:

Ovviamente la situazione sara’ variegatA, con andamenti economici disomogenei tra i vari paesi e settori.

Ed è per questo che l’economia europea avrà bisogno del sostegno sia della politica monetaria espansiva da parte della BCE sia della politica fiscale espansiva, ossia l’aumento di spesa pubblica, da parte dei singoli stati membri.

Quali le proposte della BCE per la ripresa economica europea

L’aumento della spesa pubblica comporta, ceteris paribus, un aumento del deficit pubblico (spese del governo al netto delle entrate del governo) e quindi di conseguenza un aumento del debito pubblico (ossia il deficit più gli interessi pagati sui titoli di Stato). Ciò che preme di più, non è solo l’aumento del debito, ma quanto e come verranno canalizzate le spese attuate dai singoli governi.

La sfida, dunque, è quella di centrare gli obiettivi di una crescita economica, investire su attività e su settori che possano trainare l’economia fuori dalla crisi che stiamo vivendo.

Del debito pubblico, bisogna fare buon uso e rendere produttiva una spesa in deficit che per paesi come l’Italia risulta molto gravosa. Politiche strutturali mirate, secondo la Legarde, consentirebbero infatti:

al programma Next Generation EU di contribuire a una ripresa più rapida, forte e uniforme e accrescerebbe la capacità di tenuta economica e il potenziale di crescita delle economie degli Stati membri, sostenendo l’efficacia della politica monetaria nell’area dell’euro.

Queste politiche sono particolarmente importanti per migliorare le strutture economiche e l’assetto istituzionale nonché per accelerare la transizione verso un’economia verde e digitale.

Leggi anche: Draghi cede sul coprifuoco: il 17 maggio sarà prolungato alle 23, eliminato entro l’estate

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