Giudici inglesi decidono di staccare la spina ad Archie, in coma a 12 anni

La Corte d'Appello Britannica ha deciso di staccare la spina che tiene in vita il piccolo Archie oggi alle 12. Il bambino è in coma dallo scorso aprile a causa di un gioco online.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Archie: la vicenda conclusiva del piccolo sta per giungere al termine. Il 12enne in coma irreversibile dallo scorso 7 aprile, trovato privo di sensi nella sua casa nell’Essex, dopo essersi impiccato, probabilmente a causa di un gioco online, è tenuto in ventilazione artificiale al London Royal Hospital

La Corte d’Appello Britannica però ha fissato per oggi a mezzogiorno il termine ultimo per staccare i supporti che tengono in vita il ragazzino.

Molte le proteste dei genitori che avevano contestato la violazione del diritto internazionale da parte dei giudici. Il padre di Archie, dopo aver appreso la notizia, ha avuto un infarto.

Archie: la vicenda del ragazzino in coma

Il 12enne, lo scorso aprile, era stato trovato impiccato nella sua abitazione, a causa di un gioco online finito male. Trovato con una corda legata al collo, in cima ad una rampa di scale, era stato salvato in tempo, ma purtroppo il suo cervello aveva subito danni irreversibili e da quel giorno Archie non si è più svegliato.

Il caso è passato in mano ai giudici richiamati dall’equipe medica che si è appellata al fatto che non fosse giusto intraprendere dei trattamenti di guarigione senza alcun risultato.

Da quel momento è iniziata la battaglia legale della famiglia. I genitori, Hollie e Paul, si sono schierati fin da subito, contro la decisione dei medici di staccare la spina al loro piccolo. I due hanno anche inutilmente presentato ricorso, facendo appello al Comitato Onu per la difesa delle persone con disabilità.

La madre ha scritto una lettera indirizzata al Ministro della Sanità Britannico chiedendo di non staccare i macchinari che tengono in vita il figlio. Purtroppo, però, la decisione è stata emessa: oggi alle 12, i supporti legati al ragazzino saranno spenti.

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Archie: la decisione dei giudici inglesi

Il giudice di Primo grado Emma Arbuthnot ha dato subito ragione ai medici e in base al criterio del Child Best Interest, ha autorizzato l’ospedale ad interrompere la respirazione artificiale, sostenendo che le speranze del piccolo di ritornare in vita erano nulle.

Nonostante la decisione si fosse basata sul principio giuridico che antepone la tutela del minore alla volontà dei genitori, il giudice gli ha concesso di portare in appello il caso dove però è stato confermato il provvedimento originale.

Tuttavia, dopo la sentenza è stata data la possibilità ai genitori di fare ricorso davanti alla Corte Europea per i diritti dell’uomo. Il Presidente della Corte d’Appello aveva scritto in merito: “Ogni giorno in cui egli continua a ricevere trattamenti vitali è un giorno di agonia in più. Spegnere la spina è il suo miglior interesse”.

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Archie: la madre attacca i giudici

Hollie Dance, la mamma del piccolo Archie, non ha in alcun modo accettato la decisione dei giudici. Sostenuta dai gruppi pro-life, aveva denunciato il rifiuto di concedere una proroga, puntando il dito contro medici e giudici, accusati di ignorare il dolore e la disperazione della famiglia. La donna aveva dichiarato:

Sono devastata ed estremamente delusa dalla sentenza emessa oggi dopo settimane di battaglia legale e intendo restare accanto al letto di mio figlio. Il mio istinto di mamma mi dice che Archie è ancora qui.

Finché non è volontà di Dio, non accetterò che se ne vada. So di miracoli in cui le persone sono tornate dalla morte cerebrale.

Nel Regno Unito è una prassi ormai consolidata quella di staccare la spina a bambini e neonati contro l’opposizione di genitori e parenti.

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