Acciaierie a idrogeno, la svolta green parte dalla Lombardia. Ecco come

Il nuovo progetto dell'acciaieria green a Dalmine, nella provincia di Bergamo, nasce all'interno dell'iniziativa : “Dalmine Zero Emissions”. L'obiettivo è quello di decarbonizzare il settore siderurgico.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Produrre acciaio green, grazie all’utilizzo dell’idrogeno, presto in Italia diventerà una realtà. Sarà possibile produrre questo materiale a basse emissione di CO2, e quindi meno impattanti sull’ambiente, usando l’idrogeno come nuova forma di energia.

Grazie a un accordo tra Tenaris, Edison e Snam prende avvio la nuova sperimentazione della prima acciaieria a idrogeno a Dalmine, in provincia di Bergamo.

Tenaris è lo storico stabilimento siderurgico di Dalmine, Edison è tra le principali società energetiche in Italia e in Europa mentre Snam è una società di infrastrutture energetiche.

Acciaio green, il progetto “Dalmine Zero Emissions”

acciaio green_dalmine

Il nuovo progetto dell’acciaio green nasce all’interno dell’iniziativa “Dalmine Zero Emissions”, avviata da Tenaris insieme a Tenova e Techint Engineering & Construction, per integrare l’idrogeno verde nella produzione di acciaio da forno elettrico e nelle lavorazioni a valle dello stabilimento di Dalmine.

È la prima volta che in Italia l’idrogeno viene applicato nel settore siderurgico. Ecco cosa dice al riguardo Michele Della Briotta, Presidente Tenaris Europa e AD TenarisDalmine:

Il progetto ‘Dalmine Zero Emissions’ rappresenta la più recente delle iniziative realizzate da Tenaris in Italia per il miglioramento della propria impronta ambientale.

Dopo gli investimenti e i progetti per la tutela dell’aria, l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi di materie prime, l’aumento del contenuto di materiale riciclato nei nostri prodotti, la valorizzazione e il riuso dei nostri sottoprodotti. 

Con il progetto ‘Dalmine Zero Emissions’, insieme a partner qualificati, diamo inizio al percorso di transizione energetica dello stabilimento di Dalmine, ponendoci all’avanguardia della sostenibilità del settore siderurgico.

Leggi anche: L’Europa investe sull’idrogeno: fino al 14% in più di energia sostenibile

Acciaio green, verso la decarbonizzazione

acciaio green_decarbonizzare

Per Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, l’acciaio green porterà a una decarbonizzazione dei settori industriali, ossia ad una riduzione del rapporto carbonio-idrogeno nelle fonti di energia.

Nella storia dell’uomo si è osservato che, fin dall’utilizzo della legna, le materie prime energetiche utilizzate hanno sempre prodotto grandi quantitativi di carbonio. L’obiettivo è quello di produrre sempre meno anidride carbonica o gas serra e favorire gli atomi di idrogeno.

Ecco cosa ha detto Monti:

Con questa intesa Edison avvia un percorso di sostegno alla decarbonizzazione di settori industriali chiave per l’economia nazionale.

Si contribuisce così al raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica fissati a livello nazionale con il PNIEC e a livello europeo con il Green Deal.

L’energia rinnovabile prodotta dai nostri impianti e le soluzioni tecnologiche di cui possiamo disporre possono contribuire concretamente allo sviluppo di una nuova e importante filiera nazionale.

Nei prossimi decenni questa è destinata ad accompagnare l’evoluzione del sistema economico e produttivo verso la neutralità climatica.

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Acciaio green, Snam in linea con Edison e Tenaris

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Anche Snam si sta mobilitando verso nuove tecnologie e infrastrutture per combattere l’inquinamento.

Dello stesso avviso dell’amministratore delegato di Edison anche quello di Snam, Marco Alverà:

L’idrogeno verde può rappresentare la soluzione ideale per decarbonizzare alcuni importanti settori industriali, in particolare per produrre nel lungo periodo acciaio a zero emissioni.

L’accordo di oggi, che vede protagoniste tre aziende attive lungo l’intera catena del valore, è un primo passo per poter raggiungere questo importante obiettivo.

Grazie alle sue tecnologie e alla sua infrastruttura, Snam si pone come uno degli abilitatori della filiera dell’idrogeno per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici e alla creazione di nuove occasioni di sviluppo, in linea con le strategie nazionali ed europee.

Leggi anche: Rivoluzione green sulle piste da sci, in arrivo il primo battipista a idrogeno

Acciaio green, è possibile per l’Ilva di Taranto?

Purtroppo l’uso dell’idrogeno nell’acciaieria ex-Ilva, ora ArcelorMittal, rappresenta più una prospettiva affascinante che una possibilità concreta in un futuro immediato.

A Taranto viene prodotto acciaio da altoforno, che “per ragioni strutturali e non chimiche”, come riporta al Sole 24 Ore Carlo Mapelli, del Politecnico di Milano ed esperto di siderurgia, “non può fare a meno del carbone per il flusso della carica dall’alto verso il basso”. Mentre per un impianto di preridotto di ferro l’idrogeno può essere utilizzato, anche se non continuativamente, precisa Mapelli.

Per quanto riguarda l’altoforno ad idrogeno la ricerca scientifica è ancora agli inizi e bisognerà aspettare per vedere un impianto simile a Taranto.

In Svezia Hybrit sarà la nuova acciaieria a idrogeno

L’obiettivo di Hybrid è quello di creare la prima acciaieria a idrogeno al mondo. Il progetto sviluppato due anni fa in Svezia dalla joint venture fra LKAB, SSAB e Vattenfall ha come scopo quello di creare una catena del valore priva di combustibili fossili.

I lavori sono partiti a maggio 2020 e porteranno alla realizzazione del primo impianto pilota, nella città settentrionale di Luleå a 250 km dai giacimenti minerari di Norrbotten, attivo fino al 2024. Dal 2025 ci si impegnerà nel passaggio verso una vera struttura industriale.

L’acciaieria dovrebbe sostituire gli altiforni per la fusione del minerale con un sistema di riduzione diretta del ferro a zero emissioni di CO2.

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