Ennio Morricone e quell’attimo di eternità su Piazza Navona deserta durante il lockdown

Quella necessità di qualcosa di intramontabile in un mondo precario, ecco perché in questo momento storico di fragilità abbiamo ancora una volta bisogno della musica di Ennio Morricone.

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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Non c’è bisogno di cultura cinefila per amare Ennio Morricone, né di citare l’Oscar, ci ha lasciato oggi ma a lui non diremo mai addio perché i grandi classici non si salutano, sono onnipresenti etermanente in mezzo a noi. Non sentiremo la mancanza perché il loro destino è continuare a esistere. Chiunque ha amato la musica di Ennio Morricone, senza differenze fra pubblico colto e sensibilità popolare, perché la genialità inonda gli animi senza differenze, senza logiche prestabilite.

Ennio Morricone, la sua musica è di tutti

La musica di Ennio Morricone è musica di tutti, senza classi, che unisce oltre ogni diversità. Eccola un’altra caratteristica dei classici: appartenere a chiunque lasciando sempre nuove e mutevoli interpretazioni nell’animo di chi ascolta. Questo significa essere un classico e quindi intramontabile, non esaurire mai le possibili percezioni della propria opera, proiettare uno scenario di immensità.

Le composizioni di Morricone, scene sconfinate

Scene senza confini, immagini da ascoltare. Figure, sentimenti, emozioni, pause esistenziali, tormenti, sfaccettature dell’anima. Ennio Morricone ha trasformato il cinema in musica, quando nei film di Sergio Leone o di Bertolucci, andava a completare con le note ciò che la scena non era più in grado di dire e grazie alla sua musica quei film resteranno nella memoria collettiva ancora più indelebili.

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L’omaggio a Ennio Morricone che non dimenticheremo

Con Ennio Morricone tutto si fa cinema, ce lo ha dimostrato un ragazzo, un giovane musicista, Jacopo Mastrangelo, classe ’99. Nel mese di marzo nel cuore della pandemia, con l’Italia immersa nella desolazione dell’incertezza e dell’assenza del domani, che sembrava non potesse tornare più, improvvisò senza sapere quello che possiamo quasi definire un film, di cui a esser protagonista era Roma, in una Piazza Navona deserta dall’alto di un terrazzo, sulle note di C’era una volta in America, l’ultimo film di Sergio Leone. Il padre del ragazzo ebbe la prontezza di filmare l’esibizione. Oggi è una fortuna godere di quel ricordo, che si trosforma nell’omaggio più spassionato a Ennio Morricone.

Ennio Morricone e Roma, sopravvivenze eterne

Difficile riprodurre a parole la bellezza di questo video, ecco perché lo riproponiamo. Come ogni capolavoro non si lascia descrivere, si può solo accogliere, lo spettacolo fu talmente mozzafiato da essere terapeutico e consolatorio per l’Italia intera, ricordandoci come in questo momento storico di fragilità abbiamo ancora una volta bisogno della musica di Ennio Morricone. L’esibizione su Piazza Navona è un capolavoro dentro il capolavoro, un eterno dentro l’eterno: Roma immersa nel suo tramonto di Piazza Navona e nella vastità di un assurdo silenzio a causa della pandemia si fa ancora più eterna, fino a diventare intima. Ma quell’eternità sulle note di Ennio Morricone, sua indissolubile città, riprodotte dal giovane musicista, è più imponente che mai e inebria con una luce di eterea speranza.

Leggi anche: Geniale fino alla fine. Morricone scrive il suo necrologio: “Non voglio disturbare”

Un futuro di cose belle ci sarà

La genialità del ragazzo nella riproduzione delle note del maestro Morricone fa presagire che bellezza e sensibilità sono anche nelle nuove generazioni, che ci sarà un seguito, che il genio ritorna, come l’eterno ritorno delle cose. In sottofondo, come di una partecipazione corale, si sentono gli applausi commossi di chi a casa, sbirciando dalle finestre, ha rubato questo spettacolo, quel piccolo frammento di eternità con cui ancor di più ricorderemo Ennio Morricone. Una lode semplice e immensa degna della sua rara e irripetibile grandezza.

di Silvia Buffo

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Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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