“A doll like me”: le bambole che aiutano i bambini malati ad accettare le diversità

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
spot_img

L’idea di realizzare bambole “su misura” per i bambini che sono affetti da diversi tipi di deformità o condizioni rare è venuta a Amy Jandrisevits, del Wisconsin. Appassionata di bambole sin dall’infanzia, ha creato A doll like me, una serie di bambole con le stesse caratteristiche dei loro piccoli proprietari. L’ostentata perfezione delle bambole usualmente vendute nei negozi ha convinto Amy a creare dei soggetti unici, che rispondessero alle esigenze dei bambini “diversi”. Amy ha lavorato a lungo come assistente sociale nei reparti oncologici. Gran parte del suo ruolo consisteva nell’aiutare i bambini ad adattarsi a quella che in un primo momento poteva sembrare una situazione fuori controllo e totalmente anormale, ingestibile. Si è allora resa conto della necessità di regalare ai bambini dei giocattoli in cui potessero riconoscersi. Tutti, secondo Amy, hanno bisogno di abbracciare una bambola che li assomigli, per sentirsi meno soli e meno “speciali”.

Le bambole uniche, proprio come ogni bambino

Ha così cominciato a riprodurre qualsiasi tipo di difformità, dalle macchie alle asimmetrie degli arti. Ogni bambola è unica, ma sono tutte accomunate da un dolcissimo sorriso. Un modo per ricordare ai bambini che sono belli per così come sono, un regalo dedicato a ogni imperfezione esistente. Come Nemo con la sua “pinna fortunata”, Amy cuce “il dono” che contraddistingue ogni bambino. Così le sue bambole sono piene di nei o di voglie, ma hanno anche protesi per le gambe, o manine con solo tre dita. Ci sono quelle a cui manca un braccio oppure dove è più corto rispetto all’altro, quelle con vistose cicatrici chirurgiche, ma anche con la pelle bianca come il latte e i capelli chiarissimi per i bimbi albini. Per farle ancora più somiglianti, Amy riproduce sulle bambole anche il colore della pelle, la lunghezza dei capelli e i piccoli o grandi segni che aiutano i bambini a identificarcisi immediatamente. In un aneddoto raccontato da Amy, un bambino era intento a guardare la manina della sua bambola, quando ha esclamato al fratello “Kade, non puoi avere la mia bambola! Tu non hai la pinna fortunata”. L’esempio sta a significare che anche quando pensiamo che i piccoli non notino le differenze, in realtà ne risentono eccome. Leggi anche: La calciatrice e il bimbo senza braccia, l’incontro che commuove il web

La campagna di crowdfunding

Poiché il costo delle bambole personalizzate si aggira intorno ai 100 $, una cifra elevata da affrontare per molte famiglie, Amy ha lanciato la campagna di crowdfunding A doll like me su gofundme. Dal 2015 ha così raccolto oltre i 175.000 $ per raggiungere il suo sogno:

Grazie a tutte queste generose persone, sono quasi arrivata all’obiettivo. Che significa? Vuol dire che posso realizzare bambole per bambini che stanno per sottoporsi a interventi chirurgici, che stanno combattendo con l’immagine del loro corpo. O tutti quelli che mi indicano i medici. Il mio scopo è che nessuna famiglia dovrà pagare per le bambole. Grazie dal profondo del mio cuore.

Le bambole sono terapeutiche, validanti e confortanti, si legge nella storia che Amy ha raccontato per raccogliere fondi. Come lei stessa ricorda, non è un mero business il suo, ma la giusta cosa da fare, una missione. In questo modo è riuscita a recapitare in tutto il mondo centinaia di bambole. Non solo, Amy vorrebbe fondare una vera e propria organizzazione no profit, in modo da poter destinare a ogni bambino la propria bambola speciale.   Leggi anche: “La chemio, giocando, passa volando”: le bambole senza capelli per i bambini malati di cancro di Enrica Vigliano

spot_img

Correlati

Doppio trapianto per due gemelli al fegato e rene, la mamma: “Dopo tanta paura oggi stanno bene”

È stato eseguito nella stessa giornata un doppio trapianto di fegato e rene presso...

Jessica scompare da scuola, ritrovata 13 anni dopo: “Ho sentito che mi state cercando, sono io”

Jessica Delgadillo aveva solo 14 anni quando è scomparsa nel nulla, ma oggi è...

Suviana, chi è il sopravvissuto Nicholas Bernardini, come si è salvato e come sta ora?

Continuano le ricerche nella centrale idroelettrica di Bargi dell'Enel Green Power, nel bacino di...
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
spot_img