Kenya, impianto a energia solare trasforma l’acqua salata in potabile

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Una tecnologia ecosostenibile che possa aiutare le popolazioni in difficoltà: non è roba da fantascienza ma la definizione stessa di progresso. Ed è esattamente di questo progresso, un progresso pulito, nobile e che lascia sperare nel futuro, che gli abitanti di un villaggio kenyota stanno beneficiando. Parliamo di Kiunga, una piccola realtà rurale situata in una delle zone più aride del Kenya. Fino a qualche tempo fa gli abitanti del villaggio non avevano accesso ad acqua potabile, ed erano costretti a fare utilizzo di acque saline non trattate recuperate da un pozzo a un’ora di cammino dal centro abitato. A causa del consumo di acqua contaminata, molti degli abitanti presentavano delle cicatrici piene di sale sulla pelle. Nel trovarsi di fronte a una situazione del genere, Hayes Barnard, imprenditore originario di San Francisco, ha deciso di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa.

Voglio fornire acqua a un miliardo di persone nei paesi in via di sviluppo. Ogni 90 secondi, un bambino muore per malattie trasmesse dall’acqua. È davvero un grosso problema.

Barnard è attualmente il presidente di GivePower, un progetto impegnato nella mission di portare elettricità, cibo e acqua a chi non può usufruirne utilizzando tecnologie pulite ed ecosostenibili. Il video racconto del progetto Solar Water Farm Leggi anche: “Acqua per tutti”, il caso della startup milanese che porta l’acqua in Africa

Una fabbrica d’acqua alimentata a energia solare

Quando si parla di progresso, in un modo o nell’altro c’è sempre lo zampino di Elon Musk. È infatti grazie alle batterie Tesla che GivePower ha messo su un impianto di desalinizzazione alimentato a energia solare nei pressi di Kiunga. La Solar Water Farm, questo il nome del progetto, è alimentata da pannelli fotovoltaici la cui energia viene immagazzinata nelle batterie Tesla, un notevole passo avanti considerato che i tradizionali impianti di desalinizzazione possono essere realizzati solo in aree in cui è già presente una rete elettrica. Un’impresa del genere ha del notevole: l’impianto è stato realizzato in un mese con un investimento di 500mila dollari, ed è in grado di produrre 50mila litri di acqua potabile in un singolo giorno, il fabbisogno di 35mila persone, stando a quanto riportato nel video-documentario del progetto. Visti i benefici per gli abitanti di Kiunga, GivePower sta attualmente raccogliendo fondi per costruire altre Water Farm in località disagiate o spesso interessate da lunghi periodi di siccità. Secondo le stime dell’Unicef, sono attialemnte circa 2 miliardi le persone che non accesso ad acqua potabile. Un numero impressionante, ma non abbastanza da rinunciare a far qualcosa per cambiare la situazione. Del resto, come diceva la Roosevelt, il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni. Leggi anche: Liter of Light, per illuminare senza elettricità basta una bottiglia   di Marianna Chiuchiolo

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Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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